L'abbraccio di Papa Francesco ai migranti a Lampedusa risulta indigesto al PdL, o almeno a uno dei suoi esponenti più in vista come Fabrizio Cicchitto: «Un conto è la predicazione religiosa, altro conto però è la gestione da parte dello Stato di un fenomeno così difficile, complesso e anche insidioso, per di più segnato dall'intervento di gruppi criminali, qual è l'immigrazione irregolare che proprio a Lampedusa ha, per ciò che riguarda l'Italia, uno snodo fondamentale».
«Uno Stato degno di questo nome - sottolinea l'esponente PdL - non può abbassare la guardia perchè rischia di diventare soggetto passivo di operazioni assai dure e pesanti nell'assenza più totale di una solidarietà internazionale. Di conseguenza, anche in questa circostanza, va affermata - ribadisce - una ragionevole, non oltranzista, ma seria e reale autonomia dello Stato dalla Chiesa». «In questo quadro - conclude - è auspicabile che il ministro Keynge non operi forzature unilaterali rispetto a posizioni assai diverse sul tema immigrazione: le tematiche riguardanti ius sanguinis e ius soli possono essere superate solo attraverso mediazioni assai impegnative che richiedono un lavoro politico attento e serio».
"Ci sorprende il maldestro tentativo di Fabrizio Cicchitto di teorizzare un cattolicesimo a targhe alterne. Papa Francesco e la Chiesa parlano certamente alle anime, e fino a prova contraria, anche chi ha incarichi di governo o siede in Parlamento ha un’anima e soprattutto delle responsabilità nei confronti di tutta la collettività", ha affermato Khalid Chaouki, parlamentare e responsabile Nuovi Italiani del PD.
"Confondere immigrazione, rifugiati e criminalità è un film già visto in questi anni di politica ‘cattivista’ che oggi mostra il suo evidente fallimento. Invitiamo quindi Cicchitto ad evitare superficiali accostamenti e a chiedere invece, insieme a noi, un impegno serio per garantire la tutela dei diritti umani, questi sì prioritari, per uno Stato degno di questo nome".
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