domenica 17 novembre 2013

Mobili ed elettrodomestici, istruzioni per sfruttare gli incentivi

Se avete intenzione di cambiare mobili e elettrodomestici, questo è il momento giusto. Fino al 31 dicembre, infatti, metà della spesa (che non può superare, però, i 10mila euro) verrà restituita in 10 anni, in rate annuali, sotto forma di sconti fiscali. È quanto prevede il Decreto Legge 63/2013 approvato in via definitiva il 1° agosto scorso. Attenzione però, il cambio dei mobili deve essere necessariamente parte di un progetto più ampio che  comprende la ristrutturazione di una o più parti della stessa abitazione per le quali si è usufruito del bonus specifico.
Quando parliamo di ristrutturazione, è esclusa la manutenzione ordinaria come, ad esempio, la tinteggiatura delle pareti o la levigazione del pavimento. Rientrano, invece, tutti gli interventi previsti dal Testo Unico per l’Edilizia: dalla manutenzione straordinaria al restauro e risanamento conservativo, dalla ristrutturazione edilizia all’installazione di pannelli fotovoltaici, dagli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato da calamità agli interventi di bonifica anti-amianto, dall’eliminazione delle barriere architettoniche alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali fino alla prevenzione di furti e atti di vandalismo. Ma non solo. C’è anche un limite temporale da tenere presente.
Documentazione necessaria
I potenziali beneficiari del bonus mobili, infatti, sono tutti coloro che hanno sostenuto e documentato spese di ristrutturazione tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2013. Anche nel caso di lavori di ristrutturazione già conclusi, è possibile usufruire del bonus mobili: a fare fede, in questo caso, è la data del pagamento che deve avvenire tra il 6 giugno e il 31 dicembre 2013, per i mobili, dal 4 agosto per gli elettrodomestici.  L’“alleato” sarà il bonifico bancario o postale “parlante” nel quale devono essere specificate tutte le informazioni necessarie (nome, cognome, codice fiscale, numero di partita Iva ovvero il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato e riferimenti normativi), in modo da non avere problemi alla presentazione della documentazione per usufruire di questo sconto fiscale sulla dichiarazione dei redditi. Detto questo è evidente che chi ha già sostenuto le spese (e non ha pagato in questo modo) è praticamente tagliato fuori dall’incentivo.Nessun problema, invece, se si sceglie di pagare, come spesso accade, a rate: è necessario, tuttavia, che l’ordinante sia la stessa persona a cui sono intestate le fatture che attestano l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione.

Cosa si può acquistare?
Premesso che è attesa la pubblicazione da parte del¬l’Agenzia delle Entrate di una guida ad hoc che spieghi nei dettagli i requisiti per accedere al bonus mobili, la tendenza più diffusa è quella di fare riferimento alla comune accezione del termine “mobili”, per cui rientrano tutte le tipologie indicate, dal divano alle sedie al tavolo. Idem per gli arredi di ambienti esterni alla casa. Nulla importa se l’acquisto viene effettuato presso un grande magazzino oppure in un negozio artigianale: l’importante è che la spesa sia documentata  e che il pagamento venga effettuato nei termini di legge. Vi sono dei dubbi, che ci si augura vengano chiariti dal ministero in tempi brevi, su lampade e apparecchi di illuminazione, porte d’interni, parquet e tende. Per quanto riguarda gli elettrodomestici, invece, vi è un limite ben preciso: non rientrano i piccoli elettrodomestici (il ferro da stiro, ad esempio) ma si può “scaricare” il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Ovviamente anche questi devono essere finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

Ecco gli interventi che danno diritto al bonus fiscale
Manutenzione ordinaria

Gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all’agevolazione solo quando riguardano le parti comuni. La detrazione spetterà a ogni condomino in base alla quota millesimale. Opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici, quelle necessarie a integrare  o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti, sostituzione di pavimenti, infissi e serramenti, tinteggiatura di pareti, soffitti, infissi interni ed esterni, rifacimento di intonaci interni, impermeabilizzazione di tetti e terrazze, verniciatura delle porte dei garage.

Manutenzione straordinaria
Sono considerate  interventi di manutenzione straordinaria le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici e per realizzare e integrare i servizi igienico/sanitari e tecnologici, sempre che non vadano a modificare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino mutamenti delle destinazioni d’uso. Ad esempio: installazione di ascensori e scale di sicurezza, realizzazione e miglioramento dei servizi igienici, sostituzione di infissi esterni e serramenti o persiane con serrande e con modifica di materiale o tipologia di infisso, rifacimento di scale e rampe, interventi finalizzati al risparmio energetico, recinzione dell’area privata, costruzione di scale interne.

Restauro e risanamento conservativo
Interventi mirati all’eliminazione e alla prevenzione di situazioni di degrado, adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti, apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.
Ristrutturazione edilizia
Demolizione e fedele ricostruzione dell’immobile, modifica della facciata, realizzazione di una mansarda o di un balcone, trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda, apertura di nuove porte e finestre, costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti.
Come non perdere le detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni
Accorpamento e ampliamento dei locali, sostituzione sanitari e impianti, modifiche interne ed esterne della mansarda. Sono questi alcuni dei principali lavori per cui il decreto 63/2013 ha previsto, stabilizzandola, la detrazione fiscale del 50%, su un tetto di spesa massimo di 96mila euro. Gli interventi di ristrutturazione “scaricabili” possono essere eseguiti su singole unità immobiliari oppure parti comuni degli edifici mentre l’agevolazione spetta non solo ai proprietari degli immobili ma anche ai titolari di diritti reali sugli immobili oggetto degli interventi e che ne sostengono le relative spese (attraverso opportuna intestazione in fattura e relativo bonifico). Gli adempimenti previsti per richiedere la detrazione sulle spese di ristrutturazione sono stati recentemente semplificati e ridotti. In luogo dell’invio della comunicazione di inizio lavori al Centro operativo di Pescara, è sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile e, se i lavori sono effettuati dal detentore, gli estremi di registrazione dell’atto che ne costituisce titolo e gli altri dati richiesti per il controllo della detrazione. In particolare, oltre alla comunicazione alla Asl (quando prevista), fatture e ricevute per le spese sostenute, ricevute dei bonifici di pagamento, il contribuente deve avere:
•    domanda di accatastamento (se l’immobile non è ancora censito)
•    ricevute di pagamento dell’Ici, se dovuta;
•    delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori (per gli interventi su parti comuni di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese;
•    dichiarazione di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, per gli  interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi;
•    abilitazioni amministrative richieste dalla vigente legislazione edilizia in relazione alla tipologia di lavori da realizzare (concessioni, autorizzazioni, eccetera) o, se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.


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