"Tutte le volte che vediamo vicende di corruzione l'amarezza è enorme e profonda, perché ti trovi di fronte a chi tradisce la fiducia più grande quella dei cittadini, una ferita grande". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa a Bruxelles, rispondendo a una domanda sull'inchiesta Mose, al termine del G7.
"E' del tutto evidente che di fronte a questi fatti ci sono i principi costituzionali della piena fiducia nel lavoro della magistratura, e la presunzione di innocenza fino a sentenza. Speriamo che la sentenza possa arrivare in tempi rapidi.
Interverremo nelle prossime ore contro la corruzione, ma non possiamo, tutte le volte, dire che il problema sono le regole. Il problema sono i ladri, non le regole. Un politico indagato per corruzione - ha dichiarato il premier - se dipendesse da me, lo indagherei per alto tradimento".
Nel corso della sessione mattutina del G7, Renzi aveva dichiarato: "Dobbiamo tutti fare di più sui temi della sicurezza energetica e fare in modo che diventi sprone per una maggiore integrazione del mercato europeo su questo punto".
Renzi ha sollecitato a lavorare a "soluzioni di lungo periodo e condivise. Dal G7 sull'energia parte quella che chiamiamo l'iniziativa di Roma, punto di avvio di un processo, di uno sforzo di lungo termine sui temi della sicurezza energetica. I punti principali - ha spiegato il capo dell'Esecutivo ai suoi colleghi capi di Stato e di Governo - sono un mercato trasparente e competitivo, la diversificazione di rotte, fonti, fornitori; la riduzione dei gas serra, l'economia low carbon; l'efficienza energetica e le tecnologie pulite; il rafforzamento del coordinamento internazionale".
Dopo la riunione del G7 Renzi in conferenza stampa a Bruxelles ha affermato che "per l'italia il tema più rilevate è quello della crescita. È stato un meeting in versione diversa rispetto al passato - ha detto - con l'assenza della Russia per le note vicende legate all'Ucraina, sia in ordine al rinnovamento dei vertici delle istituzioni europee e in ordine alle celebrazioni di domani in Normandia".
A proposito del rinnovo delle istituzioni europee, Renzi ha affermato: "Obiettivo del governo italiano è sottolineare che una certa politica, basata sull'austerità e non sulla crescita, oggi ha dimostrato di aver fallito. Da questo punto di vista i nomi devono essere conseguenza delle scelte che si fanno sui programmi. La Bce non c'entra assolutamente niente nella questione delle nomine. Questo non è il tempo dei diktat. Non è il luogo dei veti.
E' il luogo degli accordi nel senso più nobile. Nessuno può fare dei diktat, ne' una forza politica eletta al Parlamento europeo, ne' un Paese, ne' altri. L'Italia non ha una candidatura nazionale o si aggrappa a scelte geografiche, noi siamo europeisti convinti e per noi è fondamentale che le istituzioni europee funzionino ed è importante che ci siano candidati in grado di rappresentare il nostro comune destino di cittadini europei".
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