sabato 13 dicembre 2014

Renzi: "A testa alta contro la corruzione è nostro dovere cambiare le regole"

"Sulla corruzione è nostro dovere cambiare le regole del gioco". Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei Ministri che ha varato nuove e più aspre norme contro la corruzione.
"Pensiamo che la corruzione non si combatta solo con le norme: è una questione educativa, culturale e una grande grande sfida per il Paese", ha aggiunto. "Noi siamo persone che vanno a testa più che alta su questi temi, ma pensiamo che si debba fare di più sulle norme perché se ci sono patteggiamenti che consentono di non andare in carcere, è nostro dovere cambiare le regole del gioco. Abbiamo mantenuto l'impegno preso. I quattro punti di cui abbiamo discusso li confermiamo, vanno a integrare il disegno di legge sul penale, non è un nuovo disegno di legge ma quello di Orlando di settembre, è irrobustito da queste norme".
Ha chiarito Renzi: "Le norme approvate prevedono l'aumento della pena minima da 4 a 6 anni e la massima da 8 a 10 anni, e la restituzione del maltolto. Il punto centrale è che chi viene condannato, deve pagare tutto, fino all'ultimo giorno, fino all'ultimo centesimo".
Il premier ha ribadito: "Quella data dal Governo sulla corruzione è una risposta seria, speriamo che il Parlamento, sia il più veloce possibile. Sul provvedimento di contrasto alla corruzione c'è stata la piena condivisione di tutti. Del resto era stata già fatta una discussione ad agosto".
A chi gli ha chiesto come mai non fosse stato fatto un Decreto legge, ha risposto: "Perché non si fanno decreti su materie penali. Non si fanno per principio". Si sappia che da questa parte del tavolo, c'è gente che non si darà tregua, finché ogni angolo d'Italia non sarà analizzato, eviscerato sui fenomeni corruttivi, se necessario, saremo disponibili a mettere la fiducia, ma bisogna fare presto".
Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, durante la conferenza stampa ha chiarito, che "la prescrizione si allunga di due anni dopo la condanna di primo grado e di un anno dopo il secondo grado, come avevamo previsto. E che il patteggiamento che rimane una via possibile, non potrà escludere la possibilità della pena detentiva. E aumentando la pena massima, aumenta anche il termine di prescrizione per la corruzione. Inoltre, l'aggressione ai patrimoni, come per la lotta alla mafia, è la vera chiave di volta. Sottrarre il malloppo fa più paura della detenzione e restituisce alla società quello che le è stato tolto''.

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