venerdì 30 dicembre 2016

Cosa cambia con il nuovo accordo sulla Buona scuola

Il Ministro della Pubblica Istruzione, Valeria Fedeli
Dalla prossima primavera il personale docente potrà subito chiedere di essere trasferito. Coinvolti oltre 50 mila insegnanti

Il 29 dicembre al Miur è stato siglato l’accordo politico sul contratto integrativo di mobilità del personale docente. L’intesa – sottoscritta da Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals-Confsal – precede la firma del contratto vero e proprio che avverrà nel mese di gennaio e mette fine alle polemiche legate a uno dei punti più discussi della Buona Scuola. Sebbene, promette la neo-ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, non ci sia alcuna intenzione di smontare la riforma. Quella siglata è un’intesa a favore della scuola, spiega, per “avviare un percorso di responsabilità e serietà”.

Ecco allora in cosa consiste il nuovo cammino inaugurato dalla ministra. La legge 107, conosciuta con il nome di “Buona scuola”, impone ai docenti l’obbligo di permanenza triennale nel proprio ambito o nella propria scuola. Il nuovo accordo prevede invece una misura straordinaria che svincoli il docente da tale obbligo: dalla prossima primavera il personale docente potrà subito chiedere di essere trasferito e potrà, per questo, esprimere fino a 15 province preferite (oppure 10 province, indicando 5 scuole).

Questo varrà sia per gli spostamenti all’interno che fuori dalla provincia. Ciò significa che, ad esempio, se da Genova un insegnante di ruolo non riuscirà a trovare un posto a Bari, potrà indicare anche le province vicine. Quanto all’individuazione dei docenti per competenze, i criteri saranno identificati in un accordo separato, che sarà sottoscritto insieme al contratto sulla mobilità. L’accordo sottoscritto ieri, infine, avrà l’obiettivo di individuare un quadro di requisiti stabiliti a livello nazionale che assicurino imparzialità e trasparenza.

Il Miur stima che, in conseguenza dell’intesa sulla mobilità, il 2017 sarà un altro grande anno di migrazioni. Oltre 50 mila i docenti coinvolti, secondo il ministero. Molti di più secondo i sindacati che hanno comunque voluto sottolineare il cambio di metodo “coerente con l’accordo firmato lo scorso 30 novembre tra Governo e Sindacati per la ripresa di corrette relazioni sindacali e un riequilibrio del rapporto tra leggi e contrattazione a favore di quest’ultima” nonché “l’atteggiamento di attenzione e apertura al dialogo” della ministra Fedeli.

Un’atteggiamento che emerge anche dalle parole che la titolare del dicastero dell’Istruzione ha utilizzato nel commentare l’accordo raggiunto: “Vogliamo aprire l’anno scolastico 2017/2018 nelle migliori condizioni – ha assicurato – per questo stabiliremo un cronoprogramma di lavoro molto preciso che, a partire dall’intesa di oggi, tappa per tappa, dalla mobilità alle assunzioni, all’assegnazione delle supplenze, garantisca al sistema di poter funzionare al meglio e agli studenti di avere docenti in cattedra e una scuola che funzioni dal primo giorno. Questo sarà lo sforzo a cui ci dedicheremo quotidianamente”.

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