Facciamo un po’ di chiarezza su un tema spinoso con cui spesso il populismo gioca: i vitalizi
Il Movimento 5 Stelle torna alle origini e rispolvera i vecchi cavalli di battaglia per trovare la giusta spinta e conquistare le prossime politiche. Per questo sulla scia dell'approccio purista degli albori tutto “onestà” e “apriscatole” va all’attacco di Renzi per chiedere di far approvare la propria proposta di legge per l’abolizione del vitalizio dei parlamentari.
I Cinque Stelle infatti temono che deputati e senatori vogliano tirare a campare fino a settembre per poter incassare il vitalizio. Addirittura Alessandro Di Battista ha chiesto ai suoi di condividere la richiesta sulla pagina di Matteo Renzi.
Ma facciamo chiarezza. Il vitalizio inteso come rendita parzialmente alimentata da un prelievo sull’indennità del periodo di esercizio della carica che veniva erogata sotto una certa soglia di età è stato abolito nella riforma del 2012, che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo.
Attualmente il diritto al trattamento pensionistico si matura al conseguimento di un duplice requisito, anagrafico e contributivo. Pertanto, il parlamentare ha diritto al vitalizio dopo avere svolto il mandato parlamentare per almeno 4 anni e mezzo e una volta compiuti 65 anni di età.
Quindi dal 15 settembre nessuno prenderà un vitalizio. Semplicemente i parlamentari matureranno il diritto ad incassare l’assegno pensionistico una volta compiuti i 65 anni di età.
Matteo Richetti fece una proposta di legge, firmata da altri 74 parlamentari del Partito Democratico, con cui si prevedeva il ricalcolo di tutti i vitalizi con il sistema contributivo (che quindi dovrebbe comportare una riduzione anche per gli assegni pensionistici che già vengono erogati).
Ad onor del vero una seconda proposta di legge, sempre Pd, fu depositata dalla deputata savonese Anna Giacobbe.
Una proposta che fotografava come anche all’interno del PD le posizioni erano diverse. La proposta che non era retroattiva puntava a costruire per tutti gli eletti nelle assemblee legislative una sola pensione calcolata con metodo contributivo e gestita dagli istituti dell’INPS destinati anche agli altri lavoratori e, quindi, l’adozione delle regole previdenziali comuni.
La proposta dei pentastellati appare insomma molto simile a quella presentata nel luglio 2015 – e da allora rimasta arenata -alla Camera da Richetti che infatti non ha potuto trattenersi dal rispondere per le rime a Di Battista.
@ale_dibattista visto che @matteorenzi non è in parlamento ti rispondo io su vitalizi: in attesa tua proposta che ne dici di votare la mia?
— Matteo Richetti (@MatteoRichetti) February 26, 2017
Ma Luigi Di Maio, alla Camera per presentare la proposta del M5S ha fatto sapere: “E’ una balla che i vitalizi sono stati aboliti, la pensione dei parlamentari è un vitalizio mascherato, un privilegio medievale che grida vendetta, che vogliamo abolire con una semplice delibera”. Di Maio si aspetta che la proposta, da presentare agli uffici di Presidenza di Camera e Senato “sia messa all’ordine del giorno e approvata. Se così non dovesse essere- conclude Di Maio- andremo ogni giorno, con un pensionato diverso di questo Paese, per fare direttamente pressione affinché approvino la delibera”.
Nessun commento:
Posta un commento