Dieci anni di Partito Democratico: al teatro Eliseo di Roma una grande festa per dare forza e unità al più grande partito riformista italiano ed europeo. Gli interventi di Walter Veltroni, Paolo Gentiloni e Matteo Renzi
“Dobbiamo superare questa stagione di discussione con la voglia di costruire il futuro. I prossimi dieci anni saranno meravigliosi”: questo l’augurio di Matteo Renzi al teatro Eliseo di Roma, dove il PD ha festeggiato dieci anni di vita politica. Ecco, dieci anni alle spalle - difficili ma entusiasmanti e positivi - e dieci davanti con la consapevolezza, come ha detto Walter Veltroni, che “Il passato è passato. Non ci resta che il futuro”. E’ proprio Veltroni, primo segretario del Partito Democratico, ad aprire gli interventi dei festeggiamenti per il decennale democratico, seguito da Paolo Gentiloni e Matteo Renzi.
Tre brevi discorsi fatti con la testa e col cuore, dove il leit-motiv non è tanto celebrare il decennale del più grande partito italiano, quanto ragionare sulle parole chiave del futuro prossimo.
Veltroni ne ha subito tirata fuori uno, centrale: sinistra. “Non abbiate mai paura della parola sinistra. Non camuffatela. Non è solo una collocazione parlamentare ma un’idea di giustizia e libertà”, anche se, ammette Veltroni, “la sinistra ci ha messo troppo a capire che libertà e giustizia non sono separabili. Per me sinistra è quel ragazzo con le buste della spesa in mano e non il carrarmato del regime cinese”, ha proseguito Veltroni, riferendosi alla famosa immagine di piazza Tien-An-Men.
Una parola guida, insomma, ma non dogmatica, al contrario aperta e inclusiva, flessibile e capace di leggere il presente in modo non superficiale. “Siamo in una fase della storia difficile -ha affermato l’ex segretario PD - non mi sono mai spiegato la Shoah. Ma è successo. E quando si leggono i libri di storia ci si chiede come abbiano fatto i contemporanei a non capire. Noi siamo di nuovo in una cruna dell’ago della storia”.
Il Pd appartiene al popolo che lo ha creato
e chi se ne va sta tradendo se stesso
Matteo Renzi
E questa idea della storia non come inesorabile cammino verso “le magnifiche sorti e progressive” ma come faticoso e necessario lavoro di responsabilità individuale, è ripresa da Gentiloni. Un tempo difficile, dove le coordinate del mondo sono di nuovo cambiate: prima la guerra fredda, poi la caduta del muro di Berlino e ora l’incertezza di una storia senza mappa: “Il futuro è una terra incognita le cui mappe sono ancora da scrivere -ha sostenuto Gentiloni- e dobbiamo muoverci forti dei nostri valori sapendo che devono adattarsi alle nuove realtà: apertura contro chiusura, Europa contro sovranismo, fiducia contro paura, equità contro privilegio, ambiente contro spreco egoista. Chi dice non abbiamo valori dimentica queste semplici antitesi che caratterizzano i democratici in tutto il mondo. e questi valori devono essere in grado di resistere alla prova governo”.
E aggiunge: “Ricordo l’epoca bella degli anni Novanta, del mondo piatto, della fine della Storia, della terza via. Andava di modo dire che le distanze tra destra e sinistra si erano accorciate di molto. Dimentichiamoci quel tempo, cari amici e cari compagni. Oggi le linee di faglia sono più chiare ed evidenti che mai”.
Ecco il ruolo del PD, ribadito da Matteo Renzi: aiutare ciascuno di noi, insieme, a disegnare nuove mappe e nuove rotte. E il PD è l’unico partito che può farlo, perché è nato con una missione: portare al governo la sinistra. “Se non ci fosse stato il PD 10 anni fa – ricorda Renzi – oggi la sinistra in Italia sarebbe semplicemente irrilevante. Bisogna avere il coraggio di riconoscerlo mentre diciamo grazie a chi ci ha portato fino a qui”.
Il progetto è riuscito, è vivo, siamo noi quel progetto
e ora la sfida è sul senso di una sinistra di governo.
Paolo Gentiloni
“Il PD è la possibile grande risorsa di questa Paese” insiste Veltroni, ammonendo che “La notizia che un elettore sinistra vorrebbe sentire è: un giorno, anche solo 24 ore, senza una scissione o un litigio”. E Matteo Renzi torna sull’analisi di pregi e difetti del Pd: “Abbiamo un nemico è l’autoreferenzialità, il parlarsi addosso, le nostre divisioni” e aggiunge “Chi farà il premier? Non mi interessa ‘chi’, mi interessa ‘come’, per esempio come farà la battaglia in Europa“.
A differenza delle finte primarie di altri, il PD ha primarie vere ed è proprio “il popolo delle primarie a portare in salvo quello che serve” e in ciò che serve ci sono anche le ricette del PD per il Paese: ricette riformiste, non ideologiche, concrete.
“L’austerità ha fallito, ha creato disoccupati” spiega Renzi, che aggiunge : “Il lavoro non si tutela mettendosi sulle barricate a difendere un totem ideologico, ma creando posti di lavoro e evitando le dimissioni in bianco”. Niente ideologia anche sul resto: basta riforme calate dall’alto sulla scuola, più attenzione ai giovani anche progettando un mese di servizio civile obbligatorio.
Non abbiate mai paura della parola ‘sinistra’.
Walter Veltroni
Davanti al Pd, spiega Renzi, c’è “una destra populista del Movimento 5 stelle e una destra che è ancora più forte e più mi preoccupa che tiene insieme Berlusconi e Salvini. Se il Rosatellum, come spero, sarà approvato a breve al Senato, abbiamo di fronte a noi un corpo a corpo in tutti i collegi con il centrodestra”.
E’ dunque necessario un PD unito, libero, forte. “Il M5s – aggiunge il segretario PD – appartiene al fondatore, al figlio del fondatore e al commercialista e si avvale di una esperienza privata. Forza Italia appartiene a un leader. Il PD è tutta un’altra storia. Il PD non appartiene al fondatore Walter Veltroni, al premier Paolo Gentiloni e tanto meno al segretario pro-tempre. Appartiene al popolo che lo ha creato e chi se ne va sta tradendo se stesso“.
Ecco perché, oltre agli auguri per i dieci anni di vita, le altre parole di Renzi che strappano nuovi applausi sono quelle che guardano all’impegno elettorale: “Ho la presunzione di dire che solo il PD ha le carte in regola per affrontare gli elettori e vincere con la politica”. Auguri PD!
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