giovedì 28 febbraio 2013

Abbiamo il dovere (e il diritto) di indicare una soluzione per il governo del Paese. Ma nessun "abbraccio mortale" con il PdL

di Stefano Bonaccini (Segretario regionale PD Emilia-Romagna)

Inutile che ci giriamo intorno. Il voto non è andato bene: siamo la prima forza del Paese, ma ben al di sotto delle nostre attese.
Non abbiamo intercettato a sufficienza la richiesta di cambiamento del sistema politico, nè il disagio sociale derivato da questa drammatica crisi economica.
E' finita un' epoca, se ne aprirà un' altra. Nel mentre però, ci sono milioni di persone che non hanno lavoro o reddito sufficiente a vivere con dignità. A questi non interessano le dispute tra noi, ma la speranza che qualcuno pensi a loro. Cosi come a tante imprese che han retto nella crisi, ma che di fronte ad una Italia che scivola verso la Grecia, vedono soltanto il baratro, con conseguente altro danno all'economia italiana e alla concreta possibilità di altri milioni di lavoratori a rischio.
Ora penso che avendo la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato, in virtù di una legge surreale, abbiamo il dovere (non solo il diritto!) di indicare una proposta, senza scorciatoie o politicismi.
Per me è questa: pochi chiari punti di programma, dalla necessità di una nuova legge elettorale, al taglio dei costi della politica, da leggi per la moralizzazione e la legalità (penso ad una severa legge anti-corruzione), alla riforma del bicameralismo, con dimezzamento dei parlamentari e una sola Camera legislativa. E provvedimenti che ridiano un po' di fiato all'economia, al lavoro e ai territori: sblocco del patto di stabilità dei Comuni virtuosi per far partire immediatamente migliaia di cantieri, con risorse già disponibili per miliardi di euro; togliere IMU prima casa fino a 500 euro; pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese; rifinanziamento cassa integrazione per migliaia di lavoratori che nelle prossime settimane perderebbero l'unico ammortizzatore sociale passando direttamente alla disperazione, ecc.
Se questi (o altri, simili) saranno i punti di una proposta che prova a cambiare l'Italia come si attendono milioni di italiani, voglio vederli i parlamentari a cinque stelle alzarsi e dire di no.
Sarebbe legittimo, ci mancherebbe ...ma parte di quelle proposte sono anche loro, in toto o similari. Affinchè ognuno si prenda la propria responsabilità. La protesta è arrivata, ma penso che anche una parte di chi li ha votati si aspetti che arrivino proposte e non il "tanto peggio, tanto meglio", che è sufficiente solo per chi la sera una bistecca nel piatto la trova.
Ciò che non possiamo permetterci è l'abbraccio mortale con Berlusconi. E' ciò che vorrebbe Grillo, è ciò che ci ucciderebbe definitivamente.
Ora al lavoro per provare a trovare una soluzione utile all'Italia. E se non sarà possibile, si torni a votare, anche se il vero dramma sarebbe tornarci con questa legge elettorale che rischierebbe di sancire o nuova ingovernabilità o avventure, mettendo seriamente, a quel punto, il Paese lungo una deriva greca o peggio. Dopodichè, presto, apriremo la discussione sul nuovo gruppo dirigente da dare al PD.

Nessun commento: