mercoledì 21 gennaio 2015

Vi ricordate Penati? ...il cosiddetto "sistema Sesto"? Il grande accusatore ritratta! Le accuse erano false e infondate.

Ritratta in aula l’architetto-accusatore di Penati. L’inchiesta sulle tangenti alla Milano-Serravalle. Sarno: «Una versione costruita per i PM per poter uscire dal carcere» 


Renato Sarno, architetto indagato per corruzione e finanziamento illecito insieme e Filippo Penati e a una decina di altri imputati, è comparso ieri per la prima volta in aula e ha ritrattato quanto aveva detto in precedenza durante gli interrogatori dei pubblici ministeri Walter Mapelli e Franca Macchia. Sulle dichiarazioni di Sarno si basava buona parte dell’accusa nel processo sul cosiddetto “Sistema Sesto”. Sarno ha parlato di «interrogatori in manette» e ha spiegato i suoi rapporti con Penati dicendo che le sue vecchie dichiarazioni erano state «frutto di una serie di angosciosi condizionamenti» mentre si trovava in carcere in custodia cautelare: «Ho subito pressioni di tutti i tipi. Mi è stato chiaro che se non avessi detto qualcosa su Penati non sarei uscito da lì».

Dall’inizio
L’inchiesta che ha coinvolto Filippo Penati – sindaco di Sesto San Giovanni con il centrosinistra dal 1994 al 2002, presidente della provincia di Milano dal 2004 al 2009, ex coordinatore della segreteria di Pier Luigi Bersani al Partito Democratico e, fino al 2011, vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia – è cominciata nel 2011. I reati contestati sono tre: concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti.

Le vicende che vedono coinvolto Penati sono principalmente due. La prima è relativa a un’area del comune di Sesto San Giovanni definita “area Falck” o “area ex Falck”, dal nome delle acciaierie che una volta avevano lì la loro sede. Come sindaco di Sesto fino al 2001, Penati secondo l’accusa avrebbe favorito alcuni privati e società (tra cui la Caronte srl dell’imprenditore Piero Di Caterina) concedendo permessi edili in cambio di denaro e finanziamenti.

C’era poi una vicenda più ampia che riguarda la cosiddetta “operazione Serravalle”: la provincia di Milano aveva acquistato nel 2005 il 15 per cento della società che possedeva l’autostrada A7 Milano-Serravalle dall’imprenditore Marcellino Gavio, azionista di minoranza, facendogli incassare in pochissimo tempo una plusvalenza pari a 179 milioni. L’affare sarebbe stato accompagnato dal versamento di una tangente a favore di Penati e del suo capo di gabinetto, Giordano Vimercati.

Che cosa ha detto Sarno
Renato Sarno ha completamente ritrattato quanto dichiarato nell’interrogatorio del 4 febbraio 2013. Ha smentito che Penati gli abbia detto, come messo a verbale due anni prima, di aver dovuto comprare le azioni della Serravalle dal gruppo Gavio e ha negato che Penati gli disse di essere obbligato a concludere quell’operazione «perché l’acquisto», avrebbe detto Penati, «mi venne imposto dai vertici del partito nella persona di Massimo D’Alema». Sarno ha anche spiegato il motivo della sua ritrattazione: «Furono dichiarazioni figlie di un mio stato psicologico deteriorato. Non le confermo. «Ero in carcere per un’imputazione [la presunta tangente ricevuta da Edoardo Caltagirone per il recupero di un'area della ex Falck] ma era come se fossi detenuto per altre questioni. Ero in uno stato di pena e disagio».

Per quanto riguarda il file Excel trovato nel suo computer, Sarno ha detto: «Quelle somme sono semplici finanziamenti che ho raccolto per la campagna elettorale tra gli imprenditori con cui avevo rapporti professionali. L’ho fatto per Penati come, in altre occasioni, per la comunità di don Mazzi, o alcune iniziative in Africa».

Al termine dell’udienza, Filippo Penati ha dichiarato: «Anche oggi si sta confermando che questo è un processo basato unicamente sulle dichiarazioni dei miei due presunti accusatori, Piero Di Caterina (imprenditore dei trasporti) e Giuseppe Pasini (costruttore). Le loro si stanno dimostrando accuse false e contraddittorie. Dalle indagini, che sono state molto lacunose, non è emersa alcuna prova contro di me».
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E adesso, chi risarcirà Filippo Penati, il Partito Democratico, del danno subito, delle ingiuste accuse? Qualcuno chiederà, almeno, scusa?


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