lunedì 25 gennaio 2010
Delbono: ''Mi dimetto da sindaco perché la città viene prima di tutto''
Il sindaco di Bologna, Flavio Delbono ha annunciato nell'aula del consiglio comunale di Palazzo D'Accursio (nella foto) la sua decisione di dimettersi, in seguito alle vicende giudiziarie del cosiddetto 'Cinzia gate' che lo vedono indagato per abuso d'ufficio, peculato e truffa aggravata.
"Per me Bologna viene prima di tutto, è per questo che - ha dichaiarto Delbono in Consiglio comunale e ribadito nella successiva conferenza stampa - siccome i tempi e i modi richiesti per difendermi eventualmente in sede giudiziaria rischiano di avere ripercussioni negative con la mia attività di sindaco, ho già deciso in piena coscenza che rassegnerò le dimissioni dalla mia carica".
"Per senso di responsabilità - aggiunge Delbono - seguirò modi e tempi che dovranno tenere presenti il bene prioritario per la città, a partire dal fatto che nei prossimi giorni inzierà in aula l'esame per l'approvazione del bilancio 2010 di cui rivendico la bontà, così come sono orgoglioso delle cose fatte in questi mesi".
"La mia consapevolezza di estraneità agli illeciti contestatemi - ha continuato - mi rassicura sulla capacità di dimostrare nelle sedi competenti la correttezza dei miei comportamenti. Ciò mi ha fatto dire che non avrei ritenuto necessario presentare le dimissioni da sindaco, neppure in presenza di un eventuale rinvio a giudizio. Tuttavia - ha aggiunto - la storia di questa città e la lunga tradizione di impegno civico e di amministrazione ha fatto sì che a Bologna ci sia una cultura diversa rispetto ad altre realtà".
"Ho sostenuto la totale liceità del mio comportamento su vicende che, a mezzo stampa, potevano insinuare dubbi o sospetti sul mio operato", ribadisce Delbono riferendosi all'interrogatorio di 5 ore subito sabato scorso davanti al pm della Procura di Bologna Morena Plazzi, ma "una vicenda giudiziaria che coinvolge il sindaco - sottolinea - è ovviamente anche una vicenda con risvolti politico istituzionali".
"Ho contestato gli addebiti mossi dal pm - insiste - fornendo anche elementi documentali e citando testimoni a dimostrare la correttezza del mio comportamento e l'uso proprio del denaro pubblico". Poi ammette di aver "riconosciuto la presenza di un disguido o di una incomprensione tra me e la mia segreteria. Ciò che ha provocato - spiega - il rimborso di una diaria di 490 euro per un viaggio di missione che non avevo fatto. Attraverso il mio avvocato sto provvedendo alla restituzione di tale somma alla Regione Emilia-Romagna". L'intera indagine, infatti, verte sulle missioni all'estero che Delbono fece insieme all'ex compagna e allora segretaria, Cinzia Cracchi, quando era membro della giunta regionale.
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