venerdì 29 gennaio 2010

Governo anti-‘ngrangheta con (alcune) proposte del PD!


Il Consiglio dei Ministri, riunito a Reggio Calabria (nella foto), annuncia l'istituzione dell'Agenzia per i beni confiscati e l'introduzione della parola ‘ndrangheta nel codice: il PD le sollecita da oltre un anno. Bersani le aveva nuovamente richiamate in occasione della visita a Reggio Calabria e a Rosarno il 14 gennaio scorso (7 punti per dare più forza al contrasto alla 'ndrangheta).
Ma tra le proposte del PD, oltre alla riformulazione dell’art.416/bis del codice penale per l’inserimento della parola ‘ngrangheta (punto 2), all’immediata istituzione dell’Agenzia dei beni confiscati (punto 4), c’è anche la rapida approvazione delle norma contro l’autoriciclaggio (punto 1), la discussione in parlamento del DDL del PD per l’assegnazione alle Procure dei magistrati di prima nomina (…oggi non è possibile) per sopperire i problemi di organico (punto 3), l’immediata estensione dei Protocolli per la legalità per prevenire l’affidamento di appalti e subappalti a ditte e imprese controllate dalla mafia (punto 5).
Di tutto questo nelle intenzioni del governo non c’è traccia.
E tra le proposte del PD c’è anche la modifica della norma, voluta dal Governo in finanziaria, della vendita all’asta dei beni confiscati, che ha sollevato la protesta e l’indignazione di tante associazioni in prima fila nella lotta alle mafie, tra cui l’Associazione Libera di don Luigi Ciotti.
E c’è la richiesta di ritiro del DDL del governo che limita il ruolo delle intercettazioni telefoniche come mezzo di ricerca della prova.
E c’è l’introduzione di norme per colpire il caporalato e il rapporto tra mafia e sfruttamento dei lavoratori immigrati.
Ma ciò che non si dice è che – al di là degli spot e della propaganda a uso e consumo del TG1 di Minzolini – ci sono stati nei mesi scorsi provvedimenti del Governo che non hanno certo aiutato e favorito la lotta e il contrasto alle mafie: lo scudo fiscale, che ha permesso il vero e proprio riciclaggio di enormi capitali trasferiti illegalmente all’estero e frutto di attività altrettanto illegali; la vendita all’asta dei beni confiscati alla mafia (come richiamato sopra), che contrasta con le finalità della legge Rognoni-La Torre che ha introdotto nella nostra legislazione il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni ai mafiosi; l’eliminazione delle norme introdotte dal Governo Prodi sulla tracciabilità dei pagamenti.
E oggi, l’inquietante tentativo di riaprire i termini del condono edilizio!
Per fortuna, la magistratura, malgrado gli attacchi e i tentativi di delegittimazione, e le forze dell’ordine, malgrado i tagli e la mancanza di mezzi, sono in prima linea per assicurare alla giustizia i mafiosi latitanti e per contrastare la criminalità organizzata.

...A prosposito, cosa aspetta Nicola Cosentino a dimettersi da sottosegretario all'economia? E cosa aspettano Salvatore "Totò" Cuffaro (condannato a 7 anni per favoreggiamento aggravato a "Cosa Nostra") e Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa) a dimettersi dal Senato?

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