sabato 3 luglio 2010

Le nostre idee per cambiare l'Europa


Il convegno romano sull’Europa ha aperto le celebrazioni del PD per il 150° dell’Unità d’Italia

Diritti, lavoro, uguaglianza, equità cosa sono oggi? Parole guida che negli anni della lobalizzazione sono sempre più interconnesse.
E oggi il tema che i partiti progressisti devono affrontare non è se sia morta la socialdemocrazia, ma trovare nuove ricette per affrontare i temi aperti dalla globalizzazione. "C'è una fase storica che ha visto colpite le ricette della globalizzazione", ha sottolineato il segretario del PD, Pier Luigi Bersani intervenendo al seminario "L'italia in Europa e nel mondo. Dove eravamo, dove saremo" promosso dal "Centro Studi del PD" diretto da Gianni Cuperlo, insieme al Forum Esteri.
"Della crisi la destra ha fruito, ma non ha aperto altre strade - ha detto - ora si aprono delle possibilità ed i partiti progressisti, comunque si chiamino, sono di fronte a questo problema. Questa è la sfida". Per Bersani l'unica via è quella di un fronte unito dei partiti progressisti europei. "La dimensione dei progressisti è quella continentale. Dobbiamo riprendere l'orgoglio di una visione europeista e serve il coraggio delle riforme: bisogna dire che non si cresce senza cambiamenti". Per esempio, "in questo momento di crisi, servirebbero alcune misure europee sulla crisi, sul lavoro e sull’ambiente. Allora l’Europa riprenderà subito contatto con la gente".
Perché, ha aggiunto, se é vero che "la destra ha preso i voti coltivando le paure", é anche vero che "non ha un orizzonte, non sa dove portarla la gente e questo distacco coinvolge tutti".

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