venerdì 17 settembre 2010

La Lega Nord colpita dalla questione morale e dalla “parentopoli”


Nonostante i latrati del Carroccio sulla Roma Ladrona che ruba i soldi al Nord, non sembrano essere imbarazzati quando si tratta di assumere o far assumere parenti o conoscenti per le vie brevi. Fra lo scippo dei correntisti per salvare la Credieuronord insieme a Giampiero Fiorani e l’impegno indefesso sulle quote latte a favore della lobby degli allevatori, la Lega è un partito un po’ particolare.E’ stato Zaia a lanciare l’allarme, preoccupato della pesante questione morale che sta coinvolgendo la Lega Nord. “Non possiamo permetterci di essere criticati per i nostri comportamenti amministrativi ”, ha dichiarato Zaia, “noi della Lega abbiamo il dovere d’essere doppiamente puliti rispetto agli altri, perché da noi i cittadini si aspettano il massimo del rigore”. La Lega a favore della legalità e della moralità? I casi giudiziari in Lega sono oramai diventati all’ordine del giorno. Da Edouard Ballman, il presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, aveva pensato fosse ok gestire le sue auto blu in maniera molto “allegra”; ai finanziamenti illeciti che il partito ha racimolato: il primo, quei 200 milioni di euro dalla Ferruzzi incassati dal tesoriere del Carroccio, che causò a Bossi una condanna per finanziamento illecito, per arrrivare al famoso patto di ferro con Giampiero Fiorani; pronto a salvare la Credieuronord con i soldi dei suoi correntisti pur di ottenere coperture politiche per i suoi progetti di scalata, Fiorani mise a disposizione della Lega anche soldi per attività politica generica, consegnati ad esempio ad Aldo Brancher con destinazione Roberto Calderoli, che ci doveva pagare alcune spese elettorali. La Lega contro il malcostume della politica? A parole, forse: ma quando si tratta della famiglia, i nordici padani si sentono italianissimi. Ci provò Bossi a mandare uno dei suoi figli a Strasburgo, a dare una mano all’europarlamentare Matteo Salvini, ma sull’onda della protesta popolare fu costretto a lasciar stare: poi, arrivò il Trota, e quello che successe lo sappiamo tutti. Forse sappiamo meno quel che sta mettendo in piedi il governatore del Piemonte Roberto Cota, accusato di aver “portato a segno” da quando è presidente “una clamorosa infornata di mogli, cugini e cognati” sotto l’ombra della Mole. E lo sapevate che Marco Reguzzoni, attuale capogruppo del Carroccio a Montecitorio e già presidente della Provincia di Varese è il marito di Elena Speroni, figlia di quel Francesco Speroni esponente di primo piano della Lega prima versione? E quando Flavio Tosi, sindaco di Verona, è stato rieletto, la moglie, dipendente regionale, è stata misteriosamente promossa a dirigente, così dicono.

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