Il tricolore della Repubblica Cispadana |
Ma il tricolore compare la prima volta qualche anno prima, il 14 novembre 1794 a Bologna, come coccarda puntata sugli abiti dei patrioti in una sommossa popolare contro il potere assolutista dello Stato pontificio. Ad animare la sollevazione furono due giovani studenti, Luigi Zamboni e Giovanni Battista De Rolandis che presero come riferimento i colori della rivoluzione francese, ma sostituendo al blu il verde. Il significato allegorico è rimasto comunque lo stesso: un tricolore come traguardo di un popolo che mirava ad avere Giustizia, Uguaglianza, Fratellanza. Tre obiettivi senza i quali non ci può essere Dignità, Democrazia, Prosperità.
Il 18 maggio 1796 i colori di questa coccarda sono accettati da Napoleone, a Milano, e questi consegna alla Guardia Civica, alla Legione Lombarda e alla Guardia Nazionale una bandiera a strisce verticali verde bianca e rossa. Nel corso di questa cerimonia Napoleone specifica che questi tre colori provengono dalla coccarda della sollevazione bolognese. Infatti, dice testualmente: "Visto che loro (i due studenti) hanno scelto questi tre colori, così siano". Il 9 ottobre 1796 (18 vendemmiaio anno V) la Legione Italiana emanazione della Legione Lombarda riceve dal Bonaparte un tricolore con la stessa composizione della coccarda di De Rolandis e Zamboni. Il 18 ottobre dello stesso anno, (27 vendemmiaio) il Senato riunito a Bologna e Modena decreta che sia creata una bandiera a bande verticali con questi tre colori, simbolo della nuova Repubblica Cispadana, prima tappa di una nuova Repubblica Italiana.
Il 7 gennaio del 1797 a Reggio Emilia, i convenuti delle assise fanno proprio il nuovo stendardo e s’impegnano a chè esso diventi universale.
Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli Stati della Chiesa. Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde esprimono una comune speranza, che accende gli entusiasmi e ispira i poeti: "Raccolgaci un'unica bandiera, una speme", scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo “Canto degli Italiani”. E quando si dischiuse la stagione del '48 e della concessione delle Costituzioni, quella bandiera divenne il simbolo di una riscossa ormai nazionale, da Milano a Venezia, da Roma a Palermo.
Il tricolore del 1848 |
All’indomani della Liberazione e della fine della seconda guerra mondiale, con la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall'Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all'articolo 12 della nostra Carta Costituzionale. E perfino dall'arido linguaggio del verbale possiamo cogliere tutta l'emozione di quel momento:
Il tricolore repubblicano del 1948 |
Prima dell'Inno di Mameli, composto nel 1847, la musica che rappresentava il nostro Paese era la Marcia reale d'ordinanza di Giuseppe Gabetti, un inno che rimase fino alla caduta della monarchia, nel 1946. Tra il 1946 ed il 1947 lo sostituirono La leggenda del Piave e poi Fratelli d'Italia.
(per saperne di più vai sul sito della Presidenza della Repubblica)
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