La scintilla tunisina sta infiammando il medio-oriente e il nord Africa. Le rivolte popolari che chiedono libertà e democrazia, riforme sociali ed economiche, si sono estese dalla Tunisia all’Egitto, al Bahrain, allo Yemen, a Djibuti e alla Libia. E proprio in Libia il colonnello Muammar Gheddafi pur di difendere il proprio potere dispotico – che detiene da 42 anni, dopo il colpo di stato del 1969 - ha scatenato una repressione brutale e sanguinosa.
Si parla di decine di morti a Bengasi, dove più forte e intensa è stata la sollevazione del popolo.
L’eccidio a Bengasi, 1.000 km ad est di Tripoli, è avvenuto quando le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro dimostranti che protestavano dopo i funerali di altri dimostranti uccisi in precedenti episodi di violenza. Ma malgrado la reazione e la repressione delle forze speciali fedeli a Gheddafi, la gente continua a combattere strada per strada. E la sollevazione si allarga ad altre città e località della Libia.
L’attivista Badawi Altobawi ha dichiarato alla Reuters che la Libia sarà come la Tunisia e l’Egitto. ”Continueremo a dimostrare e protestare fino a quando il regime cadrà. Non si torna indietro, questa è una protesta guidata dai giovani. Sono scesi in strada come i loro fratelli in Tunisia e in Egitto. E’ un movimento di popolo spontaneo, e ogni giorno che passa siamo più organizzati”.
E il Governo italiano cosa fa? Dal Ministro degli esteri, Frattini, neanche una parola. Berlusconi, interrogato sugli avvenimenti libici, a proposito di Gheddafi ha detto “No, non l’ho sentito. La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno”.
Proprio così, “non mi permetto di disturbare nessuno”. E’ troppo impegnato l’amico Muammar, a
ordinare a forze di sicurezza, mercenari arruolati, criminali comuni liberati per formare squadroni della morte, di reprimere nel sangue la rivolta in Cirenaica.
La Farnesina si limita a sconsigliare “viaggi non essenziali” in Cirenaica. La linea del governo italiano è “non disturbare il Colonnello. Tenere un profilo bassissimo, underground”.
Una vergogna a cui l’opposizione democratica si ribella.
Altro che silenzio! Il Governo, il Ministro degli esteri, devono chiedere, pretendere, la fine della repressione e sollecitare una comune azione dell’Unione Europea. L`Italia deve farsi capofila di una iniziativa politica europea in tal senso. L’Italia e l’Europa devono stare dalla parte dei popoli che chiedono libertà e accompagnare, sostenere la transizione democratica dei paesi del nord Africa e del medio-oriente.
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