sabato 26 febbraio 2011
Guardate la realtà
«Un esodo biblico come non si era mai visto» (Roberto Maroni, ministro dell'Interno, 11 febbraio 2011).
«Ci aspetta un esodo biblico: 200-300.000 immigrati» (Franco Frattini, ministro degli Esteri, 22 febbraio 2011).
Due dichiarazioni quasi identiche, ma ispirate da situazioni diverse: quella di Maroni è precedente all'esplosione della Libia (e si riferisce allo sbarco a Lampedusa di poche migliaia di tunisini), quella di Frattini è successiva.
Verrebbe da dire che il concetto di “esodo biblico” nel nostro governo è molto elastico. La verità, purtroppo, è che anni e anni di cultura dell'emergenza hanno stravolto il significato di molte parole. E adesso che l'emergenza rischia di diventare serissima, le parole si prendono la loro giusta vendetta.
Faceva quasi tenerezza ieri sentire il ministro dell'Interno invocare la solidarietà dell'Europa e chiedere la realizzazione di un sistema continentale per l'asilo. Ma non avevamo risolto tutto da soli con la collaborazione dell'amico Gheddafi? Dove sono finiti i proclami che fino a pochi mesi fa dichiaravano “sconfitta” l’emergenza-immigrazione? E quelle risposte sprezzanti che venivano date ai noi “buonisti” quando denunciavamo i campi di tortura libici?
Per esigenze di pura propaganda per anni si è presentato come un'emergenza - biblica naturalmente – il flusso migratorio via mare (che rappresentava meno del 10 per cento degli ingressi irregolari in Italia). Ancora per esigenze di propaganda (con gli immigrati bisogna essere “cattivi”, ricorda ministro?) si è dissipata la credibilità della quale, nonostante tutto, ancora godevano nelle ex colonie. E infatti alla lunga lista delle vicende che hanno fatto precipitare la nostra credibilità internazionale si ora è aggiunta la totale incapacità della nostra intelligence di immaginare quel che stava per accadere in Libia. Del resto (l'incredibile Frattini al Corriere della Sera di ieri) «a parte Gheddafi non conosciamo nessun altro. Nessun altro politico, partito. E adesso ci è impossibile immaginare un futuro».
In effetti anche per noi è molto difficile, perché terrorizzante, pensare al futuro in presenza di un tale ministro degli Esteri, ma vogliamo farlo, ostinatamente, se non altro per limitare la quantità di macerie che dovremo raccogliere quando con Berlusconi sarà partito per Antigua. E dunque, un suggerimento: continuate così, abbassate le orecchie, ascoltate le organizzazioni umanitarie, i demografi, gli economisti. E soprattutto fate lo sforzo di spostare lo sguardo verso la realtà. Non è difficile: le foto dei massacri parlano chiaro. Dall'altra parte del nostro mare sta accadendo qualcosa di enorme. Non si sa come andrà a finire (col consueto senso dell'opportunità ieri il nostro premier, mentre giungevano le prime cifre dello sterminio, ha sostituito l'emergenza biblica con quella coranica) ma si sa benissimo quel che non deve succedere. Condannate senza mezzi termini il lestofante che avete osannato, attrezzate il Paese per dare asilo a chi lo combatte, mettete l’Italia in prima fila tra gli stati dell’Occidente che sostengono questa rivolta democratica. Fate almeno finta di credere che i diritti umani sono universali. Se non altro perché, in questo momento, conviene anche a voi.
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