martedì 5 aprile 2011

Caso Ruby: via libera della Camera al “conflitto di attribuzione”. Per la maggioranza del parlamento (PdL e Lega Nord) la “signorina” era la nipote di Mubarak

La Camera ha detto sì a elevare il conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria sul caso Ruby, in cui è coinvolto il Presidente del Consiglio Berlusconi. La deliberazione è passata con 12 voti di differenza. Nel dettaglio, i voti a favore sono stati 314, quelli contrari 302.
In altre parole la Camera ha deciso che Berlusconi non può essere processato dal Tribunale di Milano ma bensì dal Tribunale dei Ministri (perché, sostengono, nell’intervenire a favore di Ruby ha agito come Presidente del Consiglio, nella convinzione che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak… Berlusconi avrebbe cioè agito “nell’interesse dello Stato” e per evitare un incidente diplomatico!).Tutti sanno che non è vero, ma la destra (PdL e lega) ha deciso che è così.
Ma perché voglioni sottrarre il processo al Tribunale di Milano per trasferirlo al Tribunale dei Ministri? Semplice: per poi potere negare l'autorizzazione a procedere e fare finire nel nulla il processo in modo che Berlusconi possa dire di essere stato assolto. Quindi un'altra soluzione "ad personam", a misura delle esigenze del premier.
E mentre si consumava questa ennesima umiliazione del Parlamento, continuava la campagna acquisti. Hanno infatti votato a favore del conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato i due deputati liberaldem Daniela Melchiorre e Italo Tanoni che avevano fondato il terzo polo con UdC, ApI e FLI) e che oggi sono stati ricevuti dal premier a Palazzo Grazioli.

Oggi alle 18 il PD era in piazza a Roma, al Pantheon, con il segretario Pier Luigi Bersani per una iniziativa di denuncia contro le leggi ad personam e per la dignità del Parlamento.

Quando ministro Alfano ha annunciato la sua epocale riforma della giustizia il PD aveva detto che, tempo 15 giorni, si sarebbe tornati alle leggi ad personam. Detto e fatto! Ora la Camera deve votare una prescrizione breve costruita su misura di Berlusconi. Una prescrizione che salverà lui e libererà migliaia di criminali, il tutto senza che la Lega di Bossi dica qualcosa sulla sicurezza. Per la Lega Nord, evidentemente, è più importante salvare furbescamente Berlusconi che assicurare giustizia e sicurezza ai cittadini.

I COMMENTI AL VOTO DEL PARLAMENTO

“Oggi si è consumata un'altra pagina davvero vergognosa: con i banchi del governo pieni, è straordinario vedere il ministro degli Esteri che in piena crisi internazionale passa le sue giornate in aula a votare processi verbali, sospensive e oggi il conflitto di attribuzione che evidentemente ritiene più importante di tutto il resto”.
Lo ha affermato il presidente dei deputati democratici Dario Franceschini a conclusione del voto alla Camera sul conflitto di attribuzione per il caso Ruby.
Nel suo commento Franceschini ha sottolineato che nonostante la precettazione di tutti i deputati e gli esponenti di governo, la maggioranza è rimasta largamente al disotto dei 330 indicati da Berlusconi (314 voti).
"L'imperatore Caligola nominava senatore il suo cavallo, oggi Berlusconi ordina alla sua maggioranza di credere nello 'zio Mubarak': non so chi sia più perverso". Lo afferma in una nota l'europarlamentare del PD Debora Serracchiani. "L'arroganza di Berlusconi – ha affermato - sta assumendo proporzioni davvero inquietanti, nell'uso strumentale delle assemblee parlamentari e nelle modalità trasformiste con cui ne raffazzona le maggioranze: siamo ben oltre il limite della decenza istituzionale".
"C'e' da chiedersi quanto grande sia il timore che Berlusconi ha della giustizia - aggiunge - da indurlo a farsi scudo di una maggioranza raccogliticcia e asservita, al punto da utilizzare il proprio voto per negare l'evidenza perfino sulle parentele di Ruby. A quando - conclude - uno scatto d'orgoglio?".
“Non hanno stravinto, ma hanno avuto i voti sufficienti per offendere l'intelligenza umana, oltre al Parlamento, le leggi e la Costituzione”. Lo ha detto la presidente del PD, Rosy Bindi, commentando il voto della Camera sul conflitto di attribuzione per il processo Ruby.

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