"I dati sull'evasione fiscale 'rivelati' a livello di provincia e settori sono noti da molti anni. E' noto anche che, in un fisco di massa, con 40 milioni di contribuenti, i controlli possono fare poco. Si sarebbe dovuto proseguire con le misure di spinta alla compliance".
Lo ha detto in una nota Stefano Fassina, responsabile Economia della segreteria del PD, che ha aggiutno: "Invece, dall'inizio della legislatura, sono stati eliminati importanti strumenti per l'innalzamento della fedeltà fiscale nella fase delle dichiarazioni: dagli elenchi clienti-fornitori, alla responsabilità in solido di appaltatori e sub-appaltatori, alla tracciabilità dei pagamenti, solo in parte reintrodotta qualche mese fa, ma ancora non applicata".
"Soprattutto - ha insistito Fassina - è stata riaperta la stagione dei condoni con il devastante 'scudo fiscale', inibitore di ogni effetto dei possibili controlli sui grandi evasori. Non a caso, di fronte a qualche modesto passo avanti nel recupero di evasione sul versante dei controlli, abbiamo registrato un'ulteriore e significativa perdita di gettito dovuta alla minore compliance, in particolare sull'Iva. Il rapporto tra maggiore evasione recuperata dall'Agenzia delle Entrate e maggior gettito perso in fase di dichiarazione è di uno a dieci: un miliardo in più recuperato e 10 miliardi in più all'anno persi. Senza un netto e credibile mutamento di linea politica, l'evasione continuerà ad aumentare e l'onere fiscale sarà sempre più sbilanciato sul lavoro dipendente e sui redditi da pensione, a danno dell'equità e della crescita".
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