sabato 10 settembre 2011

Via! Ticket e governo

Via i nuovi ticket sanitari e con loro se ne vada anche il Governo nazionale che li ha imposti alla Regione. E’ questo il messaggio della campagna promossa dal Gruppo PD della Regione Emilia-Romagna e dal PD regionale. La campagna servirà anche a spiegare, in 10 domande e risposte, i criteri di applicazione del ticket rimodulato dalla Regione Emilia-Romagna.
“Con una manovra che non ha paternità politica, ma neanche i fondamenti di solidità economico-finanziaria, ma ha solo i crismi della confusione e dell’iniquità - ha affermato il capogruppo del PD Marco Monari, presentando la campagna - il governo Berlusconi ha obbligato e obbliga le Regioni a introdurre nuove tasse sulla salute e ad imporre i ticket”.

L’Emilia Romagna “ha messo in campo una modifica dell’applicazione del ticket per tentare di andare verso un modello più equo, che dia un po’ di sollievo a coloro che pagano le tasse e sono in condizioni di maggiore difficoltà, cercando di far pagare invece un po’ di più a coloro che se lo possono permettere, in base al reddito”.


La vicecapogruppo PD e responsabile Welfare del PD dell'Emilia-Romagna, Anna Pariani ha presentato in conferenza stampa cifre inequivocabili. “Per l’Emilia Romagna – sottolinea Pariani – parliamo di circa 300 milioni di euro di incasso tramite il ticket in generale, su di una spesa sanitaria che supera gli 8 miliardi, quindi non siamo neanche all’1% di copertura della spesa, siamo molto sotto lo 0,5%”. “I ticket – prosegue Pariani – non servono a coprire la spesa sanitaria, servono come deterrente al consumismo sanitario e sono strumentali al raggiungimento di un obiettivo preciso: la penalizzazione del sistema pubblico in favore di quello privato”.
Rispetto alla scelta politica del Governo, Pariani ricorda che “lo scorso anno ci hanno tagliato 380 milioni di euro, quest’anno ce ne tagliano 860. Rispetto a questi tagli le risposte potevano essere politiche di risparmio, razionalizzazioni, attenzione alla spesa farmaceutica. Avremmo fatto una battaglia anche in quel caso, ma ci sarebbe stata una discussione in cui le Regioni avrebbero fatto la loro parte nell’ambito della loro funzione di governo sanitario locale” conclude Pariani, invece “si è deciso di coprire quei tagli inserendo maggiori entrate in modo iniquo tramite il ticket, senza lasciare alcuna scelta”.

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