venerdì 22 gennaio 2016

Perchè tanti Paesi europei ricordano il 27 gennaio come 'Giorno della Memoria"?

…perché il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio nazista di Auschwitz.
Davanti a loro una scena terribile: uomini, donne e bambini ridotti a scheletro, segregati, torturati e poi uccisi e bruciati solo perché ebrei, zingari, oppositori antifascisti, omosessuali.
Era l'immagine dello sterminio. La più assurda e angosciante barbarie che mente umana abbia immaginato nel Novecento. Altre guerre e altre stragi di innocenti sono seguite a quelle di Auschwitz, di Mauthausen o della Risiera di San Sabba a Trieste, l'unico campo di sterminio nazista in Italia.
Stragi spesso ignorate o dimenticate.
Ecco perché la memoria.

La Memoria significa conoscere la nostra storia, anche nelle sue pagine peggiori.
Serve a ciascuno di noi per dire "voglio che quel passato non ritorni. Né qui in Europa, né altrove".
La Memoria è la difesa di una civiltà dove nessuno possa cancellare - nel senso di eliminare - chi è diverso da lui, perché ha la pelle di un altro colore o perché prega un altro Dio.
La giornata della Memoria, anche in Italia e per il secondo anno consecutivo, è un modo per ritornare col pensiero lì, all'ingresso di Auschwitz. E per rivedere il volto di chi, rinchiuso in quei campi, avrebbe voluto avere una vita serena, lunga, felice e invece gli è stata negata, con la violenza, con la sopraffazione.
Credo che il ricordo di quegli anni tragici ci faccia apprezzare ancora di più il valore, l’importanza, della pace e della libertà riconquistata. La possibilità di ritrovarci qui oggi, in questa sala, per ascoltare alcune delle più belle canzoni create dal talento artistico di grandi musicisti, per godere della musica e della voce di questi giovani artisti, ci fa capire ancor di più quanto grande è stato il sacrificio di chi ha sofferto e ha combattuto perché il sogno, la speranza di una vita serena, lunga, felice, non fosse/non sia più negato – a nessuno.
E’ per questo che è giusto ricordare, perché ciò che è accaduto non accada mai più.

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