Davanti a loro una scena terribile: uomini, donne e bambini ridotti a scheletro, segregati, torturati e poi uccisi e bruciati solo perché ebrei, zingari, oppositori antifascisti, omosessuali.
Era l'immagine dello sterminio. La più assurda e angosciante barbarie che mente umana abbia immaginato nel Novecento. Altre guerre e altre stragi di innocenti sono seguite a quelle di Auschwitz, di Mauthausen o della Risiera di San Sabba a Trieste, l'unico campo di sterminio nazista in Italia.
Stragi spesso ignorate o dimenticate.
Ecco perché la memoria.
La Memoria significa conoscere la nostra storia, anche nelle sue pagine peggiori.
Serve a ciascuno di noi per dire "voglio che quel passato non ritorni. Né qui in Europa, né altrove".
La Memoria è la difesa di una civiltà dove nessuno possa cancellare - nel senso di eliminare - chi è diverso da lui, perché ha la pelle di un altro colore o perché prega un altro Dio.
La giornata della Memoria, anche in Italia e per il secondo anno consecutivo, è un modo per ritornare col pensiero lì, all'ingresso di Auschwitz. E per rivedere il volto di chi, rinchiuso in quei campi, avrebbe voluto avere una vita serena, lunga, felice e invece gli è stata negata, con la violenza, con la sopraffazione.
Credo che il ricordo di quegli anni tragici ci faccia apprezzare ancora di più il valore, l’importanza, della pace e della libertà riconquistata. La possibilità di ritrovarci qui oggi, in questa sala, per ascoltare alcune delle più belle canzoni create dal talento artistico di grandi musicisti, per godere della musica e della voce di questi giovani artisti, ci fa capire ancor di più quanto grande è stato il sacrificio di chi ha sofferto e ha combattuto perché il sogno, la speranza di una vita serena, lunga, felice, non fosse/non sia più negato – a nessuno.
E’ per questo che è giusto ricordare, perché ciò che è accaduto non accada mai più.
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