"Il finanziamento pubblico della politica - che esiste in tutti i sistemi democratici - non può reggersi sulla legge in vigore". Lo afferma la Segretaeria nazionale del PD riunita ieri a Roma.
I bilanci del PD sono certificati da una società di revisione esterna fin dalla sua costituzione, ma così non è per gli altri partiti. Da subito, secondo il PD, si devono introdurre per legge gli stessi controlli rigorosi a cui il PD si è autonomamente sottoposto.
Fino a quando non verranno approvate quelle norme per la trasparenza e i controlli, il PD ritiene che si debba sospendere la rata del finanziamento prevista a luglio.
Contemporaneamente si deve avviare la riforma del finanziamento pubblico alla politica, come parte di una legge sui partiti che ne regoli la vita democratica in applicazione dell'art. 49 della Costituzione, che il PD ha già presentato.
Questi i criteri fondamentali della riforma proposta dal PD:
1) Tetto di spesa e norme per il contenimento dei costi della campagna elettorale;
2) Ulteriore e significativa riduzione, da subito, del contributo pubblico per tutte le elezioni;
3) Finanziamento ai partiti come risultato della libera contribuzione dei cittadini (secondo il modello vigente in Germania).
Di seguito il documento della Segreteria nazionale del PD:
La Segreteria nazionale del Partito democratico, riunita martedì 17 aprile, ha affrontato il tema della indispensabile e indifferibile riforma del finanziamento pubblico dei partiti.
La giusta difesa del finanziamento della politica proprio di ogni sistema democratico non può reggersi sul mantenimento della legge in vigore, che non prevede controlli stringenti, sanzioni vere e che presenta punti oggettivi di discutibilità sul piano delle quantità e dei riscontri. In questo contesto la Segreteria nazionale del PD ha delineato un percorso per giungere in tempi brevissimi a dare risposte concrete e aprire una nuova fase.
In particolare, il PD, che dal suo atto di nascita ha fatto certificare il bilancio da una società di revisione esterna, si sta attivando in queste ore per approvare subito in Parlamento una legge sulla trasparenza e su rigorosi controlli dei bilanci dei partiti, con particolare attenzione a sanzioni certe e pesanti. Quelle forze politiche, a partire dalla Lega Nord, che si opponessero a tale riforma basilare, si assumerebbero la grave responsabilità di impedire che venga posto una prima forte correzione all’opacità dei bilanci e alla possibilità di comportamenti deviati che purtroppo caratterizzano la vita interna di troppi partiti.
Fino a quando non saranno stati approvati definitivamente norme rigorose e stringenti su trasparenza, controlli e sanzioni, il PD ritiene che debba essere sospesa la rata di finanziamento pubblico prevista per il prossimo luglio.
In parallelo, la Segreteria del PD ritiene indispensabile e urgente che sia avviata la riforma del finanziamento pubblico alla politica, secondo modelli europei ( riparametrati alle condizioni economiche e della finanza pubblica in Italia), e che questa riforma sia inserita nella legge di applicazione dell’art. 49 della Costituzione sui partiti, in calendario alla fine di maggio.
Questa è la sede per rimettere a fuoco la funzione cruciale delle organizzazioni politiche, per regolamentare la loro vita democratica interna e per ridefinire quantità e modalità di sostegno finanziario pubblico alla loro attività.
Per il PD i criteri fondamentali della riforma sono:
1) per una ancora più efficace moralizzazione della vita pubblica, devono essere approvate norme specifiche per il contenimento dei costi di tutte le campagne elettorali; a questo riguardo, devono essere stabiliti tetti massimi alle spese sia per le campagne elettorali nazionali che locali; devono essere preventivamente depositate presso la magistratura, nonché pubblicate sui siti web, le dichiarazioni riguardanti i fondi raccolti, la loro provenienza e le spese sostenute; deve essere approvata una rigida regolamentazione di tutte le forme di propaganda elettorale le quali, nel rispetto della parità di condizioni tra le forze politiche, siano contenute nei limiti di una normale ed esaustiva informazione elettorale.
2) Deve essere ulteriormente e significativamente ridotta, da subito, la quota di contributo pubblico per le elezioni nazionali, europee e regionali, la quale deve essere restituita alla funzione originaria: un contributo cioè alle spese in occasione di ciascuna elezione.
3) Alla base del finanziamento deve esserci la libera contribuzione da parte di singoli cittadini o associati, la possibilità cioè di un autofinaziamento diffuso con un tetto non valicabile, secondo modelli europei, in particolare quello tedesco.
Il PD si impegna, nel Parlamento e nel Paese, a promuovere e sostenere in tempi strettissimi una riforma seria, incisiva e responsabile dell’organizzazione della politica e del finanziamento pubblico e a questo fine decide di promuovere nelle prossime settimane anche una diffusa e ampia campagna di ascolto, informazione e mobilitazione politica.
Nell’immediato, il PD ha deciso nella riunione della segreteria di oggi, su proposta del Tesoriere Antonio Misiani e del responsabile comunicazione Stefano Di Traglia, di tagliare il 30 per cento delle spese previste in occasione della campagna elettorale per le amministrative del 6/7 maggio e poi del ballottaggio.
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