I rubinetti statali sono chiusi e la Regione prova a mettere una toppa sui finanziamenti a Comuni e Province per servizi sociali e nidi.
A livello nazionale, ha spiegato l'assessore regionale al Welfare, Teresa Marzocchi, è stato ridotto del 60% il Fondo per le politiche sociali e sono stati azzerati quelli per le politiche per la famiglia e per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.
Per il 2012, dunque, gli enti locali dell'Emilia-Romagna potranno contare solo sui 51,3 milioni di euro stanziati da viale Aldo Moro: 1.137.000 euro andranno alle Province; 1.285.000 euro al Fondo Comuni singoli; 40.739.285 euro al Fondo sociale locale e 7.250.000 euro ai nidi. I trasferimenti statali ammontano a solo due milioni di euro dal Fondo nazionale per le politiche sociali e 1,7 milioni dal Fondo politiche per la famiglia (saranno assegnati a fine anno).
La Commissione Politiche sociali della Regione ha dato il via libera alle risorse, approvando gli "Indirizzi per la programmazione sociale e dei servizi educativi per la prima infanzia per l'anno 2012 (contrari Lega nord e M5S, astenuto il PdL). I finanziamenti regionali serviranno a sostenere, fra le altre cose, gli interventi a favore delle vittime di tratta e sfruttamento, detenuti e centri per le famiglie, oltre a sorreggere il sistema dei servizi socio-educativi per i bambini da zero a tre anni. Gli esponenti PD Paola Marani, Marco Carini e Marco Barbieri hanno "apprezzato lo sforzo straordinario della Regione, a fronte dei pesanti tagli statali". Per Andrea Pollastri (PdL) è "giusta la scelta di garantire la gestione dei nidi". Roberto Corradi (Lega nord) chiede invece maggiori aiuti alle famiglie in difficoltà, mentre il capogruppo M5S, Andrea Defranceschi, chiede una "verifica su come vengono spese le risorse da parte dei Comuni".
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