domenica 6 maggio 2012

Allons enfants! Hollande è Presidente. Dalla svolta francese la spinta per una svolta a sinistra in Europa




François Hollande ha vinto il secondo turno delle presidenziali francesi: il candidato del Partito socialista è diventato il secondo presidente di sinistra della Quinta Repubblica, a spese di Nicolas Sarkozy (UMP) costretto a lasciare l'Eliseo dopo un solo quinquennio. Diciassette anni dopo il termine del secondo mandato di François Mitterrand (nel maggio 1995), Hollande - che i sondaggi davano stra-favorito da mesi - ha ottenuto dal 51,8% al 52% delle preferenze, secondo le proiezioni fornite dagli istituti di sondaggi d'Oltralpe. Le stime, diffuse già nel tardo pomeriggio dai siti del Belgio e dalla rete dell'agenzia France Presse, sono state confermate ufficialmente dalle tv francesi alle 20, orario di chiusura definitiva dei seggi. Grande festa a Rue Solferino, la strada parigina in cui si trova la sede del partito socialista, da dove una folla di sostenitori ha marciato fino a Place de la Bastille, la stessa in cui fece il suo discorso anche Mitterrand nel 1981 dopo la prima elezione. Cori di vittoria e grandi sbandieramenti anche a Tulle, feudo elettorale di Hollande nel centro della Francia. Eroe per caso, Hollande entrerà all'Eliseo a 57 anni senza aver mai esercitato il ruolo di ministro, lui che era dato per sconfitto dalle previsioni sulle primarie socialiste dietro a Dominique Strauss-Kahn fino al 14 maggio 2011, prima che iniziassero gli scandali giudiziari a sfondo erotico per l'ex numero uno del FMI.

Dopo aver appreso alle 19 la notizia della sconfitta, Sarkozy ha raggiunto l'Eliseo e si è chiuso nel suo studio con il primo ministro Francois Fillon, il presidente dell'Ump, Jean-Francois Copè, e il ministro degli Esteri, Alain Juppè, per preparare il discorso ai suoi fedelissimi. Sprofondato in un'impopolarità ormai cronica, costretto a esercitare il suo ruolo in piena crisi economica dal 2008, il candidato-presidente - che contava sulla stragrande maggioranza dell'elettorato di destra e su 6,4 milioni di elettori che al primo turno avevano scelto Marine Le Pen (FN) - ha ottenuto fra il 48 e il 48,2% dei voti.

IL DISCORSO DI HOLLANDE: FIERO DI AVER RIDATO SPERANZA ALLA FRANCIA
Mi impegno a servire il mio paese con la devozione e l'esemplarità che richiede questa funzione. Mando un saluto repubblicano a Nicolas Sarkozy, che ha diretto la Francia per 5 anni e che merita, per questo, il nostro rispetto. Voglio esprimere profonda gratitudine a tutti quelli che hanno, con il loro voto, reso questa vittoria possibile. Sono fiero di essere stato capace di ridare speranza alla Francia. Immagino stasera la vostra emozione, la condivido e la sento, questa emozione deve essere quella della fierezza, della responsabilità della dignità. Questo cambiamento deve essere all'altezza della Francia e comincia adesso.
Stasera c'è una sola nazione riunita nello stesso destino: ognuno, nella Repubblica, sarà trattato con uguaglianza di diritti e di doveri. Nessun bambino della Repubblica sarà lasciato a margine, relegato, discriminato. Troppe fratture, troppe ferite, troppe rotture, troppi tagli ci hanno separato dai cittadini.
Il mio compito consisterà nel far uscire il nostro paese dalla crisi, ridurre il deficit per governare il debito, preservare il nostro modello sociale per garantire a tutti lo stesso accesso ai servizi pubblici, l'uguaglianza tra i territori. Ma la priorità è la scuola, che sarà il mio impegno prioritario, la transizione ecologica e un'Europa più orientata alla crescita e all'avvenire.
Oggi che i francesi mi investono presidente, chiedo di essere giudicato su due impegni: la giustizia e i giovani. Ognuna delle mie scelte e delle mie decisioni si fonderà su questi due criteri: essere giusto ed essere a favore dei giovani. E quando alla fine del mio mandato mi guarderò indietro mi chiederò se ho portato a termine questi due incarichi.
In questa Francia, ho misurato le sofferenze e le difficoltà di molti concittadini, e allo stesso tempo ho potuto cogliere tutte le forze del nostro paese. Noi ce l'abbiamo sempre fatta, nella storia del nostro paese, e ci riusciremo ancora nei prossimi 5 anni.
Ho evocato in quest'ultimo mese il sogno francese, la lunga marcia affinché ogni generazione viva meglio, per dare ai nostri figli una vita migliore della nostra. Ma oggi, responsabile dell'avvenire del nostro paese, sento anche che ci guarda l'Europa, e quando il risultato è stato proclamato sono certo che negli altri paesi ci sia stato un senso di sollievo e di speranza, l'idea che l'austerità non potrà più essere una fatalità. Questa è la mia missione, portare prosperità, ed è quello che dirò prestissimo ai nostri partner e soprattutto alla Germania nel nome dell'amicizia che ci lega.
Noi non siamo un paese qualsiasi del pianeta, noi siamo la Francia! E il Presidente della Repubblica dovrà portare le aspirazioni del popolo francese: la pace, la libertà, il rispetto, la capacità di dare ai popoli anche il diritto di emanciparsi dalle dittature e sfuggire alla corruzione.
Un nuovo inizio per l'Europa, una nuova speranza per il mondo: ecco il mandato che mi avete affidato. E' gravoso, ma bellissimo. Amo il mio paese e i francesi e tra di noi voglio un rapporto instaurato sulla fiducia.
Voglio salutare tutti quelli che mi hanno permesso di essere quello che sono: la mia famiglia, la mia compagna e i miei amici e le persone che mi sono vicine.
Saluto anche le forze e i movimenti che ho diretto: io sono socialista! Ho sempre voluto l'unione della sinistra e – ancor di più – l'unione di tutte le forze repubblicane.
Saluto infine il mio dipartimento della Corrèze: vi devo tutto.
Saluto la città di Tulle che ho diretto, mi avete consentito con il vostro voto di poter convincere oggi tutti i francesi. Io da ora sono al servizio della Francia e sono mobilitato per riuscire nel cambiamento. Questa è la mia missione: servire la Francia, servire i miei valori.

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