venerdì 25 maggio 2012

Parma: hanno vinto da pochi giorni e nel M5S già litigano sulle nomine. Grillo scomunica Pizzarotti e manda l'ultimatum a Favia

Beppe Grillo e Federico Pizzarotti
La decisione del sindaco di Parma di chiamare in squadra Valentino Tavolazzi, già espulso dal leader, manda in fibrillazione i vertici del Movimento 5 Stelle

Dopo il pieno di voti al ballottaggio, i grillini emiliani dovrebbero gioire. Invece anche su di loro pende la scomunica dal blog di Beppe Grillo. Nel giorno in cui persino il trionfatore a Parma, Federico Pizzarotti, assapora l´ira sul web degli "amici" a Cinque stelle, le foto di gruppo di lunedì sera appaiono già sfuocate e i sorrisi da vincitori solo un ricordo.
Hanno vissuto giorni migliori i consiglieri regionali Andrea Defranceschi e Giovanni Favia, che si sono fatti prudenti, si aggirano su Facebook aspettandosi il peggio sul blog del fondatore. A Parma è già bagarre per la chiamata del neo sindaco a Valentino Tavolazzi, il consigliere comunale M5S di Ferrara cacciato da Grillo. Pizzarotti lo vorrebbe nella sua squadra, direttore generale (o assessore «tecnico»). Per Grillo quasi un ammutinamento. Una bestemmia per il movimento del "Vaffa", una provocazione.
Di certo Grillo e il suo staff, guidato da Gianroberto Casaleggio, quando mercoledì al telefono hanno ricevuto la notizia dallo stesso Pizzarotti, devono aver visto nero. E non sono servite a niente le spiegazioni del sindaco di Parma, che si fida molto di Tavolazzi e lo ritiene persona competente per quel ruolo, avendolo già svolto a Ferrara. Ruolo da cui venne allontanato dal Sindaco di Ferrara, Gaetano Sateriale.

Ieri, interpellato sulla vicenda, Pizzarotti ha provato a buttare acqua sul fuoco. Il curriculum di Tavolazzi «è uno dei tanti che abbiamo nell´elenco», si difende il sindaco, che nega fratture con Grillo. Ma l´espulsione del consigliere ferrarese resta una ferita ancora aperta per molti attivisti che a Budrio arrivarono ad affrontare il comico dopo il comizio pre-ballottaggi per chidergli spiegazioni. E per lo stesso Grillo che, dopo aver sentito il nome di Tavolazzi, è andato su tutte le furie arrivando a scavalcare Pizzarotti sulla delicata scelta da fare. E non è un buon inizio.
«A Parma abbiamo bisogno di aiuto. Cerchiamo una persona con esperienza della gestione della macchina comunale per la carica di direttore generale al più presto», scrive Grillo, indicando però come indirizzo di posta elettronica non quello del Comune di Parma, ma quello del suo blog. «Assurdo, come se un partito si occupasse degli incarichi pubblici», osserva Tavolazzi distinguendo tra responsabilità politiche e amministrative. Per lui Grillo riserva le parole più dure. Quella dell´ex attivista sarebbe infatti «una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente».
«Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il Movimento 5 Stelle - l´affondo finale del blogger - e che trovi pure il consenso di un consigliere del M5S dell´Emilia Romagna». L´allusione è diretta, stavolta, a Giovanni Favia, che su Facebook risponde prendendosela con lo staff di Grillo, negando sia l´autocandidatura di Tavolazzi quanto un suo coinvolgimento nella vicenda: «Prego chi ha fornito questa falsa informazione allo staff del blog di dichiararsi e chiedere scusa. Ed allo staff di verificare prima le informazioni che pubblica». Poi in serata si scaglia contro i «corvi che tentano di creare divisioni anche se con scarso successo».
Secondo Tavolazzi dietro tutto c´è la mano di Casaleggio e dei suoi collaboratori. «Conosco Grillo da anni e questo post è bugiardo, non è farina del suo sacco. Lassù qualcuno mi odia», osserva. Ma a farsi da parte per la seconda volta non ci pensa proprio: «A me quello che pensa Grillo non interessa. La scelta compete solo a Pizzarotti. Solo se ciò provocasse un danno alla sua figura, mi farei indietro».
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La vicenda ha suscitato alcune domande, alle quali ancora non è stata data risposta: é legittimo che un capo politico, dall'esterno, proceda alla scelta del direttore generale(figura, oltretutto, non prevista nella dotazione organica del Comune di Parma), e a una così palese invasione di campo delle prerogative del sindaco? E perché il sindaco Pizzarotti si è sentito in dovere di chiedere a tal Gianroberto Casaleggio il permesso per procedere con la nomina di Valentino Tavolazzi a direttore del Comune di Parma?
E’quanto meno singolare che un amministratore eletto coi voti dei cittadini, per prendere una decisione che spetta solo a lui, debba ottenere la 'benedizione’ del manager di una azienda privata di marketing, solo perché è sparring partner di Beppe Grillo.
A pochi giorni dal voto, i motivi di perplessità sui primi atti del sindaco Pizzarotti e del suo “Movimento” sono veramente molti!

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