giovedì 28 giugno 2012

Come i "ladri di Pisa": PdL vota con la Lega il Senato federale. Addio riforme, niente taglio parlamentari

L'inciucio tra i due partiti mette di fatto fine alla stagione delle modifiche costituzionali: impossibile approvarle in tempo utile. Così va in soffitta anche il taglio dei senatori.
Si dimette il relatore del ddl Vizzini.
E la vecchia maggioranza che sosteneva Berlusconi (PdL e Lega Nord) si ricompatta in chiave elettorale.

Con i voti favorevoli di Pdl e Lega, l'Aula del Senato ha approvato l'emendamento alle riforme costituzionali della Lega, a prima firma Roberto Calderoli, che prevede un Senato federale composto da 250 senatori e 21 rappresentanti delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano. I sì sono stati 153, i no 136, 5 gli astenuti.
Salta quindi la composizione del Senato prevista dal testo uscito dalla commissione Affari Costituzionali che prevedeva un taglio da 315 a 254, quattro dei quali eletti all'estero. I rappresentanti delle regioni, prevede la norma leghista approvata, «non sono membri del Parlamento e non ricevono la relativa indennità e ad essi si applica tuttavia il primo comma dell'articolo 68 della Costituzione» che stabilisce che i membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
In aula, Carlo Vizzini si è dimesso da relatore delle riforme istituzionali: «Si è formata una maggioranza diversa e per questo rassegno le mie dimissioni da relatore. Faccio un gesto di correttezza». «Con questo voto - ha aggiunto - non abbiamo messo in sicurezza l'approvazione della riduzione dei parlamentari e questo deve essere chiaro».
«Quello che PdL e la Lega hanno votato è un emendamento che seppellisce, e nemmeno onorevolmente, le riforme costituzionali». Lo afferma Anna Finocchiaro, che prosegue: «Chi voterà questo emendamento è da ritenersi responsabile che qui, oggi, muore la prospettiva di una riforma costituzionale». «Questa volta - prosegue la capogruppo Pd al Senato - il popolo guerriero della Lega ha ceduto la primogenitura per un piatto di lenticchie e si accontenta di un emendamento che porta il segno dell'oltraggio delle autonomie e dello sfascio istituzionale. Non certo della battaglia per il federalismo a lungo inseguita».
«Si seppellisce oggi la riforma costituzionale in virtù di un patto politico tra Pdl e Lega che scambia il semipresidenzialismo con il Senato Federale», dice ancora la Finocchiaro: «Ma voglio dire alla Lega - aggiunge - che a guadagnarci sarà solo il Pdl. Con questo accordo scellerato si affossano le riforme e si fa saltare un accordo saggio e responsabile che si era trovato in Commissione». «La verità - conclude - è che il Pdl voterà per il Senato federale per incassare il semipresidenzialismo e avere la bandierina per la campagna elettorale. Siamo davanti a un'assoluta irresponsabilità e inaffidabilità politica rispetto agli interessi del Paese».

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