giovedì 14 giugno 2012

Rai, Bersani apre alle associazioni: "Dateci nomi e il Pd darà il suo ok"

Il segretario del Pd invia una lettera a "Libertà e Giustizia", "Se Non Ora Quando", "Libera" e al "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione".
"Siamo pronti a sostenere le vostre candidature. Rompiamo il rito della lottizzazione". E annuncia la riforma per la prossima legislatura. L'appoggio di Di Pietro: "I curricola visibili a tutti". Usigrai: "Un passo avanti importante"


Svolta del PD sulla nomina dei consiglieri del Cda della Rai. Il segretario Pier Luigi Bersani apre alla società civile. Lo fa con una lettera. Inviata a quattro associazioni: "Libertà e Giustizia", "Se Non Ora Quando", "Libera" e "Comitato per la libertà e il diritto all'informazione". Il segretario del PD, sostiene: se indicate "due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle".


Le candidature. Queste le parole di Bersani: "Qualora le vostre associazioni ritenessero di indicare due candidature per il Cda noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell'azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile". Bersani parte dall'analisi della situazione del servizio pubblico radiotelevisivo. "La Rai vive il momento più drammatico della sua storia: umiliata da chi l'ha asservita ai capricci della destra, incapace di competere, priva di un chiaro indirizzo industriale". Un problema che trascende l'autonomia dell'informazione o lo scarso pluralismo: "oggi il male è ben più profondo".

Governance e qualità del lavoro. Poi il tema della governance. "Le decisioni che dovrebbero essere guidate da valutazioni esclusivamente aziendali vengono prese sempre più fuori dall'Azienda.
Anni di lottizzazione hanno cambiato la Rai, finendo per inaridire la capacità innovativa della più grande industria culturale del Paese". Non secondario, il tema della qualità del lavoro. "Il tutto mentre migliaia di lavoratori e lavoratrici ogni giorno con professionalità e passione si impegnano per un'azienda che amano, come la amano gli italiani. Gli ascolti calano, la raccolta pubblicitaria fatica, l'innovazione tecnologica è bloccata, le prospettive industriali sono nel buio: questa oggi è la Rai".

Rompere il rito della lottizzazione. E il segretario del PD chiede e propone. "Davvero dobbiamo rassegnarci a un triste declino? Io credo di no; d'altra parte, se qualcosa di buono è venuto da questi mesi terribili, è la conferma che sono in tantissimi a non volerlo fare". E l'accento sulle tante mobilitazioni per la difesa della qualità dell'informazione. "Le manifestazioni che hanno denunciato e contrastato i momenti più drammatici dell'occupazione politica, l'impegno di intellettuali e uomini di cultura, la voglia di non arrendersi di chi dall'Azienda è stato emarginato o peggio allontanato sono la dimostrazione che si può invertire la rotta e che si può immaginare una Rai diversa, che torni a essere un asset per il Paese. Per questo abbiamo voluto esprimere una posizione forte, rompendo unilateralmente il rito della lottizzazione".

Di Pietro: "Bene, la politica fuori dalla Rai". Il presidente dell'Idv: "Non abbiamo mai partecipato ad alcuna spartizione: la politica deve restare fuori dalle nomine del Cda Rai". E ancora: "Questo è rappresentato dalla proposta di Bersani, cioè quella di rimettere la scelta dei nomi ad associazioni culturali, movimenti di opinione, rappresentanti d'interessi diffusi, certamente di qualità e di sicuro spessore morale e professionale". Poi sui curricola: "devono essere visibili a tutti i cittadini in modo che la selezione avvenga attraverso criteri di massima trasparenza".

Usigrai: "Un passo avanti". Per Carlo Verna, segretario dell'Usigrai, la scelta di Bersani è "apprezzabile". Poi aggiunge: "Non so se sia una svolta, data la complessità della scelta di due nomi da parte di quattro associazioni di cui una a sua volta già costituita da una pluralità di associazioni". Ma comunque, si tratta di "un passo avanti importante".

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