15 domande e risposte su dati,
proposte e iniziative politiche e parlamentari del PD per rendere i
partiti più trasparenti e risparmiare risorse pubbliche
Il Partito Democratico, che fin dalla sua nascita nel 2008 ha adottato criteri rigorosi di trasparenza del bilancio, ha deciso di prendere una iniziativa politica e parlamentare immediata per arrivare entro poche settimane a una riforma del finanziamento pubblico dei partiti che comprenda controlli rigorosi, anche sul passato, trasparenza, a un diverso sistema di contributi che tenga conto del finanziamento da parte dei privati, metta un
tetto uguale per tutti alle spese per le campagne elettorale e riduca in modo concretamente significativo l’ammontare delle risorse pubbliche destinate a questo scopo.
1) Cosa propone di fare il PD di fronte alle vicende che
stanno venendo alla luce sul
comportamento di alcuni tesorieri di partito?
Il PD ha proposto di riformare il finanziamento deipartiti, dimezzando da subito i rimborsi elettorali e
introducendo nuove regole estremamente rigorose sulla trasparenza, i controlli e le sanzioni (A.C. 5176 Bersani ed
altri). Il disegno di legge sul finanziamento dei partiti approvato
dalla Camera dei Deputati e attualmente in discussione al Senato ha ripreso gran parte delle proposte del PD: i
rimborsi elettorali dal 2012 sono dimezzati; diventa obbligatoria la certificazione dei bilanci; viene
istituita una nuova Commissione indipendente di controllo; i conti dei partiti devono
essere pubblicati in Internet; sono previste dure sanzioni per chi viola le regole, fino alla
decurtazione integrale dei contributi pubblici; la soglia oltre la quale le donazioni private devono essere
dichiarate scende da 50 a 5 mila euro. Molte previsioni del disegno di legge – che renderanno la
normativa italiana la più rigorosa d’Europa - rispecchiano quanto il PD fa da sempre.
2) Cosa fa il PD per la trasparenza del proprio bilancio?
Fin dalla nascita il PD nazionale ha deciso di dotarsi di un Codice Etico e di far controllare e
certificare il proprio bilancio nazionale dalla più grande società di revisione del mondo, PricewaterhouseCoopers, la stessa che certifica il bilancio della Banca d’Italia. Nel 2011 la revisione è stata
sperimentata in alcune Unioni regionali PD e dal 2012 tutti i bilanci delle strutture regionali PD saranno
sottoposti alla certificazione della Price. Fin dalla nascita il PD pubblica su Internet i propri bilanci,
visibili in ogni momento e da ogni cittadino
nella Sezione Trasparenza del sito nazionale del partito. Le regole di trasparenza
adottate volontariamente dal PD sono nettamente più rigorose di
quanto attualmente previsto per i partiti politici dalla normativa vigente.
3) Perché introdurre subito controlli, trasparenza e
sanzioni?
Il PD ha spinto con
particolare forza sulla rapida approvazione di nuove norme sulla trasparenza
perché riteniamo che siano parte imprescindibile di una riforma seria del finanziamento dei
partiti. Le forze politiche, a partire dalla Lega Nord, che si sono opposte a tale riforma basilare,
impedendone un esame di urgenza, si sono assunte la grave responsabilità di ostacolare la piena
trasparenza dei bilanci dei partiti e l'introduzione degli strumenti necessari per impedire i
comportamenti illegali che purtroppo hanno caratterizzato la vita interna di alcune forze
politiche.
4) Perché è importante che vi sia un finanziamento pubblico
della politica?
La buona politica e la buona amministrazione del bene comune presuppongono, come
recita l'articolo 49 della Costituzione Italiana, la presenza di partiti che
garantiscano la libera partecipazione e la parità di
condizione dei cittadini nella vita pubblica. Il PD è
impegnato per cambiare profondamente l’attuale sistema di finanziamento, riducendo drasticamente
i rimborsi elettorali e incentivando la libera contribuzione dei cittadini alla vita dei partiti.
Ma una componente pubblica nel finanziamento dei partiti esiste in tutti i Paesi
dell'Unione europea e va mantenuta anche in Italia come strumento di libertà dai condizionamenti di interessi
particolari. Il passaggio ad un sistema di finanziamento totalmente privato, come dimostra la storia e
l’esperienza di altre nazioni, rischierebbe di consegnare i partiti nelle mani di poche lobbies
o potentati economico-finanziari il cui interesse principale, nel migliore dei casi, è un
interesse di pochi, e non quello della collettività. In un Paese in cui i mezzi di informazione sono già
concentrati nelle mani di pochi imprenditori
privati, ciò è ancora più vero.
5) I partiti continuano a incassare contributi anche quando
hanno chiuso i battenti.
Questo non è più possibile. La prosecuzione dei rimborsi in caso di
fine anticipata della legislatura è stata
6) Intanto i partiti incasseranno i contributi relativi al
2012.
Se il disegno di legge di
riforma del finanziamento dei partiti verrà rapidamente approvato dal
Parlamento – come chiede con forza il PD – i rimborsi elettorali del 2012 saranno dimezzati
rispetto all'ammontare previsto dalla legislazione vigente. Le risorse risparmiate nel 2012 e nel
2013 con il dimezzamento dei rimborsi
elettorali – 160 milioni di euro – saranno destinate alle
popolazioni colpite da terremoti e calamità
naturali.
7) Come cambierà il finanziamento dei partiti con la nuova
legge?
Nel 2012 i contributi pubblici saranno dimezzati rispetto a quanto previsto dalla
normativa vigente: 91 milioni invece di 182 milioni. Il tetto massimo dei contributi pubblici rimarrà a
91 milioni anche negli anni successivi. Il nuovo sistema di finanziamento pubblico, ispirato al
modello in vigore in Germania, prevede che il 70% dei 91 milioni complessivi sia erogato sotto forma di
rimborsi elettorali (63,7 milioni), mentre il rimanente 30% (27,3 milioni) venga attribuito nella
forma di un contributo pubblico proporzionale all'autofinanziamento raccolto da ciascun
partito (quote associative ed erogazioni liberali). Il disegno di legge prevede che accedano ai
contributi pubblici i partiti che ottengono almeno 1 eletto e che sono dotati di uno statuto conformato
a principi democratici di vita interna.
Con la nuova legge le detrazioni fiscali saliranno dal 19%
al 26% per le erogazioni liberali delle persone fisiche ai partiti e alle Onlus. La soglia massima
soggetta a detrazione è stata ridotta, per quanto riguarda i partiti, da 100 mila a 10 mila euro
annui.
Il disegno di legge prevede norme severe in materia di
trasparenza, controlli e sanzioni: la certificazione obbligatoria dei bilanci dei partiti da
parte di società di revisione iscritte all'albo Consob; il controllo esterno affidato ad una Commissione
indipendente di 5 magistrati designati dai presidenti della Corte dei Conti, della Corte di
Cassazione e del Consiglio di Stato; la decurtazione dei contributi pubblici in caso di
irregolarità, fino all'azzeramento nei casi più gravi; l'obbligo di pubblicare in Internet i bilanci dei partiti;
la finalizzazione dei contributi pubblici all'attività politica, elettorale e ordinaria, dei partiti;
il divieto di investire l'eventuale liquidità in strumenti finanziari diversi dai titoli emessi dagli stati
UE; la divulgazione dei nominativi dei
donatori in caso di erogazioni liberali superiori a 5 mila
euro annui.
Gran parte dei contenuti del disegno di legge riflettono
proposte avanzate dal PD.
Le risorse risparmiate negli anni 2012-2013 verranno
destinate, come chiesto dal PD, ai terremotati (160 milioni). Negli anni 2014-2016 i risparmi
finanzieranno le maggiori detrazioni per le Onlus (119 milioni), le maggiori detrazioni per i
partiti (22 milioni) o torneranno allo Stato (19 milioni).
8) Come si può contenere il costo delle campagne
elettorali?
Secondo il PD per una
efficace moralizzazione della vita pubblica la riduzione dei
rimborsi elettorali deve andare di pari passo con norme specifiche per il contenimento dei costi di tutte le
campagne elettorali. A questo riguardo, il disegno di legge di riforma del finanziamento dei partiti
introduce tetti di spesa per le elezioni europee e quelle comunali, non previsti dalla normativa
vigente.
9) Perché è necessaria anche una legge di riforma dei
partiti?
L’articolo 49 della
Costituzione italiana recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di
associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Mai tuttavia è stata fatta una legge che prevedesse e regolamentasse le forme della partecipazione
democratica nei partiti, la personalità giuridica certa, le regole e i doveri ai quali le
organizzazioni politiche devono rispondere. Anche
dal punto di vista delle modalità del finanziamento,
privato e pubblico, le nuove e più stringenti regole devono essere inserite in un quadro di riforma che
imponga ai partiti regole di trasparenza e di democrazia interna chiare ed esigibili dai cittadini.
Ma non solo: la necessità di una ricostruzione civile e democratica del paese secondo il PD
rendono necessario un intervento di regolamentazione, di trasparenza e di profondo rinnovamento
delle forze politiche, indispensabili per l’esercizio della democrazia. Un rinnovamento che una
riforma, in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, può oggi assicurare. In questa
legislatura diversi parlamentari del PD hanno presentato iniziative legislative per riformare i partiti e
il loro finanziamento. Queste proposte sono state riprese nel progetto di legge del PD di
attuazione dell'articolo 49 della Costituzione (A.C. 4973 Bersani ed altri).
10) Quanti fondi pubblici vengono destinati ai partiti in
Italia e negli altri Paesi europei?
In
Italia le risorse statali stanziate per i rimborsi elettorali
ammontavano a 290 milioni nel 2010 e 182 milioni nel 2011. Con la nuova legge si scenderà dal 2012 a
91 milioni (1,50 euro per abitante, un dato nettamente inferiore alla media dei grandi Paesi
europei).
1) In
Francia la somma del contributo annuale e dei rimborsi elettorali destinati ai
partiti è pari a 160,3 milioni (2,46 euro/abitante).
2) In
Germania i partiti ricevono, sotto forma di contributo proporzionale ai voti e
contributo sulla quota di autofinanziamento, risorse con un tetto di
133 milioni. A queste risorse vanno aggiunti altri 95 milioni stanziati per le fondazioni
legate ai partiti e ulteriori 233 milioni per finanziamenti a progetto. Il totale è pari a
461 milioni (5,64 euro/abitante). Nel 2012 il
tetto delle risorse direttamente destinate ai partiti è salito a 150,8 milioni.
3) In
Spagna tra stanziamenti annuale e rimborsi elettorali vanno ai partiti 131
milioni (2,84 euro/abitante).
4) Nel
Regno Unito i contributi, riservati ai soli partiti di opposizione, ammontano a
7,8 milioni di sterline, equivalenti a 9,4 milioni di euro (0,15
euro/abitante).
11) Quanti rimborsi elettorali riceve il Partito
Democratico?
Nel 2011 il PD nazionale
ha incassato sotto forma di rimborsi elettorali circa 58 milioni di
euro. Nel 2012, con la nuova legge, questa cifra scenderà a 29 milioni di euro. I rimborsi elettorali
rappresentano una voce molto importante nei bilanci del PD, sia a livello nazionale, sia a livello
regionale.
12) Dove vanno a finire i soldi che spende il PD?
Due terzi sono investiti in attività politica o trasferiti sul territorio. Un terzo è utilizzato per il
personale e gli altri costi di struttura. Ogni anno, oltre alle spese legate alle campagne elettorali, il PD
nazionale organizza decine e decine di iniziative, manifestazioni, dibattiti, feste tematiche,
seminari di studio, attività di formazione,
come “Finalmente Sud” che sta coinvolgendo nella formazione
politica duemila giovani del Mezzogiorno, campagne di comunicazione. Queste risorse
contribuiscono in misura determinante all'attività di un partito che conta su oltre 600 mila
iscritti e che alle primarie del 2009 ha portato ai seggi 3,1 milioni di cittadini e cittadine per eleggere
il proprio Segretario nazionale.
Il PD nazionale si è dato sin dall'inizio regole
estremamente rigorose per le spese di viaggio, vitto, alloggio dei dirigenti politici e dei dipendenti. Il
partito possiede un'unica auto di servizio.
L'organico del PD nazionale contava, a fine 2010, su 202
dipendenti e collaboratori. Un dato inferiore rispetto ai 330 dipendenti e collaboratori in
organico ai DS e alla Margherita a fine 2007.
13) Quante risorse vengono trasferite alle strutture territoriali?
Il PD nazionale trasferisce alle strutture regionali e provinciali i rimborsi elettorali
regionali, le risorse del fondo perequativo (per sostenere l’attività politica dei territori con minori
rimborsi elettorali regionali per elettore) e contributi straordinari. Negli ultimi anni, l'ammontare di
risorse trasferite sul territorio è notevolmente aumentato: 1,5 milioni nel 2008; 2,3 milioni
nel 2009; 13,6 milioni nel 2010; 13,5 milioni nel 2011. Rimangono inoltre integralmente sul
territorio le entrate derivanti dal tesseramento, dalle feste democratiche, dai contributi
degli amministratori locali e regionali, delle iniziative locali di autofinanziamento. Questa ripartizione
delle risorse è la più “federalista” tra le forze politiche italiane.
14) E’ vero che il bilancio del PD è in profondo rosso?
Assolutamente no. Il bilancio del PD nazionale è in equilibrio. Il partito non ha debiti, non ha
tesoretti, non investe in Tanzania, non possiede immobili, non compra lingotti d’oro o diamanti.
Usa tutte le proprie entrate per la funzione che la Costituzione assegna ai partiti.
15) Come mai il PD nazionale a fine anno ha soldi in cassa?
Le disponibilità liquide a fine anno sono esclusivamente legate al ciclo finanziario del
partito: i rimborsi elettorali vengono ricevuti ad inizio agosto e progressivamente utilizzati per le campagne
elettorali e l'attività politica del partito.La disponibilità liquida registrata a dicembre viene nei
mesi successivi esaurita fino alla nuova erogazione dei contributi pubblici
nell'agosto successivo.
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