mercoledì 13 giugno 2012

Riforma dei partiti e del finanziamento pubblico. Secondo il Partito Democratico

15 domande e risposte su dati, proposte e iniziative politiche e parlamentari del PD per rendere i partiti più trasparenti e risparmiare risorse pubbliche

Il Partito Democratico, che fin dalla sua nascita nel 2008 ha adottato criteri rigorosi di trasparenza del bilancio, ha deciso di prendere una iniziativa politica e parlamentare immediata per arrivare entro poche settimane a una riforma del finanziamento pubblico dei partiti che comprenda controlli rigorosi, anche sul passato, trasparenza, a un diverso sistema di contributi che tenga conto del finanziamento da parte dei privati, metta un tetto uguale per tutti alle spese per le campagne elettorale e riduca in modo concretamente significativo l’ammontare delle risorse pubbliche destinate a questo scopo.
1) Cosa propone di fare il PD di fronte alle vicende che stanno venendo alla luce sul
comportamento di alcuni tesorieri di partito?  
Il PD ha proposto di riformare il finanziamento deipartiti, dimezzando da subito i rimborsi elettorali e introducendo nuove regole estremamente rigorose sulla trasparenza, i controlli e le sanzioni (A.C. 5176 Bersani ed altri). Il disegno di legge sul finanziamento dei partiti approvato dalla Camera dei Deputati e attualmente in discussione al Senato ha ripreso gran parte delle proposte del PD: i rimborsi elettorali dal 2012 sono dimezzati; diventa obbligatoria la certificazione dei bilanci; viene istituita una nuova Commissione indipendente di controllo; i conti dei partiti devono essere pubblicati in Internet; sono previste dure sanzioni per chi viola le regole, fino alla decurtazione integrale dei contributi pubblici; la soglia oltre la quale le donazioni private devono essere dichiarate scende da 50 a 5 mila euro. Molte previsioni del disegno di legge – che renderanno la normativa italiana la più rigorosa d’Europa - rispecchiano quanto il PD fa da sempre.
2) Cosa fa il PD per la trasparenza del proprio bilancio?  
Fin dalla nascita il PD nazionale ha deciso di dotarsi di un Codice Etico e di far controllare e certificare il proprio bilancio nazionale dalla più grande società di revisione del mondo, PricewaterhouseCoopers, la stessa che certifica il bilancio della Banca d’Italia. Nel 2011 la revisione è stata sperimentata in alcune Unioni regionali PD e dal 2012 tutti i bilanci delle strutture regionali PD saranno sottoposti alla certificazione della Price. Fin dalla nascita il PD pubblica su Internet i propri bilanci, visibili in ogni momento e da ogni cittadino
nella Sezione Trasparenza del sito nazionale del partito. Le regole di trasparenza adottate volontariamente dal PD sono nettamente più rigorose di quanto attualmente previsto per i partiti politici dalla normativa vigente.
3) Perché introdurre subito controlli, trasparenza e sanzioni?  
Il PD ha spinto con particolare forza sulla rapida approvazione di nuove norme sulla trasparenza perché riteniamo che siano parte imprescindibile di una riforma seria del finanziamento dei partiti. Le forze politiche, a partire dalla Lega Nord, che si sono opposte a tale riforma basilare, impedendone un esame di urgenza, si sono assunte la grave responsabilità di ostacolare la piena trasparenza dei bilanci dei partiti e l'introduzione degli strumenti necessari per impedire i comportamenti illegali che purtroppo hanno caratterizzato la vita interna di alcune forze politiche.
4) Perché è importante che vi sia un finanziamento pubblico della politica? 
La buona politica e la buona amministrazione del bene comune presuppongono, come recita l'articolo 49 della Costituzione Italiana, la presenza di partiti che garantiscano la libera partecipazione e la parità di
condizione dei cittadini nella vita pubblica. Il PD è impegnato per cambiare profondamente l’attuale sistema di finanziamento, riducendo drasticamente i rimborsi elettorali e incentivando la libera contribuzione dei cittadini alla vita dei partiti. Ma una componente pubblica nel finanziamento dei partiti esiste in tutti i Paesi dell'Unione europea e va mantenuta anche in Italia come strumento di libertà dai condizionamenti di interessi particolari. Il passaggio ad un sistema di finanziamento totalmente privato, come dimostra la storia e l’esperienza di altre nazioni, rischierebbe di consegnare i partiti nelle mani di poche lobbies o potentati economico-finanziari il cui interesse principale, nel migliore dei casi, è un interesse di pochi, e non quello della collettività. In un Paese in cui i mezzi di informazione sono già concentrati nelle mani di pochi imprenditori
privati, ciò è ancora più vero.
5) I partiti continuano a incassare contributi anche quando hanno chiuso i battenti.  
Questo non è più possibile. La prosecuzione dei rimborsi in caso di fine anticipata della legislatura è stata
definitivamente abolita dall'articolo 6 del decreto-legge 98/2011.
6) Intanto i partiti incasseranno i contributi relativi al 2012.  
Se il disegno di legge di riforma del finanziamento dei partiti verrà rapidamente approvato dal Parlamento – come chiede con forza il PD – i rimborsi elettorali del 2012 saranno dimezzati rispetto all'ammontare previsto dalla legislazione vigente. Le risorse risparmiate nel 2012 e nel 2013 con il dimezzamento dei rimborsi
elettorali – 160 milioni di euro – saranno destinate alle popolazioni colpite da terremoti e calamità
naturali.
7) Come cambierà il finanziamento dei partiti con la nuova legge?  
Nel 2012 i contributi pubblici saranno dimezzati rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente: 91 milioni invece di 182 milioni. Il tetto massimo dei contributi pubblici rimarrà a 91 milioni anche negli anni successivi. Il nuovo sistema di finanziamento pubblico, ispirato al modello in vigore in Germania, prevede che il 70% dei 91 milioni complessivi sia erogato sotto forma di rimborsi elettorali (63,7 milioni), mentre il rimanente 30% (27,3 milioni) venga attribuito nella forma di un contributo pubblico proporzionale all'autofinanziamento raccolto da ciascun partito (quote associative ed erogazioni liberali). Il disegno di legge prevede che accedano ai contributi pubblici i partiti che ottengono almeno 1 eletto e che sono dotati di uno statuto conformato a principi democratici di vita interna.
Con la nuova legge le detrazioni fiscali saliranno dal 19% al 26% per le erogazioni liberali delle persone fisiche ai partiti e alle Onlus. La soglia massima soggetta a detrazione è stata ridotta, per quanto riguarda i partiti, da 100 mila a 10 mila euro annui.
Il disegno di legge prevede norme severe in materia di trasparenza, controlli e sanzioni: la certificazione obbligatoria dei bilanci dei partiti da parte di società di revisione iscritte all'albo Consob; il controllo esterno affidato ad una Commissione indipendente di 5 magistrati designati dai presidenti della Corte dei Conti, della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato; la decurtazione dei contributi pubblici in caso di irregolarità, fino all'azzeramento nei casi più gravi; l'obbligo di pubblicare in Internet i bilanci dei partiti; la finalizzazione dei contributi pubblici all'attività politica, elettorale e ordinaria, dei partiti; il divieto di investire l'eventuale liquidità in strumenti finanziari diversi dai titoli emessi dagli stati UE; la divulgazione dei nominativi dei
donatori in caso di erogazioni liberali superiori a 5 mila euro annui.
Gran parte dei contenuti del disegno di legge riflettono proposte avanzate dal PD.
Le risorse risparmiate negli anni 2012-2013 verranno destinate, come chiesto dal PD, ai terremotati (160 milioni). Negli anni 2014-2016 i risparmi finanzieranno le maggiori detrazioni per le Onlus (119 milioni), le maggiori detrazioni per i partiti (22 milioni) o torneranno allo Stato (19 milioni).
8) Come si può contenere il costo delle campagne elettorali?  
Secondo il PD per una efficace moralizzazione della vita pubblica la riduzione dei rimborsi elettorali deve andare di pari passo con norme specifiche per il contenimento dei costi di tutte le campagne elettorali. A questo riguardo, il disegno di legge di riforma del finanziamento dei partiti introduce tetti di spesa per le elezioni europee e quelle comunali, non previsti dalla normativa vigente.
9) Perché è necessaria anche una legge di riforma dei partiti? 
L’articolo 49 della Costituzione italiana recita: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Mai tuttavia è stata fatta una legge che prevedesse e regolamentasse le forme della partecipazione democratica nei partiti, la personalità giuridica certa, le regole e i doveri ai quali le organizzazioni politiche devono rispondere. Anche
dal punto di vista delle modalità del finanziamento, privato e pubblico, le nuove e più stringenti regole devono essere inserite in un quadro di riforma che imponga ai partiti regole di trasparenza e di democrazia interna chiare ed esigibili dai cittadini. Ma non solo: la necessità di una ricostruzione civile e democratica del paese secondo il PD rendono necessario un intervento di regolamentazione, di trasparenza e di profondo rinnovamento delle forze politiche, indispensabili per l’esercizio della democrazia. Un rinnovamento che una riforma, in attuazione dell’articolo 49  della Costituzione, può oggi assicurare. In questa legislatura diversi parlamentari del PD hanno presentato iniziative legislative per riformare i partiti e il loro finanziamento. Queste proposte sono state riprese nel progetto di legge del PD di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione (A.C. 4973 Bersani ed altri).
10) Quanti fondi pubblici vengono destinati ai partiti in Italia e negli altri Paesi europei?  
In Italia le risorse statali stanziate per i rimborsi elettorali ammontavano a 290 milioni nel 2010 e 182 milioni nel 2011. Con la nuova legge si scenderà dal 2012 a 91 milioni (1,50 euro per abitante, un dato nettamente inferiore alla media dei grandi Paesi europei).
Per quanto riguarda gli altri grandi Paesi europei, secondo una recente analisi comparata:
1) In Francia la somma del contributo annuale e dei rimborsi elettorali destinati ai partiti è pari a 160,3 milioni (2,46 euro/abitante).
2) In Germania i partiti ricevono, sotto forma di contributo proporzionale ai voti e contributo sulla quota di autofinanziamento, risorse con un tetto di 133 milioni. A queste risorse vanno aggiunti altri 95 milioni stanziati per le fondazioni legate ai partiti e ulteriori 233 milioni per finanziamenti a progetto. Il totale è pari a 461 milioni (5,64 euro/abitante). Nel 2012 il tetto delle risorse direttamente destinate ai partiti è salito a 150,8 milioni.
3) In Spagna tra stanziamenti annuale e rimborsi elettorali vanno ai partiti 131 milioni (2,84 euro/abitante).
4) Nel Regno Unito i contributi, riservati ai soli partiti di opposizione, ammontano a 7,8 milioni di sterline, equivalenti a 9,4 milioni di euro (0,15 euro/abitante).
11) Quanti rimborsi elettorali riceve il Partito Democratico?  
Nel 2011 il PD nazionale ha incassato sotto forma di rimborsi elettorali circa 58 milioni di euro. Nel 2012, con la nuova legge, questa cifra scenderà a 29 milioni di euro. I rimborsi elettorali rappresentano una voce molto importante nei bilanci del PD, sia a livello nazionale, sia a livello regionale.
12) Dove vanno a finire i soldi che spende il PD?  
Due terzi sono investiti in attività politica o trasferiti sul territorio. Un terzo è utilizzato per il personale e gli altri costi di struttura. Ogni anno, oltre alle spese legate alle campagne elettorali, il PD nazionale organizza decine e decine di iniziative, manifestazioni, dibattiti, feste tematiche, seminari di studio, attività di formazione,
come “Finalmente Sud” che sta coinvolgendo nella formazione politica duemila giovani del Mezzogiorno, campagne di comunicazione. Queste risorse contribuiscono in misura determinante all'attività di un partito che conta su oltre 600 mila iscritti e che alle primarie del 2009 ha portato ai seggi 3,1 milioni di cittadini e cittadine per eleggere il proprio Segretario nazionale.
Il PD nazionale si è dato sin dall'inizio regole estremamente rigorose per le spese di viaggio, vitto, alloggio dei dirigenti politici e dei dipendenti. Il partito possiede un'unica auto di servizio.
L'organico del PD nazionale contava, a fine 2010, su 202 dipendenti e collaboratori. Un dato inferiore rispetto ai 330 dipendenti e collaboratori in organico ai DS e alla Margherita a fine 2007.
13) Quante risorse vengono trasferite alle strutture territoriali?  
Il PD nazionale trasferisce alle strutture regionali e provinciali i rimborsi elettorali regionali, le risorse del fondo perequativo (per sostenere l’attività politica dei territori con minori rimborsi elettorali regionali per elettore) e contributi straordinari. Negli ultimi anni, l'ammontare di risorse trasferite sul territorio è notevolmente aumentato: 1,5 milioni nel 2008; 2,3 milioni nel 2009; 13,6 milioni nel 2010; 13,5 milioni nel 2011. Rimangono inoltre integralmente sul territorio le entrate derivanti dal tesseramento, dalle feste democratiche, dai contributi degli amministratori locali e regionali, delle iniziative locali di autofinanziamento. Questa ripartizione delle risorse è la più “federalista” tra le forze politiche italiane.
14) E’ vero che il bilancio del PD è in profondo rosso?  
Assolutamente no. Il bilancio del PD nazionale è in equilibrio. Il partito non ha debiti, non ha tesoretti, non investe in Tanzania, non possiede immobili, non compra lingotti d’oro o diamanti. Usa tutte le proprie entrate per la funzione che la Costituzione assegna ai partiti.
15) Come mai il PD nazionale a fine anno ha soldi in cassa? 
 Le disponibilità liquide a fine anno sono esclusivamente legate al ciclo finanziario del partito: i rimborsi elettorali vengono ricevuti ad inizio agosto e progressivamente utilizzati per le campagne elettorali e l'attività politica del partito.La disponibilità liquida registrata a dicembre viene nei mesi successivi esaurita fino alla nuova erogazione dei contributi pubblici nell'agosto successivo.

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