sabato 7 luglio 2012

Agricoltura, flagello storni. La Regione sostiene di inserirlo tra le specie cacciabili

L’assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha proposto alla Conferenza delle Regioni di attuare da subito la caccia in deroga allo storno e di chiedere all'Unione europea si inserirlo tra le specie cacciabili, senza aspettare il 2015.
Rabboni ha proposto inoltre la definizione del calendario di caccia a livello nazionale; di affrontare la questione della caccia di selezione agli ungulati (in particolare i cinghiali) su terreni innevati (pratica questa, ammessa sulle Alpi ma non negli Appennini); di dare attuazione in tempi brevi alle norme della legge finanziaria del 2001 che stabiliva, a partire dal 2004, di trasferire alle Regioni il 50% degli introiti della licenza di 'porto fucile' per la realizzazione dei programmi di gestione faunistico-ambientale".

Nel 2011 il costo danni da storno nei campi dell'Emilia-Romagna è aumentato del 21,2%, passando dai 198.000 euro del 2010 a 240.000 euro del 2011, il 10,5% dei 2.272.000 euro di danni totali fatti dagli animali selvatici all'agricoltura regionale. Lo ha reso noto la Coldiretti dell'Emilia-Romagna, esprimendo apprezzamento per la proposta di Rabboni.
Il problema della caccia allo storno scaturisce da un direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d'Europa e solo dopo il 2015 è previsto il reinserimento tra le specie cacciabili. E' un provvedimento che comprende anche l'Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità, proprio a causa dei danni ambientali che sta provocando.
Tra l'altro questo volatile colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta manodopera, come i frutteti e vigneti, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l'occupazione.

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