E' stata recentemente inaugurata la nuova sala mensa della Casa Protetta. È il segno della volontà dell'Asp e del Comune di potenziare e qualificare questa struttura fondamentale non solo per Casola ma per tutta la vallata. Cosa puoi dirci dell'investimento e della situazione della nostra casa protetta?
Grazie alle sempre più favorevoli condizioni di salute e sopravvivenza aumenta, analogamente, la percentuale di popolazione con più di 80 anni. La popolazione dei cosiddetti “grandi vecchi” incide per il 4,6% del totale, ossia circa un italiano su venti.
L’età anziana è un’età della vita che va sempre più dilatandosi, pertanto moltiplica l’esigenza di risposte assistenziali flessibili, differenziate, integrate e continuative che preservino l’autonomia, sinonimo di salute, di normalità e di benessere. Le relazioni e le emozioni incidono fortemente sulla qualità della vita e sul benessere psicofisico. Si può affermare che il benessere “emerge” dalle relazioni sociali.
Siamo consapevoli e convinti che l’adeguamento strutturale di questo complesso gioverà senza ombra di dubbio a rendere più fruibile da parte di tutti la sala mensa e quindi a migliorare ancora di più il processo di aggregazione tra gli anziani che è una componente molto importante per loro.
Questo intervento libera anche uno spazio importante al piano terra che è nostra intenzione sfruttare per dare maggiore operatività e peso al Centro “Fiordaliso” che consideriamo fondamentale per dare risposte ai tanti bisogni di Casola.
Quali altri progetti si stanno portando avanti insieme all’ASP?
Con l’ASP ci sono diversi progetti in cantiere, Nell’ultimo consiglio comunale abbiamo approvato un protocollo d’intesa dove il Comune e l’ASP si impegnano a realizzare un programma per l'individuazione delle modalità organizzative e gestionali del servizio di mensa a favore dei soggetti ai quali i due Enti erogano i pasti. In altre parole, la gestione del servizio mensa, la cui titolarità rimarrebbe in capo al Comune, potrebbe essere affidata all’ASP.
Sappiamo che non è l’unico progetto. Ce ne sarebbe un altro che riguarda il futuro di quella splendida esperienza, nata e cresciuta a Casola, che è il “Fiordaliso”…
Sì, stiamo inoltre lavorando in collaborazione con ASP e Servizi sociali associati dell’Unione di Comuni, per attivare un Centro socio-occupazionale presso la sede del “Fiordaliso”, che ha sede nella nostra Casa protetta.
Si tratta di un centro diurno la cui finalità è quella di favorire l’acquisizione e/o il mantenimento delle abilità tecnico - manuali dei propri ospiti, attraverso la proposta di piccole esperienze “lavorative”. Obiettivo di questo servizio è favorire lo sviluppo delle autonomie personali, la coscienza e l’apprezzamento del lavoro svolto, e ovviamente fare si che tutto questo possa avvenire senza dover percorrere 60 km in autobus tra andata e ritorno.
Il servizio sarà rivolto a giovani che dopo aver ultimato il percorso scolastico - professionale, non sono riusciti a inserirsi e/o a rimanere nell’ambito dei percorsi lavorativi protetti.
Attraverso un partner privato – una azienda che si è messa in gioco per il bene dei ragazzi di Casola senza guardare al solo vantaggio economico - che si tramuterà in datore di lavoro, siamo riusciti a mettere in piedi questo progetto la cui sostenibilità si avrebbe per un minimo di 3 ragazzi. Siamo ancora nella fase di approvazione del progetto ma siamo fiduciosi e se non vi saranno intoppi possiamo pensare che dal 2013 Casola avrà il suo Centro socio-occupazionale.
“Servizi sociali” nel nostro territorio, ormai da 12 anni, vuol dire "gestione associata" tra tutti i Comuni del faentino. Quali azioni di riorganizzazione si prevedono, di fronte ai tagli alla spesa sociale attuati in questi ultimi anni?
In relazione alla programmazione per il 2013 delle risorse regionali, il Comitato di Distretto di Faenza ha espresso forte preoccupazione sull'utilizzo dei Fondi per la non Autosufficienza del 2012, nonché sulla sostenibilità del sistema a partire dal 2013. Questo vuol dire che, in una situazione di generalizzata e forte riduzione delle risorse ed in considerazione del completo azzeramento del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, la nostra Regione, per il 2012, con grande sforzo riuscirà a garantire le risorse necessarie per sostenere la rete dei servizi.
A cinque anni dall'avvio del Fondo per la Non Autosufficienza, tutti i territori hanno scelto di ampliare l'offerta dei servizi elevandone la qualità e l'efficacia, ma, allo stesso tempo, di calmierare l'utilizzo delle risorse con la consapevolezza che il loro pieno utilizzo avrebbe messo in forte discussione la sostenibilità del sistema per gli anni futuri.
L'avvio dell'accreditamento inoltre, tuttora problematico per diversi territori, ha comportato un significativo aumento della spesa per i servizi, più critico in quei territori nei quali, in regime di pre-accreditamento si registrava un sistema di remunerazione dei costi assistenziali più basso rispetto alla media regionale. Tali elementi di preoccupazione si inseriscono in un percorso che vede il Distretto di Faenza impegnato da anni in un processo di riorganizzazione dei servizi che ha comportato interventi di riduzione delle prestazioni sia in area anziani, che in area minori, che in area disabili.
Per l’anno 2012 è stato tagliato l’assegno di cura che è andato a penalizzare la scelta della domiciliarità ed è stato un intervento non piacevole ma necessario vista la mappatura dei servizi allo stato attuale.
Ora stiamo facendo la programmazione per il 2013 ma l’incertezza dei dati ed i continui tagli stanno causando notevoli ritardi.
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