Intervista a Maurizio Nati, Assessore comunale di Casola Valsenio
Il 2 dicembre si è votato al ballottaggio per le Primarie del centrosinistra. Come giudichi i risultati a Casola Valsenio?
Il risultato a Casola ha rispecchiato in piccolo quello del Paese. E'stata una bella competizione, fondata su visioni diverse. Matteo Renzi molto agguerrito e determinato, ha coinvolto tante persone avvicinando sicuramente i giovani al partito. Direi che ha fatto si che gli stessi partecipassero alla competizione, e speriamo che questo non sia un episodio isolato, ma una fase nuova, dove generazioni oggi sempre apatiche verso questo mondo sappiano cogliere stimoli ed ideali nuovi per partecipare alla politica della nostra nazione. Abbiamo bisogno di loro, lo ha detto Bersani, “Il meglio deve ancora venire" perché la vera sfida è quella di vincere le elezioni nazionali di marzo 2013. Per questo importante obiettivo tutti dobbiamo lavorare e impegnarci, per cambiare il Paese guardandolo con gli occhi dei più deboli, abbandonando vecchie ricette di austerità applicate dall'uomo solo al comando al motto di "ghe pensi mi".
Con Bersani avremo la possibilità di mettere in atto delle politiche concrete, abbandonando il mondo delle favole e della demagogia che ha contraddistinto i lunghi anni del Governo Berlusconi. Noi non crediamo in un 'santone', ne abbiamo visto uno in questi 20 anni e c'è bastato. Non vogliamo leader "semi assolutistici" al potere, vogliamo che sia un programma chiaro, come quello della coalizione dei progressisti, a guidare le scelte politiche e di governo.
Cosa hai condiviso di più e cosa ti ha convinto di meno della proposta programmatica e politica dei due candidati – Bersani e Renzi – che si sono confrontati al ballottaggio?
Mi ha convinto di più la pacatezza, la concretezza della proposta di Bersani. Sono sicuro che riuscirà a rinnovare il partito coinvolgendo i giovani, dandogli spazio, rendendoli soggetti attivi nelle scelte politiche che il nuovo governo avrà davanti a sè. Per governare un’importante nazione come l’Italia non si deve agire nell’improvvisazione, una folata di vento, ma nel carattere e nella concretezza dell’azione politica concreta e continua. A mio parere Renzi è stato un grande trascinatore, è riuscito a coinvolgere la gente perché la stessa ha voglia di cambiamenti profondi nella politica, ma le sue proposte mi sono sembrate troppo politiche e poco concrete per governare una nazione importante e impegnativa, come in questo difficile lo è il nostro Paese. L’esperienza messa a servizio degli altri è cosa utile, da quella si deve partire per mettere in campo nuove idee per rinnovare il sistema politico.
Dopo la vittoria di Bersani, si apre quella che sarà la campagna elettorale del PD per le elezioni politiche della primavera prossima. Che contributo potrà dare l’esperienza delle Primarie? Ne esce un partito più unito o più diviso? Più forte o più debole per candidarsi alla guida del Paese
Il dibattito e il confronto è importante per la vita e la crescita del partito e per il ruolo politico che il PD ha nella scena politica italiana. Le primarie hanno coinvolto molte persone in particolare giovani, in un momento in cui la politica è in difficoltà, dove il personalismo degli attori ha preso il sopravvento sulla missione di rappresentare e mettersi a servizio di un paese in modo altruista, per il bene di tutti e non di se stessi. Il dibattito aperto con le primarie all’interno del PD credo debba continuare, non per dividere ma per essere più uniti. Con le primarie ho visto una grande voglia della gente di riprendere il percorso della politica attiva, negli ultimi anni Berlusconi aveva stancato i cittadini, rendendoli critici e schifati verso un sistema di governo rivolto all’interesse personale e non a servizio del popolo. Noi dobbiamo fare in modo, invece, che le scelte siano partecipate e condivise.
Ti facciamo, in conclusione, la stessa domanda che abbiamo fatto al Sindaco e ai tuoi colleghi. Da amministratore di un Comune dell’Appennino e quindi di chi svolge una concreta e diretta azione di governo sul territorio, quali tre punti indicheresti a Bersani come prioritari per l’agenda del Paese?
Il lavoro è sicuramente l’aspetto più importante, i giovani devono ritrovare fiducia nelle istituzioni, i politici devono lavorare per il paese, per la crescita e lo sviluppo nella democrazia. Purtroppo i valori e gli ideali che hanno condiviso i 'padri fondatori' della nostra Repubblica sono andati persi e dimenticati, dobbiamo lavorare perché la cosa pubblica non sia gestione a servizio di qualcuno ma dell’intera comunità.
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