mercoledì 13 febbraio 2013

Un evento sorprendente, una sfida per la Chiesa di fronte ai cambiamenti della società e del mondo

di Giacomo Giacometti

"Non ho più forze per essere Papa". Questa, la frase pronunciata da Benedetto XVI per annunciare al mondo la Sue dimissioni. Un evento sorprendente, maturato in solitudine e nella personale meditazione, che ha il segno di un coraggio non comune nel riconoscere i propri limiti ad assolvere il compito immane di Capo della Chiesa Cattolica.
E' la scelta di un uomo mite, di un Sacerdote "umile servitore della vigna del Signore" ( così si definì il giorno della Sua nomina), difensore della cristianità, ispiratore e continuatore del dialogo tra le religioni per favorire la pace nel mondo. Il coraggio dell'abbandono, motivato con il venir meno della energia giovanile, sarà stato dettato anche da una valutazione dei problemi immensi della Chiesa Cattolica che richiedono nuove energie per un forte rinnovamento nel Vaticano, nelle Diocesi, nelle Parrocchie, nel clero, nel rapporto col Mondo.

I Cattolici soffrono per gli scandali e per le mancanze sia dei consacrati sia di coloro che, professandosi cattolici, per debolezza di fede, compiono soprusi e violenze materiali e morali.
Papa Ratzinger ad una bambina che gli chiedeva ragione dei propri reiterati peccati, ebbe a dirle che "ogni tanto anche la casa accumula la stessa polvere ed ogni tanto va ripulita".
Ebbene, forse il Suo coraggioso gesto va interpretato anche come consapevole necessità di pulizia. Salutiamo e ringraziamo questo Papa come Buon Pastore e fine studioso della storia del Cristianesimo, gli auguriamo lunga vita da dedicare ancora alla Sua Missione.
Auguriamoci anche che la scelta del nuovo Papa (sia esso europeo o non) sia ispirata non tanto a criteri di convenienza ma alla necessità che sappia essere all'altezza dei tempi, riformatore delle strutture per renderle più aperte e dialoganti col mondo contemporaneo.
Questo auspicio non dipende dallo Spirito Santo, che non ha poteri in proposito, ma dalla volontà dei Cardinali ad ispirarsi al profondo delle loro coscienze. Quelle sì, devono essere ispirate al messaggio Cristiano.

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