giovedì 9 maggio 2013

9 maggio 1978. Trentacinque anni fa l'assassinio di Aldo Moro

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha deposto una corona di fiori in via Caetani, luogo dove fu ritrovato nel 1978 il corpo senza vita di Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse. Il Capo dello Stato ha poi sostato per un momento di raccoglimento davanti alla targa che ricorda quel tragico avvenimento. In Via Caetani erano presenti anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del consiglio Enrico Letta e il sindaco di Roma Gianni Alemanno.

Trentacinque anni fa l'assassinio di Aldo Moro, al termine di un rapimento durato 55 giorni. Un periodo oscuro della storia della Repubblica, con tanti aspetti e complicità ancora da chiarire. Di certo, con l'omicidio del presidente della Dc vi è la fine di una strategia politica legata indissolubilmente alla regìa di Moro.
E' lui, infatti, il tessitore instancabile di una politica del confronto con le forze costituzionali che porterà proprio il 16 marzo - giorno del rapimento e della strage di via Fani - il Partito comunista italiano a votare la fiducia al nuovo governo, un monocolore Dc guidato da Giulio Andreotti. Un governo utile a superare la crisi - economica e terroristica - ma anche ad avviare una nuova fase della politica nazionale. Un esperimento che incontra ostacoli e oppositori.
E' la prima volta che un partito comunista si avvicina così tanto all'area della maggioranza in un paese occidentale. Il mondo è ancora diviso in blocchi e l'Italia è un paese alla frontiera con l'area di influenza sovietica. Non è facile per Moro rompere la diffidenza dell'amministrazione Usa e di paesi europei preoccupati per l'ingresso dei comunisti italiani nella maggioranza. Il lavoro della statista Dc è al limite dell'impossibile. Ma quando alcun resistenze sembrano crollare, il nuovo governo ricevere la fiducia, ecco entrare in scena il terrorismo rosso con le Brigate rosse.
La storiografia, le ricerche, le indagini in questi anni hanno consentito di mettere a fuoco i tanti aspetti della "grande politica" e, al tempo stesso, i termini ancora non chiariti del più importante delitto politico avvenuto in Europa nel '900. Su un piano coincidono: con Aldo Moro viene colpito il tentativo di costruire una via nazionale alla crisi degli anni Settanta. L'autonomia della politica ha dovuto fare i conti ancora una volta con un paese a sovranità limitata.
Trentacinque anni dopo, mentre tutto è cambiato e tante cose si manifestano in modo diverso, il tema dell'autonomia ci riporta alla lezione morotea. Ad un sistema politico fragile corrispondono poteri fuori controllo; con istituzioni non condivise, il sistema democratico rischia di frantumarsi.

(David Sassoli)

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