"Non sono questi che mi fermeranno”. Questo il commento del ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge, all'ennesimo episodio di razzismo di cui è stata fatta oggetto, dopo l’esposizione di uno striscione con la scritta ‘Kyenge torna in Congo’ davanti la sede del PD di Macerata ad opera di Forza Nuova.
“Preoccupata? Assolutamente no. La mia risposta non è fondamentale, ma lo è ciò che risponde la società civile”, ha aggiunto la ministra.
A scatenare l’attacco razzista,la contrarietà del movimento di ultradestra alla proposta del senatore democratico Mario Morgoni di concedere alla ministra la cittadinanza onoraria di Macerata.
“La battaglia per la legge sullo ius soli deve diventare una battaglia di tutta la politica italiana” è stata la reazione di Morgoni, che ha aggiunto di voler proporre ai sindaci della provincia di Macerata “di invitare il ministro Cecile Kyenge alla prima cerimonia utile per il conferimento della cittadinanza onoraria ai figli di immigrati nati qui”.
Solidarietà al ministro anche dal capogruppo del PD al Senato Luigi Zanda, che ha parlato di un episodio che “va ben oltre ogni forma di razzismo e di inciviltà”.
Per Zanda “lo striscione volgare di insulti al ministro Kyenge affisso davanti alla sede del PD di Macerata e il comunicato che lo accompagna rievocano il lato peggiore del fango dell'ideologia totalitaria. Un episodio semplicemente spregevole e meschino”.
La Questura di Macerata, attraverso la Digos, intanto ha fatto sapere di stare conducendo accertamenti sul caso. Si cerca di risalire a chi abbia materialmente scritto e affisso il cartello. La procura valuterà se aprire un fascicolo di indagine in base alla Legge Mancino contro la discriminazione razziale, etnica e religiosa, che punisce con la reclusione fino a un anno e sei mesi chi 'propaganda idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale o etnico'.
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