L'intervento di Guglielmo Epifani all'Assemblea nazionale del PD (IL VIDEO)
È giusto che io dica con chiarezza come siamo arrivati a questo punto. Non ho cercato questo incarico ma davanti a tante sollecitazioni non potevo sottrarmi alla responsabilità che mi veniva richiesta. Riflettendo se accettare o meno, è molto pesato nella mia decisione il dialogo che ho avuto con i ragazzi che a Napoli avevano occupato le sedi del PD quando guardavo la loro preoccupazione mentre io argomentavo come non ci fossero alternative nella formazione di questo governo. Dobbiamo dare la possibilità ai giovani di avere la speranza di avere il PD che loro vogliono e allo stesso tempo parlare con loro.
Ringrazio Bersani per tutto quello che ha fatto per noi in questi 4 anni, una persona di grande qualità, serietà e moralità.
Ringrazio anche Franceschini e Veltroni.
Se il PD, che nasce per cambiare questa società rischia diventare parte della crisi del Paese stesso, è vicino al fallimento perché non ha alcuna funzione. Dobbiamo reagire e non lasciare che le cose vadano da sole. C’è una retorica della crisi che attanaglia anche noi. Nessuno di noi è uguale a come viveva sei anni fa e molto di più vale per chi ha perso il lavoro o non lo trova più. Il declino si accompagna sempre al decadimento morale e sociale. Noi non possiamo continuare a vivere la crisi della democrazia solo perché non esistono gli strumenti per decidere: un cortocircuito che richiede una forte domanda di ripresa e cambiamento.
Non dobbiamo avere paura di affrontare la realtà o avere paura del confronto con gli altri perché li consideriamo più decisi o più cattivi. Mettiamoci la faccia perché la nostra faccia è sinonimo di serietà. Coraggio non vuol dire incoscienza. Sarebbe da incoscienti non sollevarsi contro le offese al nostro ministro Kyenge, sarebbe da incoscienti se Genova non sentisse la nostra vicinanza nella grave ferita che ha subito, sarebbe da incoscienti se non reagissimo e ponessimo una fine alla violenza sulle donne con una legge contro il femminicidio.
Le responsabilità della situazione del PD è tale che nessuno può tirarsi indietro. Di fronte a noi abbiamo delle scadenze:
1) riempire il vuoto dopo le dimissioni del Segretario
2) aiutare e non lasciare soli i sindaci e gli aspiranti candidati nelle elezioni alle porte;
3) preparare il congresso senza nessuna paura.
Il congresso è il cuore del mandato democratico. Il congresso deve essere preparato bene con le logiche conseguenti che ne derivano. Capire ciò che va tenuto e ciò che va cambiato in termini sempre inclusivi senza ridurre tutto al voto sulla persona.
Il congresso deve essere esplicito, una battaglia, una discussione esplicita. La linea è di tutti, il cognome è di una persona sola. Va recuperato il senso di appartenenza: va fatta la scelta di graduare la bilancia tra diritti e doveri. Un iscritto deve avere più diritti e meno doveri, un dirigente meno diritti e più doveri.
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