Una proposta di legge firmata da Anna Finocchiaro e dal capogruppo PD al Senato, Luigi Zanda (che riprende i contenuti di un’analoga proposta di legge che il PD aveva presentato nella scorsa legislatura) prevede la piena attuazione all'art. 49 della Costituzione sui partiti, dando loro "personalità giuridica". La proposta prevede di stabilire, spiegano i proponenti, "i contenuti minimi dello statuto, alcuni principi generali, ai quali dovranno attenersi tutti i partiti che intendono concorrere alla determinazione della vita politica, pena la perdita dei rimborsi per le spese elettorali o di ogni ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico".
Questo non impedirà a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma la mancata acquisizione della personalità giuridica precluderà l'accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali.
In altre parole, i partiti, tutti i partiti, devono avere riconoscimento giuridico e darsi regole e procedure democratiche e trasparenti, per la selezione dei gruppi dirigenti, per la formazione delle decisioni politiche, per la gestione delle risorse e la certificazione dei bilanci.
Riportiamo sull'argomento, il commento del giornalista e conduttore TV, Gad Lerner
“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Così sta scritto nell’articolo 49 della Costituzione della Repubblica italiana. Mai applicato, con le tristi conseguenze che ben conosciamo: la proliferazione di partitini personali privi di democrazia interna; il finanziamento pubblico degenerato in accaparramento di risorse da parte di gruppi di potere oligarchici; la continua violazione dei deliberati congressuali da parte di gruppi dirigenti autoreferenziali.
Tutti, ma proprio tutti i partiti italiani hanno fino a oggi violato lo spirito della norma costituzionale e hanno fin qui trovato conveniente eludere il dettato costituzionale.
Trovo inaccettabile che la proposta di legge presentata oggi da Anna Finocchiaro e Luigi Zanda venga definita con leggerezza irresponsabile - come fanno molti siti d’informazione - “legge anti-movimenti”. Macché. E’ sacrosanto prevedere che le associazioni finalizzate alla rappresentanza dei cittadini debbano vincolare la loro attività a norme e statuti che salvaguardino la volontà democratica dei loro aderenti.
Basta con i partiti padronali e con l’indifferenza alle regole.
E’ una bella verifica anche per il MoVimento 5 Stelle: per quanto tempo ancora intende assoggettarsi alla guida privatistica di un capo politico non eletto, detentore del simbolo e unico titolare delle scelte di linea politica? Come si fa a predicare la democrazia e a ignorarla all’interno della propria associazione? La democrazia italiana dovrebbe consentire in futuro la formazione di movimenti a guida dittatoriale? Discutiamone, senza blaterare a vanvera di legge anti-movimenti.
Nessun commento:
Posta un commento