Guglielmo Epifani ha dedicato una parte significativa della sua relazione alla Direzione nazionale alle riforme dell'assetto costituzionale e istituzionale e della legge elettorale.
"Fermiamoci un attimo ha affermato -
senza cadere in una spirale che non ci porterebbe a fare le riforme o a
non farle al meglio. Se ne deve discutere seriamente nelle sedi
competenti, con gli argomenti giusti, con i tempi giusti e nell’ordine
giusto. Non diventiamo tifosi. Al primo
posto, il superamento del bicameralismo. Al secondo la riforma del
Titolo V della Costituzione, nella difesa del ruolo delle Regioni. Al
terzo, la forma di governo e la legge elettorale.
Le nostre proposte sulla legge elettorale sono state già depositate.
Da lì cominceremo il nostro lavoro per giungere in tempi brevi ad una
proposta di riforma capace di ridare ai cittadini la possibilità di
scegliere i propri parlamentari, garantendo nello stesso tempo la
governabilità.
La sede delle discussioni è il Parlamento. La commissione dei saggi approfondisce e fornisce spunti di riflessione.
Noi ne discuteremo in un seminario, nella Direzione, e poi con il coinvolgimento degli iscritti.
Governo e presidente della Repubblica devono essere lasciati fuori dalla
mischia. Bisogna valutare con attenzione le scelte e alternative, non
piantare muri: delle due ipotesi, una è più naturale e semplice, l’altra
è più innovativa e complessa, ma entrambe sono democratiche, se risolte
in un contesto di pesi e di equilibri.
L’accordo sindacale unitario sulla rappresentanza è stato un passo nella giusta direzione. Un segno positivo.
Nel cammino delle riforme dobbiamo sapere che il rischio del fallimento
esiste. Noi lanciamo la sfida non per tenere in piedi il governo, ma per
rendere il Paese più forte e meno fragile nella sua transizione
istituzionale infinita.
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