Intervista a Guglielmo Epifani di Simone Collini (l'Unità, 21 luglio 2013)
«Il governo esce più debole dall`affare Shalabayeva, che per noi non è chiuso. Se non riacquista autorevolezza e forza non ce la farà ad affrontare un autunno che sarà difficilissimo». Il messaggio lanciato da Guglielmo Epifani è rivolto al Pdl, che già dieci giorni fa aveva reagito alla decisione della Cassazione di fissare al 30 luglio l`udienza sul processo Mediaset con un atteggiamento «ai limiti dell`eversione» e ora ha fatto quadrato attorno ad Alfano. Ma non è solo agli uomini di Berlusconi che parla il segretario del Pd. Perché oltre a ribadire la necessità di fare a settembre «un tagliando», Epifani spiega in questa intervista che il PD si batterà perché al centro dell`azione di governo vengano messe «le vere priorità, che sono le politiche per il lavoro, gli investimenti per la scuola, l`allentamento del patto di stabilità, l`erogazione di un po` di liquidità alle piccole e medie imprese». E su questo, dice il leader del Pd, che va rilanciata l`azione di governo. Ed è su questo, aggiunge, che si costruisce «il senso del nostro percorso congressuale».
Le reazioni del Pdl alla decisione della Cassazione e poi il caso Shalabayeva: come esce il governo da quanto avvenuto negli ultimi dieci giorni?
«Sicuramente più debole».
Il 30 luglio rimane una data chiave per le sorti del governo e la tenuta della maggioranza?
«Il Pdl, tentando una pressione indebita sui lavori parlamentari, ha reagito con un atteggiamento ai limiti dell`eversione alla decisione della Cassazione di fissare l`udienza per quel giorno. E questo ha segnato la tenuta della maggioranza, non può che pesare perché significa che il Pdl non ha compreso che c`è un senso dello Stato che viene prima degli interessi di una parte. Per quanto ci riguarda, noi restiamo fermi sul concetto che non ci deve essere commistione tra questioni giudiziarie e questioni politiche».
E le questioni di rilevanza internazionale come incidono? Lei ritiene chiuso il caso Shalabayeva?
«Non è chiuso perché ha prodotto un vulnus impensabile in qualunque Stato sovrano. Quel che emerge, giorno dopo giorno, è la nostra totale cessione di autonomia come Paese. Sembra che un ambasciatore di una nazione straniera si sia incuneato nel nostro sistema e sia riuscito a portar via una donna e una bambina senza che nessuno lo abbia fermato. Come ha detto Napolitano, siamo di fronte a una vicenda inaudita».
Non è rimasto soddisfatto dalla ricostruzione fornita dal capo della Polizia Alessandro Pansa?
«Quella ricostruzione riguarda il comportamento delle forze di sicurezza, ma c`è da fare un esame più vasto perché quel che emerge dimostra che c`è un sistema che è saltato. E questa è una questione che va al di là della sola sfera del ministero dell`Interno».
È un modo per assolvere l`operato di Alfano?
«No, la responsabilità politica del ministro dell`Interno è evidente e sarebbe stato opportuno un suo passo indietro. Quel che dico è che di fronte a una perdita di sovranità e di credibilità internazionale, di fronte alla violazione di principi elementari, di un`azione contro i diritti dell`uomo e il rispetto dei minori, bisogna fare chiarezza. Capire è la condizione perché non si ripeta più quanto accaduto».
Ha detto che sarebbe stato opportuno un passo indietro da parte di Alfano, ma perché allora il Pd non ha votato per la sfiducia del ministro dell`Interno?
«Una grande forza politica non si accoda mai alle iniziative dell`opposizione, soprattutto in materia di fiducia. O lo fa essa stessa, o non lo fa. Se l`avessimo fatto sarebbe caduto il governo».
Anche nel Pd c`è chi sostiene che non sia vero.
«Chi lo fa evidentemente non tiene conto del fatto che Alfano non è soltanto ministro dell`Interno ma anche segretario del Pdl. L`esito sarebbe stato scontato e le conseguenze sarebbero state devastanti. Il Pdl avrebbe atteso la sentenza della Cassazione e si sarebbe preparato a buttare tutta su di noi la responsabilità della crisi».
Quindi si andrà avanti come se niente fosse?
«No, perché quanto avvenuto negli ultimi dieci giorni ha indebolito il governo, che dovrà riacquistare autorevolezza e forza per riuscire ad affrontare un autunno che dal punto di vista economico e sociale sarà difficilissimo. Per questo, proprio come prima di un viaggio impegnativo, bisogna fare un tagliando all`esecutivo, effettuare i necessari controlli, mettere a punto quel che non va».
Dal Pdl le dicono che con una simile richiesta si finisce per indebolire il governo.
«Al contrario, io voglio rafforzare il governo. Dopodiché questa è la mia opinione. Il presidente del Consiglio, a cui spetta questa responsabilità, deciderà ciò che sia più opportuno fare. Per quanto riguarda il Pd, adesso rilanceremo le nostre priorità per affrontare la crisi economica e sociale».
Cosa va messo al centro dell`azione di governo?
«Servono forti investimenti sulla scuola, perché è chiaro che i tagli degli ultimi anni hanno segnato la qualità e l`universalità dell`offerta formativa. Va allentato il patto di stabilità, almeno per quanto riguarda la messa in sicurezza degli edifici scolastici, in cui entrano ogni giorno migliaia di bambini e ragazzi. Va dato seguito all`impegno assunto nei confronti degli esodati. Si deve vigilare perché gli ammortizzatori sociali vengano effettivamente erogati. E accanto a tutto questo c`è la grande questione di aprire i rubinetti del credito, pensando soprattutto agli artigiani e alle piccole e medie imprese, che soffrono la crisi in maniera molto pesante».
Il Pdl ha posto come priorità la cancellazione dell`Imu.
«Le priorità per noi sono quelle, dopodiché andrà individuata una soluzione intelligente sulla prima casa ed evitato l`aumento dell`Iva, che avrebbe un carattere recessivo che penalizzerebbe le fasce popolari e i ceti più deboli. Su questo il Pd sosterrà l`azione di governo».
E concentrerà anche la discussione congressuale? Glielo chiedo perché alcuni esponenti del Pd sostengono che se il confronto si dovesse sviluppare tra quanti dicono che bisogna sostenere il governo e quanti dicono che no, l`esecutivo rischia contraccolpi ed è meglio rinviare l`assise al 2014.
«Venerdì, in direzione, apriremo in maniera esplicita la discussione congressuale, che riguarda il ruolo del partito, i compiti del governo, il bilancio di questi primi cento giorni e le sue prospettive, i contenuti su cui rilanciarlo. Sul ruolo del Pd nell`azione di governo già da tempo si stanno esprimendo opinioni di diverso segno sugli organi di informazione. Ora è il momento di riportare la discussione negli organismi del partito. Facciamolo in maniera franca ma costruttiva».
Renzi ha annunciato che entra in silenzio stampa e parlerà direttamente agli elettori del Pd alle Feste: cosa ne pensa?
«Qualsiasi discussione è positiva, alle Feste, ai dibattiti. Ci fa bene. Ma poi arriva il momento di ricondurre il dibattito nella sede propria, che è la direzione».
Auspica la presenza anche di Renzi?
«Ma certamente, di Renzi come di tutti i membri della direzione. Siamo a conclusione della discussione sulle regole, ora è il momento di discutere il senso del nostro congresso».
Arriverete a un via libera alle regole all`unanimità?
«È quello che spero».
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