mercoledì 24 luglio 2013

Il Sindaco Iseppi risponde all'interpellanza del centrodestra: "Nelle parole del Sindaco francese nessuna 'equiparazione' ma la ferma condanna della violenza dei gruppi neofascisti"

Nella seduta consiliare del 23 luglio il Sindaco Nicola Iseppi ha risposto all’interpellanza presentata dal gruppo consiliare di minoranza, primo firmatario il consigliere U.d.C. Roberto Morini, che aveva per titolo “Un 25 Aprile che discrimina e divide”.
Gli interpellanti criticavano alcune affermazioni contenute nel discorso pronunciato dal sindaco francese Jean-Jacques Duprat, alla cerimonia del 25 Aprile a Casola Valsenio che – a parere loro – avrebbe definito ‘fascisti’ i partecipanti alle manifestazioni che si sono svolte in Francia contro la legge che riconosce il diritto al “matrimonio per tutti”. Nell’interpellanza si chiedeva, infine, al Sindaco Iseppi se condividesse quelle parole e “nell’auspicata evenienza che non le condivida, come intende risarcire moralmente coloro che si sono sentiti profondamente offesi da quelle parole”.

LA RISPOSTA DEL SINDACO, NICOLA ISEPPI
 “In merito all’interpellanza di cui all’oggetto – ha dichiarato il Sindaco Iseppi - mi limiterò a pochi giudizi e a citare un commento pervenuto dalla Francia su questo argomento.
Voglio subito sottolineare di essere orgoglioso e felice della partecipazione dell’amico Sindaco Jean-Jacques Duprat alla manifestazione del 25 aprile, che ci ha dato modo di toccare con mano ciò che accade nella vicina Francia.
In Francia – e Duprat lo ha chiaramente denunciato - esiste e si manifesta una effettiva minaccia neofascista. Il Front National ha oltre il 20% di consensi ed esistono molti gruppi riconosciuti di ispirazione nazionalista e fascista: la “Primavera francese”, “Generazione identitaria” e “Giovani nazionalisti”.

Ricordo – a questo proposito - il recente attacco alla sede del Partito Socialista Francese con 230 arresti, 36 feriti di cui 34 poliziotti e le decine di arresti e feriti durante i cortei contro il matrimonio per tutti; azioni queste messe in atto da gruppi che, per quanto minoritari, sono particolarmente agguerriti e violenti.
Ciò che il Sindaco e Vice Presidente Duprat ha detto è esattamente quello che accadeva qualche mese fa in Francia, specificando sempre e avendo come riferimento non i “manifestanti” ma i “fascisti”.
Credo quindi che il teorema proposto dall’ interrogazione – e cioè che Duprat abbia definito fascisti i manifestanti contro la legge per il “matrimonio per tutti” – sia privo di fondamento e lo si possa chiaramente desumere sia dal contesto che dalla lettera dell’intervento.
Per questo mi sento di condividere le parole e il senso dell’analisi e delle affermazioni del sindaco Duprat e i suoi riferimenti all’impegno e all’azione antifascista oggi in Francia, che si manifesta nel contrasto e nella condanna di queste dimostrazioni di odio e di violenza infiltrate in cortei e manifestazioni o attraverso pericolose missioni punitive contro avversari politici.
Nessun cattolico è stato è stato chiamato in causa per quegli episodi e men che meno si è inteso offendere la sensibilità di nessuno. Semmai, dobbiamo sentirci tutti offesi per le violente manifestazioni di un neofascismo che strumentalizza il disagio sociale e sfrutta la pesante crisi che stiamo attraversando per commettere atti di violenta intolleranza.
Precisato ciò, credo piuttosto che al fondo di questa polemica ci sia la discussione sulla legge del “matrimonio per tutti”.
Per me – lo dico, prima ancora che da uomo di sinistra, da pubblico amministratore e rappresentante delle istituzione – il diritto di due persone, anche dello stesso sesso, che si amano e che vogliono condividere un progetto di vita – che si chiami unione civile o che si chiami matrimonio – deve avere, anche in Italia come in Francia e nella maggior parte dei paesi europei - il pieno riconoscimento giuridico e legislativo.
Non è una battaglia di partito. Penso che le parole diritto, libertà, pietà, uguaglianza e amore abbiano dei significati precisi che non si possono interpretare a seconda della convenienza o della stanza in cui le pronunciamo. Penso sia soprattutto compito di tutti, delle istituzioni, delle giovani generazioni, dare significato e valore a queste parole e fare in modo che questo Paese
possa migliorare sul piano dei diritti civili e delle libertà individuali.
Credo non si debba fare confusione fra una battaglia politica sui diritti e la condanna per le espressioni di violenza e di intolleranza neofascista.
La storia ci insegna a non sottovalutare questi eventi: lo dobbiamo al sacrificio di quanti – laici e cattolici, forze di ispirazione cristiana, liberale, socialista e comunista - hanno combattuto nella Resistenza, in Italia, in Francia e in Europa, al fianco degli eserciti Alleati per liberare il continente dal nazifascismo.
Per concludere lascio la lettera che mi ha inviato Gabriel Cadario, già preside della scuola media di Couzeix, figlio di emigrati italiani negli anni ‘30 e Presidente del Comitato di gemellaggio AGD dal 2001 al 2009, che avevo informato su questa interrogazione.


“…Apprendo che (…)  un punto del discorso pronunciato da Jean-Jacques DUPRAT, vice-presidente della Comunità dei comuni “Aurence et Glane Développement », in occasione della commemorazione del 25 aprile a Casola, è stato oggetto di una polemica.
Persuaso che i gemellaggi siano un mezzo per sviluppare relazioni d'amicizia tra i Popoli, ho operato, per nove anni, allo scopo di migliorare la conoscenza della nostra storia, delle nostre tradizioni e dei nostri modi di vita.
Quindi constatare oggi che l'ultima riunione tra gli abitanti dei nostri comuni è sfociata in un conflitto, mi rende triste, molto triste.
Ho riletto con molta attenzione il testo del discorso di Jean-Jacques DUPRAT. Dal mio punto di vista, questo testo non fa che tradurre una realtà della Francia d'oggi: la crescita di movimenti con un'ideologia fascista e xenofoba. Le manifestazioni contro “il matrimonio per tutti” sono state l'occasione, per questi movimenti, di mettersi in valore (come forse avrebbero fatto in occasione di una manifestazione nazionale su un altro argomento?).
Le manifestazioni, dal mio punto di vista, hanno messo anche in evidenza un altro aspetto molto preoccupante per la nostra democrazia. Quando degli Amministratori, cinti della loro sciarpa tricolore, in testa ai cortei, proclamano alla televisione “che non applicheranno la legge”, ciò costituisce un cattivo esempio per i cittadini. Perché un cittadino dovrebbe rispettare una legge -o semplicemente il codice stradale- mentre il suo deputato dice che non applicherà un testo legislativo…!?
Quest'atteggiamento irresponsabile di alcuni esponenti politici, l'implicazione di responsabili di ogni bordo politico in malversazioni finanziarie e le difficoltà economiche contribuiscono a sviluppare una sensazione di sfiducia riguardo alle nostre istituzioni.
Concretamente ciò si traduce con una spinta degli estremi (nelle ultime due elezioni parziali, sono rimasti soltanto due candidati per il secondo turno, di cui quello del Front National di Marine Le PEN, essendo la sinistra eliminata). Sì, le nostre democrazie sono in pericolo.
Jean-Jacques DUPRAT ha ragione d'essere preoccupato riguardo all’aumento dei partiti di estrema destra.
Ribadisco dunque la mia convinzione che gli scambi e gli incontri contribuiscono a costruire, poco a poco, una fraternità tra gli Uomini, a condizione di avere un rispetto profondo per le opinioni diverse e religiose, perché arricchiscono il dibattito ed incoraggiano la riflessione".
Gabriel Cadario

Credo sia utile - ha concluso il Sindaco - questo contributo per evidenziare lo stato d’animo della comunità francese, preoccupata per queste manifestazioni e questi disordini civili e morali.
Mi associo anche al pensiero di quanto sono positivi e utili i rapporti di gemellaggio: si tratta di esperienze che ci aiutano a meglio comprendere le diverse realtà europee e quanto sta accadendo nel nostro continente e che contribuiscono alla crescita culturale e civile delle nostre comunità.

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