giovedì 29 agosto 2013

Fassina: "Abbiamo raggiunto un compromesso utile. I ceti popolari non pagheranno per la prima casa"

Intervista a Stefano Fassina di Alessandro Barbera (La Stampa, 29 agosto 2013)

Fassina, l`Imu non c`è più. Possiamo dire che ha vinto Berlusconi? Ha minacciato la caduta del governo e ha ottenuto quel che chiedeva.
«Non è così. Purtroppo siamo al governo con una forza orientata alla facile demagogia: la Service tax sarà una tassa che terrà conto anche del valore catastale delle prime case. Inoltre in questo decreto ci occupiamo di esodati e cassintegrati. Non è poco».

Dunque non cambia nulla?

«Abbiamo trovato un compromesso utile per il Paese. I ceti popolari pagheranno meno per la prima casa: questo è quel che conta. Il PdL pensa agli interessi dei più abbienti».

Imu, esodati, cassintegrati, statali, ricchi e poveri. Non le sembra, come ha fatto notare su questo giornale Luca Ricolfi, che invece dei cittadini vi state occupando della somma degli interessi che ciascuno di voi rappresenta o crede di rappresentare?

«I cittadini? E chi sono gli esodati, i disoccupati, i possessori di prima casa se non cittadini? I cittadini come categoria astratta non esistono!»

Qui però di riforme utili se ne vedono poche. E quando ci sono, come quella dell`Imu, sembrano dettate da argomenti demagogici, come lei stesso ammette. Ad esempio: che ne é della riforma degli ammortizzatori sociali? O della riduzione delle tasse sul lavoro?

«Questo è un intervento in parte emergenziale, lo ammetto. Però quella dell`Imu è una riforma vera. Tanto per capirci: stiamo introducendo la deducibilità della tassa per i capannoni industriali. E che cos`è, se non una riduzione degli oneri a carico delle imprese?».

Questo governo durerà? È «senza più scadenza», come dice Letta?

«Non è il miglior governo possibile, ma oggi non ha alternative e sta comunque affrontando le emergenze del Paese».

E fino a quando? Davvero credete che durerà fino alla chiusura del semestre di presidenza italiana dell`Ue?
«Saremmo autolesionisti se interrompessimo il percorso. La sfida più importante dei prossimi mesi si gioca a Bruxelles, e noi dobbiamo esserne protagonisti. Nessuno, nemmeno le economie più forti dell`area euro usciranno da questo tunnel senza una radicale correzione di rotta delle politiche conservatrici».

Di qui a qualche giorno, al massimo qualche settimana, ci sarà il voto in Parlamento sulla decadenza di Berlusconi. Lei crede che il governo reggerà l`urto?

«Se il PdL farà mancare il suo consenso si assumerà la responsabilità di aver anteposto gli interessi di Berlusconi a quelli del Paese. Non si può chiedere al PD di sovvertire le regole dello Stato di diritto. Ma sono convinto che alla prova dei fatti il PdL saprà ascoltare i suoi elettori. Non credo che -, al di là dello zoccolo duro dei militanti - gli elettori del PdL perdonerebbero una mossa del genere».

Se il governo dopo quel voto cadesse ci sarebbe un Letta bis?
«In quel caso si dovrà cercare ogni soluzione per approvare la legge di Stabilità e la riforma della legge elettorale. L`unica cosa certa è che col Porcellum non si può tornare a votare».

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