È nata l’Ausl unica della Romagna.
La legge approvata in Assemblea legislativa il 19 novembre, da' vita alla quinta azienda sanitaria italiana per popolazione residente e tra le prime per superficie territoriale e numero di ospedali.
“Usciamo da una logica di pura conservazione e di continuismo: il servizio sanitario di questa Regione ha la propria forza non nella capacità di gestire ma in quella di proporre delle scelte e di porsi come guida per il resto del Paese. Il nostro obiettivo – ha dichiarato l’assessore alle Politiche per la Salute Carlo Lusenti, intervenendo in Aula – non è quello di risparmiare ma di spendere fino all’ultima risorsa disponibile per continuare a garantire i nostri elevati livelli di assistenza, con un progetto che è di innovazione, sviluppo e crescita. Livelli che testimoniano la qualità del nostro servizio anche più dei pur buoni risultati di bilancio e di equilibrio. Risultati che non sono garantiti per sempre in un settore, quello dell’assistenza sanitaria, come nessun altro attraversato da cambiamenti profondi. Le aziende romagnole hanno una condizione di fragilità rispetto a obiettivi di ulteriore crescita e sviluppo. Quindi bisogna dire no logiche di territorio miopi e parziali e sì ad obiettivi più ambiziosi, cui si giunge dopo un percorso durato due anni. Le scelte non sono state calate dall’alto”.
L’Azienda Usl della Romagna, che nasce dall’unificazione delle aziende di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini, ha una popolazione di 1.124.896 persone residenti (1.106.375 gli assistiti) e un territorio di 5.098 chilometri quadrati.
Con 3.355 posti letto nel sistema pubblico (che salgono a 4.895 con il privato accreditato), la nuova Azienda dispone di 15 ospedali pubblici, cui si aggiunge l’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori di Meldola, e sono 14 le case di cura private accreditate totali.
I dipendenti sono 14.789, mentre i professionisti convenzionati con l’Azienda unica, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, sono rispettivamente 796 e 158. Il volume di attività specialistica prodotta nel 2012 dalle quattro aziende romagnole, tra visite ed esami, è stato di 14.662.290 prestazioni.
Per quanto riguarda il finanziamento regionale, il volume complessivo delle quattro Aziende sanitarie romagnole per il 2013 si è attestato a 1,725 miliardi di euro su un totale di 6,883 miliardi di euro relativo a tutte le Ausl dell’Emilia-Romagna.
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I consiglieri regionali romagnoli della maggioranza Roberto Piva, relatore della legge, Tiziano Alessandrini, Thomas Casadei, Miro Fiammenghi, Mario Mazzotti, Damiano Zoffoli (PD) e la consigliera FDS Monica Donini, Presidente della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali, hanno espresso viva soddisfazione per l’approvazione del provvedimento.
“A partire dal 1° gennaio 2014 – sottolineano i consiglieri – le attuali quattro AUSL di Rimini, Forlì, Cesena e Ravenna verranno accorpate in un unico ente.
Verrà inoltre rafforzato il ruolo pubblico dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori IRST di Meldola quale nodo delle attività oncologiche nelle aziende sanitarie.
La legge contiene, inoltre, gli strumenti per garantire il coinvolgimento delle comunità locali e la partecipazione dei cittadini nella definizione delle politiche sanitarie locali. Con questa legge la Regione Emilia-Romagna compie un passo molto importante: l’obiettivo chiaro è quello di liberare risorse per le persone e per i servizi ad esse dedicate e di ridurre i costi di amministrazione”.
Nel giorno dell’approvazione del progetto di legge, i consiglieri regionali hanno presentato in aula una risoluzione sullo stesso tema. “La nascita della AUSL unica di Romagna – affermano i consiglieri – è figlia di un processo partecipato (coinvolti oltre 75 enti locali) e di forte innovazione: un Sistema Sanitario Regionale che si fonda sui principi del’universalità, dell’equità e della solidarietà e che punta a migliorare il sistema dell’offerta sanitaria pubblica in direzione dell’integrazione territoriale, della qualità, della prossimità e dell’accessibilità.”
“Con la risoluzione presentata oggi – proseguono i consiglieri – chiediamo alla Giunta regionale un impegno ad indirizzare il riordino delle aziende sanitarie della Romagna seguendo alcuni principi rilevanti:
- assicurare un’articolazione organizzativa che garantisca condizioni di prossimità e equa accessibilità ai servizi ed operare per la massima valorizzazione del ruolo dei Distretti socio sanitari, da intendersi come “maglia base” di una rete di servizi territoriali integrati, all’interno della quale garantire l’intera gamma dell’assistenza primaria alla persona e in base alla quale strutturare l’articolazione dell’azienda unica, pensando, ad esempio, ad un’azienda organizzata per “divisioni distrettuali”;
- garantire che le economie di gestione che si libereranno su base pluriennale saranno utilizzate per potenziare la qualità e la quantità dei servizi sanitari offerti ai cittadini;
- monitorare l’andamento del processo riorganizzativo e l’impatto sul territorio, coinvolgendo anche le comunità locali e i soggetti della partecipazione ammessi ai sensi della legislazione regionale;
- perseguire gradualmente la ridefinizione della rete assistenziale e di quella ospedaliera, garantendo contestualmente l’implementazione dei servizi territoriali esistenti attraverso la realizzazione dei nuclei di cure primarie e delle Case della Salute.”
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