Intervista al ministro Graziano Delrio, di Simone Collini (l'Unità, 14 dicembre 2013)
L`«accelerazione» sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti concordata anche con Renzi, una nuova legge elettorale «da approvare sia alla Camera che al Senato prima delle europee», un ritorno alle urne in tempi rapidi «soltanto se le forze della maggioranza ritengono che l`azione del governo non sia incisiva».
Il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio guarda con ottimismo ai prossimi mesi. E alla domanda se non tema che l`elezione di Renzi alla guida del Pd possa provocare fibrillazioni all'interno della maggioranza scuote decisamente la testa: «L`evento di domenica è una buona notizia per tutti. Il nuovo segretario del Pd ha le idee molto chiare, saprà scrivere una buona agenda insieme agli altri partiti della coalizione».
Partiamo dal decreto sul finanziamento pubblico: perché ricorrere a un simile strumento, ministro Delrio, quando c`è un testo già approvato alla Camera che doveva soltanto ricevere il via libera del Senato per diventare legge?
«Abbiamo voluto dare un segnale di accelerazione perché l`impegno che avevamo assunto prevedeva l`approvazione definitiva entro l`anno».
Il capogruppo di Fi Renato Brunetta dice che si tratta di «un vero attacco al ruolo del Parlamento», ma anche nel Pd c`è chi, come Orfini, sostiene che «una decisione sul funzionamento della democrazia non la può prendere il governo per decreto»
«Abbiamo rispettato la fase di discussione, che non è stata né inibita né sospesa e che ora potrà proseguire in Parlamento nella conversione del decreto. Di fronte al rallentamento dei tempi nel passaggio al Senato abbiamo preferito agire per avere un effetto in tempi più rapidi. La nostra decisione non va vista in termini di umiliazione del Parlamento, ma di collaborazione più stretta per raggiungere gli obiettivi condivisi da tutti».
E cosa risponde a chi nota che l`abolizione non è subito operativa?
«Che come tutte le riforme anche questa entra in campo in modo graduale, ma i principi che la sorreggono sono di un cambiamento radicale».
C`è chi sostiene che Letta abbia voluto bruciare la "sorpresine` che su questa materia Renzi aveva annunciato per la sua formale elezione a segretario Pd: lei che al congresso ha sostenuto il sindaco di Firenze cosa ne pensa?
"Che non è affatto questo il motivo per cui il Consiglio dei ministri ha varato il decreto e che decisioni di questo tipo il presidente del Consiglio le prende dopo essersi confrontato con i segretari delle forze di maggioranza"
Cioè l`avrebbe concordata col vicepremier Alfano e con Renzi?
«Lo do per acquisito».
Non crede che un simile confronto sarebbe utile anche sulla legge elettorale, visto che l`accelerazione impressa da Renzi rischia di scontentare il Nuovo centrodestra e provocare lacerazioni nella maggioranza?
«Il confronto è sempre utile, l`importante è che si diano rapidamente le risposte utili a recuperare con i cittadini un rapporto di fiducia e credibilità. Nessuno vuole costruire nuove maggioranze sulla legge elettorale, ma tutti devono capire che questa materia è patrimonio di tutte le forze politiche. Se il Porcellum è nato male è perché è stato fatto da una parte contro l`altra. Adesso il dialogo parte dalla maggioranza, ma si deve allargare a tutti i partiti. Dopo la sentenza della Corte costituzionale, le Camere hanno l`opportunità di far vedere che le riforme si possono fare senza perdere tempo, e mostrare tutta la differenza con chi sa soltanto gridare nelle piazze».
Ce l`ha con i cosiddetti Forconi?
«Chi chiede più lavoro e più sostegno va ascoltato e vanno date le risposte necessarie per alleviare le sofferenze, ma non si possono giustificare in alcun modo azioni intimidatorie o violente, anche perché colpiscono in maniera molto più forte le persone più deboli. Non noi ministri, ma i poliziotti, i commercianti, i passanti».
Tornando alla legge elettorale, ci potrebbe essere il via libera della Camera prima delle europee?
«Della Camera e del Senato. Una nuova legge va approvata entro maggio in entrambi i rami del Parlamento».
Cosa la rende così ottimista?
"Il fatto che ci sono tutte le condizioni per trovare un`intesa. Alfano ha aperto al doppio turno e segnali importanti sono arrivati anche da Scelta civica. Ci sono tre principi da rispettare, e cioè che sia chiara la maggioranza che andrà a governare, restituire ai cittadini la scelta dei parlamentari, una soglia per ottenere il premio di maggioranza. Tutti li condividono e se le attuali posizioni non vengono irrigidite per motivi di altra natura, l`approvazione potrà esserci prima delle europee».
C`è però chi sostiene che la legge elettorale debba muoversi contemporaneamente alle riforme istituzionali, che però richiedono tempi più lunghi.
«No, la legge elettorale deve avere un percorso parallelo, sintonizzato, coerente con le riforme istituzionali, ma non ci può essere contemporaneità perché altrimenti neanche per il 2015 avremo un nuovo sistema di voto».
II governo durerà fino a quella data? Esclude urne anticipate in primavera?
«Il voto anticipato è un`ipotesi che non esiste. Si verifica soltanto se la maggioranza non c`è più. Cioè se le forze che sostengono l`esecutivo ritengono che l`azione di governo, che è più forte se fa le riforme e si indebolisce se non le fa, non sia incisiva».
E cosa deve fare ora il nuovo segretario del Pd per aiutare il governo?
«Quello che già sta facendo, dire le cose in maniera chiara, dare una spinta per le riforme, scrivere una buona agenda insieme agli altri partiti della coalizione».
Renzi veramente insiste sulla golden share del Pd...
«E vero, ma siamo in una coalizione. Le proposte del Pd contano molto ma l`agenda va scritta tutti insieme».
Non teme annacquamenti?
«Il nuovo segretario ha le idee molto chiare, proseguiremo bene. L`avvenimento di domenica è una buona notizia per tutti».
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