mercoledì 12 marzo 2014

La svolta buona!

Mercato del lavoro, riduzione della pressione fiscale, edilizia scolastica e piano per la casa: quattro pilastri su cui costruire il rilancio dell'economia italiana. Matteo Renzi li ha presentati oggi in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

In una sala stampa colma all'inverosimile, con il suo governo al completo ad assistere e coadiuvato da una serie di 'cartelli' presentati attraverso la tecnica dello 'split screen' - a schermo diviso, con il premier da una parte e le slide con la spiegazione delle misure dall'altra - mutuata da quella vista alla Casa Bianca durante un discorso del Presidente Obama, solo pochi giorni fa.
Una lunga esposizione, in cui non sono mancate battute di spirito, come anche nel botta e risposta con i giornalisti in sala. Ciò su cui non è disposto a scherzarle Renzi è il percorso delle riforme. «Seriamente», premette rispondendo a una cronista, «se non riusciremo ad arrivare al superamento del bicameralismo perfetto, non dico che terminerà questa esperienza di governo, ma dico che io lascerò la politica».
Prima di allora, tuttavia, c'è da mettere mano alle misure economiche per il rilancio economico del Paese. Il fisco, innanzi tutto, con dieci miliardi di riduzione del cuneo fiscale tutti a favore dei lavoratori, in particolare quelli che hanno stipendi netti fino a 1.500 euro al mese i quali, già dal primo maggio, si ritroveranno una busta paga più pesante che garantirà loro un maggiore guadagno di circa mille euro all'anno. Il provvedimento, dovrebbe avere effetto dal primo maggio perchè «per il primo aprile non ci sono i tempi tecnici per adeguare le buste paga», ha detto il premier per poi aggiungere in dialetto romanesco: «Non je la famo».
La misura vale 10 miliardi e andrà a beneficio di circa 10 milioni di italiani. La copertura arriverà «dal risparmio di spesa», da altre manovre di bilancio e, ha assicurato il premier, «senza aumento di tassazione». Il rilancio dell'economia passa anche dall'edilizia scolastica che, assicura Renzi, darà ossigeno nuovo all'intero settore delle costruzioni. Il piano vale 3,5 miliardi e dal primo aprile sarà attiva a Palazzo Chigi l'unità di missione per le scuole annunciata nei giorni scorsi.
C'è poi il cavallo di battaglia di Renzi costituito dal jobs act che si sostanzierà con un decreto legge ed un disegno di legge. Il secondo sarebbe «una delega per riorganizzare l'intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne», ma servirà per riordinare «l'intero sistema del lavoro».
Tra le misure «il contratto a termine durerà al massimo per tre anni e sarà applicabile senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori». Nel settore della ricerca, invece, l'obiettivo dichiarato da Renzi «da qui la 2018 è creare 600 mila posti di lavoro» nel settore, grazie a un aumento del credito d'imposta per un valore 600 milioni.
Il Consiglio dei ministri ha approvato anche il Piano Casa del valore di 1,7 miliardi (tra le misure previste riduzione della cedolare secca dal 15% al 10%, 467 milioni per l'edilizia popolare e 200 milioni per il Fondo Affitti).
Il premier illustra i provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri. E per la prima volta Palazzo Chigi utilizza lo split screen  per la sua  conferenza stampa, così come aveva fatto il presidente americano Barack Obama. Schermo diviso a metà per mostrare le slide e in contemporanea la sua immagine. Renzi ha fatto il punto delle prossime mosse del governo:  riforme costituzionali, politica economica e carico fiscale.
Tra i provvedimenti annunciati: dal primo maggio prossimo, chi ha un reddito di 1500 euro al mese, percepirà mille euro netti in più all'anno. Ancora, dal 1 maggio partirà la rimodulazione della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26%. Via poi, dal 26 marzo, l'asta per le prime 100 auto blu. Renzi ha anche annunciato lo sblocco dei pagamenti della P.A.per 68 miliardi di euro entro luglio e che dal primo maggio partirà la riduzione del 10% dell'Irap. L'aumento della tassazione delle rendite finanziarie andrà a coprire il taglio dell'Irap. Secondo il premier, «Non c'erano i tempi tecnici» per far partire il taglio del cuneo fiscale dal primo aprile prossimo.

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