sabato 4 aprile 2015

Grande Guerra, una legge per riabilitare i militari italiani fucilati

Un'illustrazione d'epoca che raffigura la fucilazione di un soldato Un appello d'ufficio alla giustizia militare, per la riabilitazione di quei soldati italiani della Grande Guerra fucilati dopo processi sommari.
Nell'occasione del centenario, un gruppo di deputati PD chiede di restituire l'onore e il rango di caduti per la Patria ai soldati condannati a morte per diserzione dopo processi sommari

A chiederlo, con una proposta di legge alla Camera ("Disposizioni concernenti i militari italiani ai quali è stata irrogata la pena capitale durante la prima Guerra mondiale" A.C 2741), è un gruppo di deputati PD - Gian Piero Scanu, Capogruppo PD in Commissione Difesa, Francesco Saverio Garofani e Giorgio Zanin - che, nel centenario della prima Guerra mondiale, intende restituire l'onore e il rango di caduti per la Patria ai soldati morti sotto il 'fuoco amico'.
Il clima di terrore imposto - come hanno ricostruito gli storici - dal generale Cadorna, fece 750 vittime, in gran parte soldati semplici accusati di crimini militari come la diserzione o la disobbedienza, e perciò condannati alla pena capitale davanti a un plotone di esecuzione.
Altri 350 sono gli uomini giustiziati senza nemmeno un processo. "Dobbiamo fare i conti con la storia" ha detto in una conferenza stampa Gian Piero Scanu, primo firmatario della proposta di legge. "Lo Stato italiano si deve scusare per i militari uccisi durante la Grande Guerra senza nessun motivo. Con la nostra proposta vogliamo che la magistratura riprenda in mano le sentenze con cui sono stati mandati a morte 750 militari italiani. Siamo certi che la totalità di quei procedimenti si concluderà con la piena riabilitazione. Lo impone la civiltà giuridica. Uno Stato deve chiedere scusa quando sbaglia".
Scanu ha quindi aggiunto che per l'iter legislativo, di cui dovrebbero occuparsi le commissioni Difesa e Giustizia, chiederà la sede legislativa, un percorso abbreviato che evita il passaggio del provvedimento dall'Aula. Una volta che la proposta diventerà legge dovrà essere la corte d'appello militare ad applicarla. Per Giorgio Zanin, cofirmatario della proposta, dovrà essere "un piccolo giubileo civile".

Nessun commento: