domenica 5 aprile 2015

Strage di studenti in Kenya, i militanti Shebaab somali ne massacrano 148

A mancare all'appello ci sarebbero altre 150 persone tra studenti e professori. Uccisi dalla polizia kenyana 4 attentatori. Mentre le autorità di Nairobi sostengono che l'assedio è finito, gli Shebaab affermano di aver ancora giovani in ostaggio. Degli 815 presenti al momento del raid solo 500 sono stati ritrovati. "Assalitori esplosi come bombe", ha detto il ministro dell'Interno Joseph Nkaissery. Condanna degli Usa

Garissa (Kenya) 2 aprile 2015 - E' stata una carneficina. 148 morti e 79 feriti dopo l'attacco compiuto all'alba dai militanti qaedisti somali Shebaab al campo universitario di Garissa, in Kenya. Durante l'assedio delle forze di polizia, durato circa 16 ore, sono stati uccisi 4 attentatori. Putroppo a peggiorare il quadro, già tragico e complicato, la notizia che a mancare all'appello ci sarebbero altre 150 persone tra tra studenti e professori.
Degli 815 presenti al momento del raid solo 500, infatti, sono stati ritrovati. Mentre le autorità di Nairobi sostengono che l'assedio sia finito, gli Shebaab affermano di aver ancora giovani in ostaggio. I quattro assalitori - ha detto il ministro dell'Interno Joseph Nkaissery - "sono esplosi come delle bombe". I militanti qaedisti indossavano degli esplosivi ed erano muniti di AK-47 e, quando sono stati colpiti dai proiettili sparati dalla sicurezza, "sono saltati in aria esplodendo come delle bombe".
Teatro del massacro Garissa, nel Kenya nord-orientale, a 150 km dal confine con la Somalia.

Alcune vittime decapitate in stile Isis
Scioccante il racconto dei sopravvissuti. Alcuni di loro hanno raccontato alla rete all news sudafricana News24 che alcune delle vittime sono state decapitate in stile Isis. Durante il blitz della polizia sono stati uccisi 4 degli attentatori. Il ministro dell'interno, come misura di sicurezza, ha ordinato in serata il coprifuoco dal tramonto all'alba a Garissa. Il coprifuoco è stato esteso anche alle contee limitrofe di Wajir, Tana River e Mandera.

Gli studenti cristiani in ostaggio

I terroristi, dopo avere fatto irruzione nel campus, hanno separato gli studenti cristiani da quelli musulmani e poi hanno liberato quest'iultimi. Centinaia gli studenti che sono stati tenuti in ostaggio. "La maggior parte erano ragazze" ha raccontato un testimone. Un altro ha parlato di aver visto cinque uomini armati. In serata le autorità del Kenya hanno annunciato che l'assedio al campo è terminato. Le stesse fonti alla Bbc hanno reso noto in queste ore si stanno portando in salvo tutti gli studenti superstiti.

Taglia su ideatore attentato

Intanto la polizia ha identificato la mente dell'azione in Mohamed Kuno, ex profesore dell'universita di Garissa, e su di lui penda una taglia di 5 milioni di scellini (50.000 euro). Il ministro dell'interno ha poi dichiarato che è stato arrestato un sospetto mentre cercava di fuggire dal college. La rivendicazione Uno dei tre portavoce del gruppo terroristico che ha rivendicato l'attacco Sheikh Ali Mohamud Rage ha dichiarato: "Il Kenya è in guerra con la Somalia, la loro missione è uccidere quelli che sono contro gli Shebaab". Poi ha confermato: "I mujaheddin prima hanno separato i musulmani dai non musulmani", poi hanno liberato i primi e trattenuto gli altri, cristiani, in ostaggio.

Irruzione all'alba
L'attacco è cominciato all'alba. I jihadisti hanno preso d'assalto il campus intorno alle 04:30 ora italiana: hanno sparato alle due guardie al cancello di ingresso e poi, una volta entrati, hanno aperto il fuoco a caso, mentre gli studenti stava ancora dormendo. Poi si sono asserragliati in uno dei dormitori degli studenti.

Attentati in Kenya
Garissa si trova a circa 150 chilometri dalla frontiera somala. Le regioni del nord e dell'est del Kenya, proprio ai confini con la Somalia, sono state spesso vittime di attacchi rivendicati da al-Shabaab. Legati ad al Qaeda e sostenitori di una variante della sharia molto intransigente, gli islamisti somali hanno moltiplicato gli attentati sul territorio kenyano negli ultimi anni, attaccando chiese, località turistiche, scuole, causando 200 morti solo nel 2014. Gli attacchi si sono intensificati dopo l'offensiva militare lanciata da Nairobi in terrirorio somalo nell'ottobre 2011, mirata proprio contro gli al-Shabaab. Le zone più colpite sono quella attorno alla lunga e porosa frontiera con la Somalia, 700km, le aree di Mandera, Wajir ed anche Garissa. L'attacco più cruento nel settembre 2013, quando gli Shebaab misero a ferro e fuoco uno shopping center Westgate nel cuore di Nairobi, uccidendo 67 persone.

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