lunedì 4 maggio 2015

"Abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo". L'intervento di Matteo Renzi alla Festa de l'Unità della Montagnola a Bologna, per i 70 anni delle Feste de l'Unità

"So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l'Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo". Matteo Renzi apre il suo intervento, dal palco della Festa de L’Unità di Bologna, rispondendo alle contestazioni. Ricorda poi i motivi che hanno portato all'organizzazione di "Bella come sempre": i 70 anni delle Festa de L'Unità e il 70° anniversario della Liberazione: “Il miglior modo per tenere viva la memoria di questi anni non è soltanto il ricordo, l'unico vero grande modo non è trasferirla in un museo, ma farla vivere per costruire un'Italia più giusta, più bella e più forte e questo è il compito del Partito democratico".

"Cari democratici, prendiamoci un impegno: non ci fermeremo a cento metri dal traguardo. Taglieremo il traguardo sulla legge elettorale, le riforme, sulla necessità di dare più soldi alla scuola pubblica e lo faremo senza dare a nessuno il diritto con un fischio di bloccarci". Portare a termine le riforme "è il compito del Pd tutto insieme: un partito che sa discutere al proprio interno ma che si riconosce come una comunità che va avanti insieme e anche se su alcune cose non la pensiamo allo stesso modo, ci confrontiamo, litighiamo un po', ma poi andiamo avanti tutti insieme". Per questo, il segretario saluta Cuperlo, presente ai piedi del palco: "Benvenuto a casa tua, Gianni Cuperlo. Dirlo è il minimo che si puo' fare. Insieme a Gianni Cuperlo abbiamo alcune idee bislacche" sul rilancio dell'Unità: da qui alla prossima festa nazionale a Milano ritroverete l'Unità in edicola e ci starà a lungo. Anche il ritorno del nostro giornale sarà l'occasione di un luogo di dibattito".

Il segretario e premier sottolinea: "Il primo elenco di riforme da fare tiene insieme le riforme che da 20 anni bisogna fare e non abbiamo fatto: legge elettorale, riforma della Costituzione, titolo V, riforma del fisco. In ballo non c'è il futuro di Matteo, Stefano, Francesco: ma chi se ne frega... In ballo è l'idea se questo Paese può essere luogo che nei prossimi trent'anni attira intelligenze ed educazione o no. Vogliamo essere un Paese che vive nel futuro o no?"

"Possiamo discutere nel merito, nel ddl la Buona scuola ci sono molte cose che si possono cambiare. Non credo che la proposta del governo sia prendere o lasciare: si può parlare. Ma non lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla. La scuola non è solo di quelli organizzati, è delle famiglie. Il compito del Partito Democratico è quello di garantire ai bambini di partire tutti dallo stesso punto. Premiare il merito significa consentire a tutti di avere le stesse opportunità. Tutto questo lo possiamo fare in un luogo e uno solo: la scuola. Sulla scuola abbiamo fatto l'investimento più grande: tre miliardi. Vogliamo discutere chi bisogna assumere? Parliamone ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà. Se il ddl la buona scuola passa 100mila insegnanti entreranno, se non passa continuerete a fischiare. Questa è la differenza".

"Abbiamo messo la fiducia sulla legge elettorale, rischiando l'osso del collo, per dimostrare che per quell'idea eravamo disponibili a farci mandare a casa. Non si resta a tutti i costi ma finché si può cambiare:è la politica con la P maiuscola.La mia esperienza politica la termino dopo due giri, come tutti, perché ho promesso la rottamazione e quindi a casa per primo io".

Non è mancato un accenno ai fatti di Milano, dalla violenta contestazione di cui è stata teatro nel giorno dell'inaugurazione di Expo, alla risposta del Pd milanese e della città: "Agli amici del PD di Milano dico grazie: mentre quelli col Rolex andavano a distruggere le vetrine loro si sono messi a pulire le vetrine e dire che quattro teppistelli non la vinceranno, non avranno la meglio. Siamo più forti noi".

"Il PD adesso sta giocando due parti in commedia: ci auguriamo che si formi un grande partito di destra: noi saremo più contenti quando lo sconfiggeremo, ma farà bene alla democrazia, come i democratici e i repubblicani. Hanno tempo fino al 2018 per organizzarsi, ma nel frattempo, in attesa che i repubblicani diventino repubblicani, oggi il derby è fra chi ci crede e chi non ci crede più. Questo Pd oggi più che mai ha il compito di restituire speranza all'Italia, a chi gufa risponderemo con il doppio dell'impegno", ha concluso.


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