sabato 9 maggio 2015

PD: stop ai vitalizi dei condannati, vince la politica pulita

"La delibera che abbiamo approvato oggi sui vitalizi ai parlamentari condannati è positiva e segna una tappa importante per l'affermazione di pratiche giuste ed eticamente corrette. Il populismo inconcludente dei 5 Stelle non smette mai di sorprendere: se fosse stato per loro non avremmo fatto nessun passo in avanti ma rinviato tutto ad futuro indefinito. Mentre governo e Parlamento hanno già approvato diversi provvedimenti, dal ripristino del falso in bilancio ai reati ambientali e contro la corruzione, che consentono di far vincere la politica pulita". Così Walter Verini, capogruppo del PD nella commissione Giustizia di Montecitorio.

Ettore Rosato, vicecapogruppo del PD alla Camera scrive su Twitter: "Mentre abolivamo vitalizi a condannati, M5S in piazza a urlare con Beppe Grillo. Noi cambiamo il Paese loro restano sul tetto"
Si poteva fare di più ma serviva un messaggio ed è stato dato. E' il messaggio del presidente del Senato il giorno dopo l'abolizione dei vitalizi per i condannati per reati gravi. Secondo Piero Grasso, le delibere degli uffici di presidenza di Camera e Senato sullo stop dei vitalizi ai parlamentari condannati "è un grosso passo in avanti, una rivalutazione sul piano politico della revisione del ruolo della politica e della sua dignità. Non penso che quelle delibere siano qualcosa di antidemocratico. anzi, accrescono il senso della democrazia e della giustizia".
"Ieri - ha detto anche la presidente della Camera, Laura Boldrini - abbiamo dato un importante segnale di discontinuità e una risposta alla richiesta di buona politica che sale dal Paese".

La delibera
Dopo mesi di rinvii e di incessanti polemiche tra i partiti, i presidenti delle Camere riescono a tagliare quello che ormai può essere considerato il loro traguardo: gli uffici di presidenza di Senato e Camera dicono sì alla delibera che taglia il vitalizio ai parlamentari condannati. Ma al risultato, che fa esultare Grasso ("Un bel segnale da parte delle istituzioni") e Boldrini ("E' la moralizzazione della politica"), non ci si arriva in modo indolore. La maggioranza si spacca: il PD vota "sì"; Ap o non si presenta o non vota; Svp a Palazzo Madama si astiene. E anche l'opposizione è in ordine sparso: FI abbandona i lavori; M5S alla Camera esce e al Senato dice "no"; SEL dà l'ok insieme a Lega e FdI; mentre FI abbandona i lavori. L'approvazione della delibera, che cancella il "privilegio previdenziale" per il parlamentare che subisce una condanna definitiva a più di due anni per reati di mafia, terrorismo, contro la Pubblica Amministrazione (eccezion fatta per l'abuso d'ufficio) e per tutti quelli che prevedono condanne non inferiori nel massimo a 6 anni, tra cui anche la frode fiscale, ma non il finanziamento illecito ai partiti, è stata una strada piuttosto in salita. Che ha richiesto infiniti incontri, colloqui più o meno riservati e varie riscritture del documento. Un lavoro certosino, insomma, che ha visto il presidente Grasso in prima fila. Sua infatti è la prima bozza poi rivista e corretta alla luce dei pareri dei costituzionalisti interpellati e delle istanze delle varie forze politiche. Nella delibera 2.0 infatti sono comparse misure che prima non c'erano e che sono state aspramente criticate dai 5 Stelle che alla fine o hanno votato contro o se ne sono andati.

ECCO CHI RISCHIA
La delibera, incassa 8 sì al Senato, su 19 componenti (Grasso non ha votato), e 12 alla Camera, di cui 7 del PD. Il taglio diventerà operativo tra 60 giorni, quando entrerà in vigore la delibera. E a "pagarne le spese" potrebbero essere tra gli altri Berlusconi, Dell'Utri e Previti.

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