venerdì 4 dicembre 2015

2015: Casola alla prova dell’accoglienza. Ospitati 44 profughi richiedenti asilo. A che punto siamo e come funziona?

da Il Ponte, dicembre 2015

Affrontiamo in questo articolo il difficile e delicato tema dell’immigrazione e dell’integrazione culturale, troppo spesso utilizzato in vario modo a discapito delle persone che poi ne sono effettivamente interessate. L’intento è quello di chiarire una situazione poco chiara e controversa e spiegare ai cittadini come il tema sia
stato affrontato nel nostro paese.
Allo stato attuale a Casola Valsenio sono presenti 44 ragazzi richiedenti asilo, 4 ospitati in due appartamenti di proprietà dell’ASP, tutti provenienti dal Mali (nella foto assieme a due ragazze di Casola) e 40 ospitati presso l’Hotel Antica Corona, di nazionalità gambiana, pakistana e del Bangladesh.
Come funziona l’accoglienza? Una volta giunte sul territorio nazionale le persone richiedenti asilo vengono dirette in modo proporzionale a tutte le Regioni che a loro volta le reindirizzano verso le Prefetture provinciali con il compito di trovare posti per l’accoglienza all’interno del territorio provinciale.
Come è ben noto per il grande clamore mediatico, l’eccezionale situazione degli arrivi, connessa alle guerre che si sono sviluppate (anche a causa dell’intervento degli stati occidentali) in medio oriente e nel nord-africa, ha fatto sì che si attivassero azioni straordinarie di accoglienza, tradotte nella nostra Provincia in un
bando pubblico del 2014, aperto anche a soggetti privati per collocare i richiedenti asilo assegnando, a copertura delle spese da sostenere per l’accoglienza, un massimale di 35€ al giorno per ogni richiedente
asilo ospitato.
Tramite questo bando si è appunto raggiunta la configurazione numerica di 44 rifugiati descritta per quanto riguarda il nostro Comune. Ad oggi contiamo 532 profughi ospitati nella nostra Provincia, di cui 115 nella nostra Unione. E’ ipotizzabile un arrivo di altri 330 richiedenti asilo dalla Prefettura per tutta la Provincia che vorrebbe dire 80 persone per il faentino.
Vediamo ora cosa succede alle persone richiedenti asilo una volta raggiunta la struttura ospitante. Ogni struttura ha l’obbligo di assolvere a svariati compiti come:
a) Servizi di gestione amministrativa;
b) Servizi di assistenza alla persona:
come l’orientamento sulle regole comportamentali della struttura, l’assistenza a bambini o neonati, il servizio di lavanderia, il trasporto per eventuali spostamenti necessari;
c) Servizi di pulizia ed igiene ambientale:
si intendono quelle attività atte ad assicurare il confort igienico ambientale delle strutture, quindi pulizia giornaliera e periodica, disinfezione, disinfestazione oltre alla raccolta dei rifiuti;
d) Servizi di accoglienza, fornitura e distribuzione pasti: quindi un alloggiamento differenziato sulla base di nuclei familiari e sesso e la fornitura dei pasti;
e) Servizi per l’integrazione: tra i quali, per esempio, è previsto un servizio di mediazione linguistico-culturale al fine di istruire gli ospiti sull’orientamento e l’accesso ai servizi del territorio, fare un percorso di formazione che possa servire, una volta usciti dalla struttura, all’inserimento lavorativo, occuparsi dell’inserimento sociale e dare tutela legale.
Nello specifico, i ragazzi ospitati dall’ASP della Romagna Faentina sono stati seguiti da operatori della Coop. Sociale Zerocento mentre i ragazzi ospiti presso l’Hotel Antica Corona sono seguiti, tramite un accordo col gestore dell’immobile, dalla Coop. sociale Global Solidarietà.
Come tutti i cittadini possono aver visto, il Comune di Casola Valsenio ha anticipato i tempi dell’accordo stipulato poche settimane fa tra la Regione e le categorie di rappresentanza per poter far svolgere ai richiedenti asilo lavori di volontariato per la cittadinanza, inserendo 4 ragazzi in un progetto di cooperazione col Comune per lavori di manutenzione e decoro del verde urbano.
Sarà necessario, molto probabilmente, lavorare anche su questo tema come Unione dei Comuni, mettendo sul tavolo ognuno le proprie risorse ed i propri bisogni e indirizzando i ragazzi ospitati verso le diverse necessità del territorio.
Essendo state le tempistiche degli arrivi molto diverse, si sta ancora lavorando con il gestore dell’hotel Antica Corona per i 40 ragazzi ospitati in un processo di integrazione e volontariato locale essendo stata data la disponibilità di collaborazione da parte di tutti i soggetti in scena.
Intendiamo ringraziare pubblicamente, attraverso questo articolo, i tanti volontari e cittadini casolani che si sono resi disponibili all’insegnamento dell’italiano e che hanno donato, nei mesi, abiti e oggetti propri per aiutare i ragazzi ad entrare in una vita quotidiana nella norma.

Nessun commento: