giovedì 10 dicembre 2015

ASP: Intervista al presidente Massimo Caroli. Dal 26 febbraio è Presidente dell’ASP della Romagna Faentina

da Il Ponte, dicembre 2015

Presidente, può delineare lo stato attuale dell’ASP della Romagna Faentina?
L’ASP della Romagna Faentina si è costituita a febbraio di quest’anno, accorpando le due ASP territoriali che operavano nel comprensorio faentino. Il 2015 si configura, come un anno di transizione per portare a regime la complessa azione di fusione di due aziende e contemporaneamente realizzare l’accreditamento regionale delle strutture per anziani di nostra gestione. Nonostante ciò possiamo considerare il 2015 un anno positivo anche a livello di bilancio. Si consideri che dalla fase di accreditamento (marzo aprile) in poi, il personale ASP è aumentato dalle 68 unità alle 92 attuali, con 24 nuove assunzioni. Ci tengo a ribadire, anche in questa sede, che l’ASP è l’erede diretto delle vecchie Opere Pie e si fonda su lasciti, donazioni e speranze di persone e abitanti di questo territorio, la Romagna faentina.
Fondamentalmente stiamo parlando di una impresa sociale di comunità che ha radunato attorno alla sua attività anche un grande numero di volontari senza il cui impegno sarebbe molto complicato mantenere il rapporto di vicinanza ai cittadini. Inoltre i volontari hanno garantito fino ad ora un importante supporto alla rete dei nostri servizi.

Proprio in questi giorni si è concluso l’iter per la formalizzazione dei  Comitati comunali, e si sta aspettando la nomina dei componenti da parte dei sindaci dei Comuni della Romagna Faentina. Sarà inevitabile un loro forte ruolo nella programmazione dei vostri interventi.
Certamente. Ci siamo posti la prospettiva di  fare in modo che i Comitati comunali siano un soggetto attivo e non un elemento di controllo passivo della attività dell’ASP. Questa visione è stata inserita nel regolamento dei Comitati comunali, approvato nel mese di ottobre, e non ci è stato affatto imposto dalla normativa ma è stata una nostra scelta di politica aziendale condivisa strategicamente con i sei sindaci dell’Unione della Romagna Faentina, nostri referenti istituzionali, nonchè rappresentanti degli Enti proprietari. Vogliamo che i Comitati possano essere dei soggetti attivi, in grado di individuare nei vari territori le esigenze e i bisogni emergenti oltre a monitorare lo stato  e la qualità dei servizi offerti ai cittadini.

Riferendoci in particolare a Casola Valsenio, qual è lo stato di fatto e quali sono le prospettive?
Da quando si è creata l’ ASP della Romagna Faentina, il nostro obiettivo principale è stato quello di procedere ad una riorganizzazione dei servizi in funzione dell’avvenuta fusione e dell’accreditamento, inserendoci in un processo già avviato dal 2014 dalle due ASP territoriali. Inoltre abbiamo messo al centro della nostra azione una visione di comunità allargata, la Romagna Faentina, selezionando sull’intero territorio le maggiori esigenze e criticità e individuando  di conseguenza le priorità su cui intervenire indipendentemente dal territorio in cui si trovassero.
Su Casola sono stati programmati e realizzati interventi importanti, in parte già avviati durante la gestione precedente, per la manutenzione del patrimonio e delle strutture socio sanitarie  presenti.
In particolare, la messa a norma e l’ottimizzazione energetica della caldaia, l’adeguamento delle attrezzature e degli arredi presso la casa protetta, le attrezzature per il laboratorio di confetture, inaugurato da poco, dove si potranno attivare progetti educativi e d’inserimento lavorativo per le persone disabili in collaborazione con l’associazione delle Erbe e dei Frutti Dimenticati. E’ in corso la collaborazione con coop Zerocento e Amministrazione per quanto riguarda la gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo: stiamo ospitando, con risultati soddisfacenti, 4 profughi presso due appartamenti ubicati vicino alla parrocchia. Anche su un tema come questo stiamo contribuendo a sviluppare azioni di programmazione nella dimensione  di Unione della Romagna Faentina, avendo accettato la richiesta dei Sindaci per coordinare il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo per il territorio intero. In conclusione, mi preme sottolineare, come l’ASP sia un soggetto pubblico aziendalmente autonomo ma allo stesso tempo strumentale agli indirizzi di  programmazione che sono in capo all’Unione della Romagna Faentina  la quale si serve tecnicamente dell’Ufficio di Piano dei Servizi Sociali Associati che, in linea con le programmazioni a livello di territorio allargato, passeranno in gestione all’ Unione dal 2016.

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