Persino Il Fatto non ne parla più: eppure era “peggio di Tangentopoli”
di Fabrizio Rondolino (l'Unità, 3 maggio 2016)
Da giorni compulsiamo Il Fatto con crescente ansia e curiosità alla ricerca di nuovi dettagli, nuovi particolari, nuove rivelazioni sulla grandiosa inchiesta della Procura di Potenza, la “Trivellopoli” che qualche burattino della Casaleggio Associati srl definì “più grande di Tangentopoli”, ma non riusciamo a trovare nulla.
Sfogliamo il giornale di Travaglio dalla prima all’ultima pagina, torniamo indietro, ricominciamo pazienti la lettura, ma non c’è niente. Neppure un titolino, un taglio basso, una vignetta: niente di niente.
L’inchiesta di Potenza diventa pubblica giovedì 31 marzo, e dal 1° aprile Il Fatto dedica sistematicamente tutte le sue aperture di prima pagina al grande evento, in un crescendo impressionante di accuse, insinuazioni, denunce e sdegnati commenti: “Il governo d’affari al servizio della superlobby da 2 miliardi” (2 aprile), “Le mail inguaiano la Boschi” (4 aprile), “La trama dei favori: da una parte il decreto del Mise, dall’altra il piano per stoccare milioni di barili in Sicilia” (6 aprile), “Clan petroli: così lo staff della Finocchiaro aprì la commissione a Mr. Guidi” (9 aprile), “Il ritorno di Mani Pulite” (venerdì 15 aprile), “Veleni Eni, relazione falsa: indagato il perito dei pm” (sabato 16 aprile).
L’ultimo articolo compare domenica 17 aprile, sempre vistosamente in prima pagina, sotto un titolo che lascia poco spazio all’immaginazione: “Potenza, nelle telefonate Matteo, Angelino e Lupi”. Poi, il silenzio. Dell’inchiesta più grande del secolo da lunedì 18 aprile nessuno parla più. Non i giornaloni d’informazione, non quelli d’opposizione, e neppure Il Fatto, che pure, come sappiamo, ama la giustizia e ricerca sempre la verità.
Che diavolo sarà successo quella domenica 17 aprile? L’eroica Procura di Potenza ha forse smesso di indagare, il governo le ha imposto il bavaglio, i pm sono andati in ferie, c’è stata un’invasione di cavallette?
E perché Il Fatto, che non si ferma mai di fronte a nulla, non ha proseguito le sue inchieste, le sue indagini, le sue coraggiose rivelazioni? Quale terribile disgrazia s’è abbattuta domenica 17 aprile su Potenza? Un terremoto, un’inondazione, una retata di magistrati e giornalisti d’assalto?
Abbiamo cercato ovunque negli archivi e pare che quel giorno, a parte il referendum sull’energia snobbato dalla stragrande maggioranza degli italiani, non sia successo nulla. Ma questa dev’essere soltanto una coincidenza.
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