Il quesito referendario con cui i cittadini approveranno o respingeranno la riforma costituzionale ha un merito innegabile: è un testo semplice e immediato. Viene posta ai cittadini una domanda comprensibile:
«Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?»
I temi posti dal quesito referendario sono pochi e chiari. Vediamoli nel dettaglio.
– Superamento del bicameralismo paritario, cioè di una Camera e di un Senato uno “doppione” dell’altro, investiti degli stessi poteri e delle stesse funzioni; spetterà alla sola Camera dare o revocare la fiducia al governo; il Senato rappresenterà le autonomie (regioni e comuni); nell’ambito del nuovo bicameralismo differenziato previsto dalla riforma, c’è un rafforzamento del ruolo del Parlamento, grazie alla limitazione del ricorso ai “decreti legge” da parte del governo e alla introduzione delle cosiddette “leggi a data certa”.
– Riduzione del numero dei parlamentari, dagli attuali 945 a 730.
– Contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, tra cui: eliminazione dell’indennità dei senatori, che godranno solo dell’indennità da consigliere regionale o da sindaco; riduzione dei costi della struttura del Senato; abolizione definitiva delle Province; eliminazione dei rimborsi ai gruppi politici dei Consigli regionali e tetto alle indennità dei consiglieri regionali, che non potranno percepire più del sindaco del capoluogo di regione.
– Soppressione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, un organo previsto dall’attuale Costituzione ma rivelatosi oggettivamente poco utile ai fini della formazione delle leggi e delle politiche pubbliche.
– Revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione, cioè ridefinizione e chiarimento delle competenze esclusive dello Stato e di quelle delle regioni, con eliminazione delle cosiddette “competenze concorrenti”.
L’elenco dei contenuti della riforma, fatta dal quesito, è utile anche per capire ciò che la riforma non prevede. In particolare, la riforma non modifica la forma di governo della Repubblica Italiana, cioè non cambia i poteri del presidente del Consiglio e dell’esecutivo, né quelli del Presidente della Repubblica.
Se la campagna referendaria sarà basata sul quesito, si farà un utile servizio agli elettori e al dibattito pubblico. Questo vale sia per chi sostiene la riforma, sia per chi vi si oppone. Una discussione basata su ciò che la riforma contiene e sui suoi effetti sul sistema istituzionale italiano, sull’economia del Paese e sulla vita concreta di noi cittadini, avvicinerà i cittadini alle istituzioni e alla politica. Al contrario, compirebbe un cattivo servizio alla democrazia italiana chi tentasse di usare la campagna referendaria per scopi politicisti o per “regolare conti” tra i partiti o all’interno dei partiti. Il quesito referendario, nella sua semplicità, ci ricorda una cosa essenziale: questo è il referendum degli italiani, non dei partiti.
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